ANFIBOLO (dal gr. ἀμϕίβολος "ambiguo"; fr. amphibole; sp. anfibol; ted. Amphibole; ingl. amphibole)
Gli anfiboli costituiscono una famiglia di minerali ricchissima di specie che, analogamente ai pirosseni, possono essere interpretati come metasilicati di metalli bivalenti (Mg, Fe″, Ca, Mn), alcuni senza, altri invece con elementi trivalenti (Al, Fe″), e monovalenti (essenzialmente Na). Si usa perciò distinguerli, per la composizione, in anfiboli non alluminiferi, anfiboli alluminiferi, che sono però anche generalmente più o meno sodici, e anfiboli sodici propriamente detti. Non è rara negli anfiboli anche la presenza di un po' di titanio, e inoltre alcuni anfiboli, specialmente le orneblende, contengono anche ossidrili e talora fluoro. Perciò, per quanto l'analogia con la famiglia dei pirosseni sia molto grande, tuttavia la composizione chimica degli anfiboli in generale si mostra più complessa di quella dei pirosseni. Tale analogia è particolamente manifesta nelle due serie parallele: "tremolite-actinoto" degli anfiboli e "diopsite-edembergite" dei pirosseni. Entrambe possono essere considerate come miscele isomorfe di metasilicato di Ca e Mg con metasilicato di Ca e Fe″. Tuttavia, mentre nella serie pirossenica il rapporto CaO: (Mg, Fe″) O è generalmente prossimo ad 1:1, nella corrispondente serie anfibolica invece si approssima per lo più al rapporto1:3. Cosicché si avrebbe in media: Ca (Mg, Fe″) (SiO3)2 nei pirosseni e Ca (Mg, Fe″)3 (SiO3)4 negli anfiboli. Per questo molti autori considerano gli anfiboli, o almeno alcuni di essi, come polimeri dei corrispondenti pirosseni.
A differenza dei pirosseni, la sintesi degli anfiboli non si è ancora ottenuta. La loro formazione richiede cioè condizioni d'ambiente non ancora attuate e probabilmente anche la presenza di elementi dell'acqua, di fluoro, o di altri comuni agenti mineralizzatori naturali. Caratteristico poi è il fatto che allorché si fonde un'orneblenda essa si scompone e dà come prodotto di decomposizione un pirosseno ed uno spinello.
Dal punto di vista morfologico gli anfiboli si dividono, come i pirosseni, in tre gruppi: rombici, monoclini, triclini, con notevole vicinanza di forme nei termini delle tre serie. Per diffusione e per importanza predominano assolutamente i termini del gruppo monoclino. Tutti gli anfiboli presentano una caratteristica, perfetta sfaldatura secondo le facce del prisma verticale {110}, nei termini rombici e monoclini, e secondo le facce dei due corrispondenti pinacoidi {110}, {1−10}, nei termini triclini. L'angolo fra questi piani di sfaldatura è di circa 124°, angolo caratteristico che distingue nettamente i cristalli degli anfiboli da quelli dei pirosseni, dove i piani di sfaldatura sono quasi ad angolo retto (circa 88°). Ciò è evidente soprattutto nelle sezioni trasversali che presentano le tracce della doppia sfaldatura.
L'abito è sempre prismatico e generalmente allungato secondo l'asse z. Durezza: 51/2-6; peso specifico vario, secondo la composizione, fra 2,9 e 3,5.
1. Anfiboli rombici. - Appartengono alla serie rombica: l'Antofillite (Mg, Fe) SiO8, generalmente povera di ferro, e la Gegrite, più ferrifera e contenente anche un po' di alluminio. Non si trovano quasi mai in cristalli distinti, ma generalmente in aggregati bacillari, fibrosi o filamentosi. Hanno colore bruno-giallo, bruno-rossiccio, o bruno-verdognolo, con distinto pleocroismo. Sono componenti poco comuni di rocce metamorfiche, l'antofillite, la meno rara delle due, fu trovata nei micascisti della Val Passiria (Merano), dell'Elba, di Kongsberg in Norvegia, ecc. Una varietà di anfibolo rombico contenente anche un po' di calcio è la Valleite.
