ANFITRITE (᾿Αμϕιτρίτη)
Nel mondo greco-romano non è sviluppato un particolare mito di Anfitrite. Essa appare soltanto come una antichissima divinità marina, che nell'Odissea è ricordata quale allegoria del mare e nella Teogonia quale figlia di Nereo e sposa di Posidone. La sua identificazione con una delle Nereidi e le circostanze, variamente riferite, delle sue nozze con Posidone sono tarde creazioni poetiche, e in molta parte della poesia greca e latina è concepita in forma allegorica. Di questa sua scarsa individualità sono specchio le rappresentazioni di A. nelle arti figurative.
Le fonti letterarie ricordano A. su un rilievo di Gitiadas nel tempio di Atena Chalkioikos a Sparta (Paus., iii, 17,3), sui rilievi del trono di Amicle (Paus., iii, 19,3) ed in un gruppo statuario di Glaukos con A. ed altre divinità tra i donari di Mikythos ad Olimpia (Paus., v, 26, 2). A. era rappresentata anche sul bàthron dello Zeus olimpico di Fidia tra le divinità presenti alla nascita di Afrodite (Paus., v, 11,8); inoltre, in Tenos, era un gruppo di Posidone ed A., opera di Telesias o Telesinos (v.) (III sec. a. C.; cfr. H. Roussel, in Bull. Corr. Hell., xxxiv, 391), mentre all'Istmo nel tempio di Posidone erano un gruppo crisoelefantino di A. su mostri marini, dedicato da Erode Attico (Paus., ii, 1,8), ed un'altra statua di A. (Paus., ii, 1,7). È anche probabile che il mito di Teseo ed A. apparisse tra le pitture di Mikon nel Thesèion di Atene (cfr. Paus., i, 17,3).
Le più antiche rappresentazioni superstiti di A. si trovano sui pìnakes corinzî trovati poco lontano dall'Acrocorinto, forse nel sito di un santuario di Posidone ed A.: qui la divinità compare sul carro, o seduta su un trono accanto a Posidone, oppure sola. Nella pittura vascolare conviene ricordare il cratere François (Museo Arch. di Firenze), ove A. è tra le divinità presenti alle nozze di Peleo e Teti; la coppa di Euphronios, che mostra A. e Teseo nella saga già svolta da Mikon nel Thesèion di Atene (lo stesso soggetto è in un cratere a figure rosse del Museo Civico di Bologna, in altro di Agrigento ora a Parigi, Bibliothèque Nationale, ed in un'anfora da Ruvo); la tazza di Sosias a Berlino, con A. in una adunanza di divinità. In altri vasi, A. è rappresentata insieme con Posidone (stàmnos a figure rosse di Würzburg, stàmnos a figure rosse della raccolta Castellani), sul carro con lo stesso dio (anfora a figure nere nei Musei di Berlino), portata dal delfino (anfora a figure rosse dell'Ermitage), in adunanza di divinità (anfore a figure nere, Orvieto, Berlino, Ermitage, tazza a figure rosse nel British Museum), presente alla lotta tra Eracle e Tritone (hydrìa a figure rosse del Louvre), presente alla morte di Talos (cratere a figure rosse di Ruvo), ecc. Per quanto riguarda la scultura, A. è stata identificata nel frontone occidentale ed in una delle metope orientali del Partenone, e nel fregio del tempio di Atena Nike, ma tali identificazioni sono assai ipotetiche. Sicuramente è invece raffigurata nel fregio dell'ara di Pergamo. Rilievi e gemme d'età romana rappresentano A. con Posidone ed in adunanza di divinità: l'opera più nota è il rilievo di Monaco, variamente discusso nella cronologia e nella interpretazione che, in genere, si ascrive all'ara di Domizio Enobarbo (v.). Anche il mosaico ha ritratto talvolta A., probabilmente derivandone la rappresentazione da pitture; si ricordino il mosaico, proveniente da Costanza, al Louvre, quello, da Pompei, nel Museo Naz. di Napoli con A. sul carro, circondato da esseri marini, e quello di Ercolano con A. e Posidone.
Bibl: J. Overbeck, Schriftquellen, nn. 357, 401, 696, 1086; H. W. Stoll, in Roscher, I, cc. 318-321, s. v. Amphitrite; K. Wernicke, in Pauly-Wissowa, I, cc. 1963-967, s. v. Amphitrite; E. Pfuhl, Mat. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 210 ss.; F. Castagnoli, in Arti figur., I, 1945, p. 181 ss.; H. A. Thompson, in Fasti Arch., IX, 1956, n. 1987; O. Brooner, in Hesperia, XXII, 1953, p. 182 ss.
(A. De Franciscis)