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anfetamina

Dizionario di Medicina (2010)
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anfetamina


Sostanza basica appartenente con i suoi derivati alla famiglia delle fenetilammine, utilizzata a scopo medico nel trattamento dell’obesità (per controllare il peso e sopprimere l’appetito) e nella terapia di disturbi mentali e comportamentali, comprese la narcolessia e l’iperattività infantile (➔ attenzione, disturbi dell’). L’a. è poco solubile in acqua mentre è facilmente solubile in etanolo ed etere etilico. I suoi sali, invece, sono solubili in acqua per cui essa viene comunemente commercializzata sotto forma di sale fosfato. L’a. è inoltre un noto stupefacente utilizzato per aumentare le prestazioni fisiche (doping); come tale, il suo uso è illegale in quasi tutti i Paesi.

anfetamina

Azione neurochimica

Da un punto di vista farmacologico l’a. è un agonista indiretto del sistema catecolaminergico (➔ neuromodulatori); agisce soprattutto a livello centrale favorendo il rilascio di dopammina, noradrenalina e serotonina e ha una azione inibitoria verso le monoamminossidasi, gli enzimi che degradano le monoammine (come adrenalina, noradrenalina, serotonina e dopammina). Attualmente si pensa che l’azione dell’a. si esplichi a livello del trasportatore di membrana delle ammine. Quando essa è presente nello spazio extracellulare, si lega al trasportatore di membrana e viene trasferita all’interno delle terminazioni nervose presinaptiche. La conformazione del trasportatore viene trasformata in modo tale da legare le ammine presenti nel citoplasma e da determinarne il rilascio all’esterno della cellula. In queste condizioni il trasportatore agisce come un ‘antiporto’ poiché l’uscita delle monoammine si accoppia all’entrata di anfetamina. La specificità di questa droga nel liberare le diverse monoammine è funzione dell’efficienza con cui essa si lega ai vari trasportatori di membrana. Per es., il legame con il trasportatore per la dopammina è più efficiente per la D-a. che per la L-a., mentre l’azione sul trasportatore della norepinefrina non è stereospecifica, ossia non è legata alla conformazione dell’anfetamina. Analogamente, le a. efficaci sul sistema serotoninergico vengono più facilmente legate dal trasportatore della serotonina rispetto a quelli della dopammina e della noradrenalina. Il rilascio delle monoammine provocato dall’a. è favorito anche da un’azione di questa sostanza sui trasportatori vescicolari. Questi ultimi hanno la funzione di accumulare i neurotrasmettitori nelle vescicole sinaptiche. Si pensa che l’a. penetri nelle vescicole in forma non ionizzata e, a causa dell’ambiente acido presente all’interno di esse, venga protonata. Ciò determina un abbassamento della concentrazione di ioni H+ nelle stesse vescicole e, quindi, una perdita di efficienza dei trasportatori vescicolari H+-dipendenti. Come risultato finale le monoammine vengono accumulate nel citoplasma e sono quindi disponibili per essere rilasciate all’esterno della cellula tramite l’antiporto già descritto.

anfetamina

Effetti neurologici dell’abuso di anfetamina

L’eccessivo rilascio di monoammine causa una iperstimolazione cerebrale che fornisce sensazione di euforia, forza, sicurezza e benessere, oltre che un incremento della vigilanza, della capacità di concentrazione e perdita della percezione di stanchezza e della fame. Tali effetti sono simili a quelli provocati dalla cocaina (➔ droghe), anche se l’a. viene metabolizzata più lentamente dall’organismo e provoca, quindi, effetti più lunghi, intensi e dannosi. L’abuso e la conseguente dipendenza (➔) da questa sostanza comportano sintomi di tolleranza; ne deriva craving, ossia la necessità impellente di procurarsi e consumare tale droga con perdita di controllo su vari aspetti della vita sociale. L’assunzione prolungata di a. può determinare ansia, insonnia, confusione mentale, comportamenti aggressivi. Possono comparire anche sintomi psicotici come allucinazioni (➔ allucinogeno), paranoia e deliri. Sul piano fisico vi sono invece disturbi visivi, midriasi (dilatazione pupillare), vertigini, emicrania, secchezza delle fauci, bruxismo (tendenza a digrignare i denti), aritmia cardiaca o aumento della pressione, innalzamento della temperatura, tremori e perdita di appetito. Alcune evidenze sperimentali indicano che l’abuso di a. causa effetti a lungo termine sul cervello. In particolare, un’analisi attraverso PET (➔ imaging cerebrale funzionale) ha dimostrato che individui con una storia pregressa di abuso di metanfetamina mostrano una diminuzione di trasportatori della dopamina nel nucleo caudato e nel putamen, anche se si sono astenuti dall’assunzione della droga per più di tre anni. Le strutture sopracitate sono coinvolte nel controllo del movimento volontario e sono degenerate in malattie come il morbo di Parkinson. L’uso continuativo di a. diventa, quindi, un fattore di rischio per lo sviluppo di tali malattie neurodegenerative.