2. Anfiboli monoclini. - a) Nel gruppo degli anfiboli monoclini non alluminiferi troviamo la serie Tremolite-Actinoto, che, come abbiamo detto, si può ritenere essenzialmente costituita da miscele isomorfe dei metasilicati: CaMg3 (SiO3)4 e CaFe3 (SiO3)4. I termini senza ferro, o poverissimi di ferro, prendono il nome di Tremolite (o Grammatite), e presentano ordinariamente color bianco-grigiastro. I termini più o meno ferriferi, che si presentano colorati nelle varie gradazioni del verde, prendono il nome di Actinolite (o Actinoto).
Si rinvengono entrambi in cristalli prismatici, allungati od aciculari secondo l'asse z, o in aggregati bacillari, raggiati, fibroso raggiati, o filamentosi (come nelle varietà dette Bissolite, Amianto di anfibolo, ecc.).
Struttura di aggregato a feltro fibroso compattissimo ha la varietà Nefrite, di tinta verde o grigio-verde, importante dal punto di vista paletnologico, perché servì, come il pirosseno giadeite, all'uomo neolitico per foggiare manufatti, amuleti e specialmente armi.
Un'altra varietà di actinolite a feltro, di color verde smeraldo o verde erba, contenente spesso una piccola quantità di alluminio è la Smaragdite, che si trova generalmente pseudomorfa di pirosseni monoclini.
Fra gli anfiboli monoclini non alluminiferi sono inoltre da ricordare la Richterite, metasilicato di Mg e Ca contenente anche Mn ed alcali (Na e K), la Grünerite, metasilicato ferroso quasi puro, e un gruppo di termini monoclini rari, aventi composizione analoga a quella della rombica antofillite, e contenenti in genere anche un po' di manganese.
b) Nel gruppo degli anfiboli monoclini alluminiferi, i termini principali sono le Orneblende, contenenti, oltre ai silicati della serie tremolite-actinoto, anche silicati di elementi trivalenti (Al, Fe‴) e talora anche, subordinatamente, silicati di sodio. Oltre alla presenza frequente di elementi dell'acqua e di fluoro, è comune poi nelle orneblende, specialmente in quelle molto ferrifere, una notevole quantità di titanio. La loro composizione chimica risulta quindi molto complessa e di ancora incerta interpretazione.
Sono generalmente distinte in Orneblende verdi, di color nero in cristalli, e verde più o meno intenso in sezione sottile, e Orneblende brune, nere, e basaltiche, di color nero in cristalli, e bruno in sezione sottile. Sono queste ultime le più ricche in Fe‴, e contengono in genere più Ti ed alcali (Na e K) (soprattutto nelle varietà Linosite, Kersutite, Hudsonite, ecc.).
Bei cristalli nitidi di orneblenda verde si trovano nei proietti vulcanici del Vesuvio, del Lazio, ad Arendal in Norvegia, ecc.; grossi cristalli di orneblenda basaltica nei tufi vulcanici di Černošin in Boemia.
Le costanti cristallografiche variano naturalmente con la composizione. Così alcuni autori dànno per l'orneblenda: a : b : c = 0,5511... : 1 : 0,2938...; β = 73°58′ ed altri: a : c : b = 0,5318... : 1 : o,2936... : β = 75°2′. I cristalli hanno abito prismatico più o meno allungato secondo l'asse z. Le forme più comuni sono: a {100}, b {010}, m {110}, e {130}, p {−101}, r {1011}, t {101}, ecc. Geminati abbastanza frequenti di contatto {100}, talvolta polisintetici per interposizione di sottili lamelle geminate fra due individui maggiori.
