anestetico locale
Sostanza che interferisce con la normale insorgenza e trasmissione degli impulsi nervosi, inibendo la conduzione del segnale a livello dei canali del sodio presenti sulle membrane delle cellule eccitabili. La somministrazione degli anestetici locali serve a ridurre la sensibilità al dolore di specifiche parti del corpo, lasciando comunque intatta la funzionalità del sistema nervoso centrale. Il primo anestetico locale a essere isolato è stato la cocaina, un alcaloide che si trova in natura nella foglia della pianta di coca (Erythroxylon coca) che cresce in una vasta area del Centro e del Sud America. Essa è stata successivamente sostituita da composti di sintesi più efficaci e sicuri.
Gli anestetici locali sono generalmente classificati, in base alla durata dei loro effetti, in:
(a) anestetici a breve durata d’azione (per es., procaina, clorprocaina);
(b) anestetici con durata intermedia (per es., lidocaina, prilocaina);
(c) anestetici a lunga durata d’azione (per es., bupivacaina, ropivacaina).
La somministrazione può effettuarsi per via locale (per es., mediante creme, spray, gocce oculari e per uso otoiatrico) o per iniezione intramuscolare. La somministrazione di bupivacaina, di lidocaina e di procaina, tramite iniezione, è consentita in ambito sportivo. Pur non essendo attualmente vietati a fini doping, il loro uso potrebbe aggravare una lesione preesistente se la persona che l’ha subita continua a sollecitare, sforzare o sovraccaricare le parti dell’organismo infortunate e lese.
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