anfetamina

Vedi anche
tossicodipendenza Condizione caratterizzata dall’incoercibile bisogno di far uso continuato di sostanze psicotrope in senso lato, senza alcun riguardo per il danno che ne deriva. A seconda che si faccia uso abitualmente di una sola droga o di più droghe, si parla rispettivamente di monotossicodipendenza e di politossicodipendenza. ... stupefacente Sostanza naturale o sintetica che, anche a piccole dosi, agisce modificando lo stato di coscienza e lo stato emotivo. Aspetti farmacologici Vengono genericamente considerate s. numerosissime sostanze eterogenee, quali l’oppio e i suoi derivati morfina ed eroina, la cocaina, la mescalina, la psilocibina, ... psicofàrmaci Gruppo di farmaci capaci d'influenzare l'attività psichica, normale e patologica. Sono sostanze difficilmente classificabili, perché a somiglianza di struttura molecolare e di effetti d'ordine neurologico possono corrispondere proprietà terapeutiche differenti. In base alle esigenze clinico-terapeutiche ... doping Pratica illegale che consiste nell’assunzione da parte di atleti o nella somministrazione agli stessi di droghe, sostanze eccitanti, farmaci (ammine simpaticomimetiche, analettici, anabolizzanti, ormone della crescita o GH ecc.), o nel ricorso a pratiche terapeutiche (per es. autoemotrasfusioni) rivolte ...
Tag
  • TRASPORTATORE DI MEMBRANA
  • SECCHEZZA DELLE FAUCI
  • VESCICOLE SINAPTICHE
  • PERDITA DI APPETITO
  • NEUROTRASMETTITORI
Altri risultati per anfetamina
  • amfetamina
    Dizionario di Medicina (2010)
    (o anfetamina) Paolo Tucci Sostanza di sintesi (il cui nome d’uso deriva da una crasi del nome chimico alfametilfenetilammina) in grado di alterare i sistemi endogeni controllati da noradrenalina e dopamina. L’a. esiste sotto forma di due isomeri otticamente attivi, specularmente identici (enantiomeri). ...
  • anfetamina
    Enciclopedia on line
    Composto chimico, β-amminopropilbenzene, ovvero β-fenilisopropilammina, di formula: Appartiene alla classe farmacologica delle ammine simpatomimetiche. Si presenta come un liquido incolore. Nelle applicazioni pratiche sono impiegati i suoi sali (solfato, cloruro ecc.), cristallini e ben solubili in ...
  • Anfetamine
    Universo del Corpo (1999)
    Claudio Castellano Il termine anfetamina traduce l'inglese amphetamine, composto di a- privativo, m(ethyl), "metile", ph(en)et(hyl), "fenetil-" e amine, "ammina". La principale proprietà delle anfetamine consiste nell'aumentare lo stato di vigilanza e la resistenza alla fatica; esse inducono tolleranza ...
Vocabolario
anfetamina
anfetamina (meno com. amfetamina) s. f. [dall’ingl. amphetamine, comp. di a(lpha) «alfa1», m(ethyl) «metile», phe(ne)t(hyl)- «fenetil-» e amine «amina»]. – In farmacologia, sostanza simpaticomimetica volatile, dotata di notevole attività...
anfetamìnico
anfetaminico anfetamìnico (meno com. amfetaminico) agg. [der. di anfetamina] (pl. m. -ci). – Nella terminologia farmaceutica, relativo all’anfetamina, proprio dell’anfetamina.
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