Varietà di orneblende verdi, povere di ferro, sono la Pargasite e la Edenite. Si conoscono d'altra parte invece tipi ferriferi quasi senza magnesio, come la Bergamaschite, e la Hastingsite, e tipi manganesiferi come la Filipstadite. Possono essere considerati come tipi alquanto sodici di orneblende brune la Barkevikite, e la Noralite, che segnano il passaggio ai tipi nettamente alcalini.
c) Fra gli anfiboli alcalini propriamente detti, caratterizzati specialmente dalla ricchezza di Na, e in generale da un colore a toni azzurri (azzurro-scuro, azzurro-verde, azzurro-viola), notiamo anzitutto:
Il Glaucofane, che si può ritenere essenzialmente una miscela di NaAl (SiO3)2 con (Fe, Mg, Ca) SiO3, e la Riebeckite, essenzialmente miscela di NaFe′′′ (SiO3)2 con (Fe, Mg, Mn, Ca) SiO3. Un termine intermedio tra questi due tipi è la Crossite.
Una varietà di riebeckite relativamente non molto ferrifera, fibrosa, è la Crocidolite, che in aggregati filamentosi si trova presso Griqua-Town nell'Africa Australe (Griqualandite, o Amianto azzurro, o Amianto del Capo). In finissima inclusione nel quarzo la crocidolite dà luogo alle pietre ornamentali note coi nomi di "occhio di falco" e "occhio di tigre".
Una varietà di glaucofane chiara, pochissimo ferrifera, è la Gastaldite, che è comune nelle Alpi Occidentali, ove si trova anche un anfibolo di tipo crocidolitico. Una varietà di glaucofane contenente litio è la Holmquistite.
Altro anfibolo sodico a composizione chimica complessa, ma prevalentemente costituito da silicato di Na e di Fe′′, è l'Arfvedsonite. Tipi intermedî fra l'arfvedsonite e le orneblende brune barkevikitiche sono gli anfiboli più rari Catoforite e Anoforite.
Caratteri ottici degli anfiboli monoclini. - Sono molto importanti per il riconoscimento e la distinzione di questi anfiboli, specialmente come componenti di rocce; si potrà qui solo ricordarne sinteticamente qualcuno. I valori degli indici e della doppia rifrazione variano con la composizione: per le orneblende verdi si ha in media (Weinschenk):
Da questi indici si scende a valori poco più bassi nel glaucofane (Nm = 1,64) e nella serie tremolite = actinoto (Nm = 1,61-1,64) e si sale a valori elevati nella riebeckite (Nm = 1,69), nell'arfvedsonite e nella Barkevikite (Nm = 1,70), per raggiungere valori massimi in alcune orneblende basaltiche titanifere (Nm = 1,71-1,72). La birifrangenza, media nell'orneblenda verde, è poco più alta nella tremolite e nell'actinoto, e poco più bassa in genere nel glaucofane e nell'arfvedsonite; debolissima nei termini riebeckite, crossite, hastingsite.
Il segno ottico è generalmente negativo, tranne che nei termini pargasite e arfvedsonite. L'angolo degli assi ottici è piccolo nel glaucofane, nella catoforite e nella anoforite, medio nella barkevikite e grande negli altri termini.
Notevole carattere di riconoscimento in sezione sottile è dato dai colori e dal pleocroismo, che in alcuni termini è molto marcato:
Altro carattere distintivo molto importante è il valore dell'angolo di estinzione su (010), che è: z : Ng = 15°-20° nei termini tremoliteactinoto; 15°-25° nelle orneblende verdi; un po' minore nelle orneblende brune (10°-14°); piccolo nel glaucofane (4°-8°) e nella riebeckite (z : Np = 5° circa) e prossimo a zero nelle orneblende basaltiche. Angoli di estinzione elevati si trovano solo nei termini sodici rari catoforite e hastingsite.
Giaciture. Gli anfiboli monoclini sono minerali diffusissimi e importanti come componenti essenziali sia di rocce eruttive, specialmente intrusive, sia di rocce metamorfiche.
Nelle rocce eruttive intrusive della serie normale alcalino-calcica, l'anfibolo ordinariamente è del tipo orneblenda verde. Orneblende verdi si riscontrano già nei graniti, ma píù comunemente si trovano nelle sieniti e nelle dioriti, ed è specialmente in queste ultime rocce che sono molto diffuse. Nelle rocce intrusive iposiliciche, quando vi è presenza di orneblenda, questa tende al tipo di orneblenda bruna. Nelle rocce filoniane iposiliciche non è raro il tipo di anfibolo barkevikitico, specialmente nei termini di passaggio a rocce alcaline.
Nelle rocce abissali e filoniane della serie alcalina, oltre alla barkevikite, compaiono talora anfiboli alcalini dei tipi arfvedsonite e riebeckite (Corsica, Norvegia, Colorado, Groenlandia, ecc.).
Uralite, smaragdite, traversellite, bissolite, actinolite fibrosa, si trovano anche in rocce eruttive intrusive, ma come prodotto secondario di alterazione dei pirosseni (uralitizzazione).
Nelle rocce effusive prevalgono le orneblende ferrifere brune o basaltiche. Appartengono al periodo genetico intratellurico e appaiono ordinariamente in fenocristalli, spesso più o meno fortemente riassorbiti dal magma nel periodo effusivo, con neoformazione periferica, per lo più, di un aggregato di cristallini minutissimi di pirosseno e spinello ferrifero (bordo opacitico). Gli anfiboli alcalini si presentano più stabili delle comuni orneblende, anche nelle condizioni effusive. Nei proietti e nei tufi dei vulcani l'orneblenda bruna e la basaltica sono talvolta in bei cristalli distinti (Lazio, Vesuvio).
Nelle rocce metamorfiche si trovano prevalentemente anfiboli della serie tremolite-actinoto. Quando compaiono le orneblende verdi si tratta sempre di tipi relativamente poco ferriferi. Il dominio di questi anfiboli è nel gruppo di rocce metamorfiche, che prende il nome generico di "pietre verdi" (anfiboliti, scisti anfibolici e dioritici, prasiniti, generalmente assieme a rocce serpentinose e pirosseniche). La varietà di actinolite a feltro fibroso compatto, cioè la nefrite, si trova ordinariamente, come prodotto secondario, associata a rocce verdi gabbriche e serpentinose. È stata trovata in Liguria, in Basilicata, nella Slesia, nella Nuova Zelanda, ecc.
I termini della serie tremolite-actinoto, specialmente quelli prossimi alla tremolite, sono comuni anche nei calcari metamorfici, ad es. a Campolungo nel Canton Ticino.
Fra gli anfiboli alcalini nelle rocce metamorfiche è diffuso il glaucofane, specialmente in quelle rocce prasinitiche che rappresentano il prodotto di metamorfismo di rocce di tipo gabbro-diabasico. Caratteristica per gli scisti verdi e le prasiniti delle Alpi occidentali è l'abbondanza del tipo di glaucofane poco ferrifero, chiaro, cioè della gastaldite, sostituita talora anche da un anfibolo crocidolitico. L'alterazione degli anfiboli ricchi di magnesio, come la tremolite, porta alla formazione di talco. Le orneblende, e specialmente l'orneblenda verde, si presentano invece, per lo più, trasformate in clorite; come prodotti di alterazione si formano talora anche serpentino, magnetite, calcite.
3. Anfiboli triclini. - Sono termini rari e di composizione chimica molto complessa. Il più noto è l'Enigmatite, silicato ricco di (Al, Fe‴), di Na e di Ti, che trovasi in cristalli nelle sieniti alcaline della Groenlandia assieme ad arfvedsonite. È distinto da elevato potere rifrangente e bassissima doppia rifrazione, forte pleocroismo a toni bruni, angolo di estinzione molto ampio.
Analoga è la Cossirite, trovata nell'Isola di Pantelleria.