ANFORA DI MONACO, Pittore dell' (Munich Amphora, P.)
Ceramografo attico, attivo nei primi due decenni del V sec. a. C. J. D. Beazley gli attribuisce dodici grandi vasi in cui predominano figurazioni mitologiche. Il Pittore dell'A. di M. è uno dei più singolari rappresentanti di una corrente arcaizzante, che in molti sensi è già presente nel Pittore di Nikoxenos e altri del suo gruppo. Il peculiare carattere dell'artista si rivela nel fatto che tale arcaizzare non rappresenta un elemento collaterale o episodico, ma costituisce come il centro della sua ispirazione e del suo mondo figurativo. Le espressioni più completamente realizzate della sua produzione sono appunto quelle in cui il sapore arcaico è più deciso nella definizione astratta e appuntita dei panneggi, nell'angolosità delle lunghissime figure dai volti stranamente assenti. In questo mondo incantato di eleganze sorpassate e come cristallizzate, il pittore riesce a creare immagini curiosamente attraenti e di una compiuta armonia. Nelle opere migliori il segno affinato e sensitivo definisce cion squisita tenerezza fragili figure femminili: Europa sul toro (Ermitage, St. 1637); la trepidante Elena tratta per mano da Menelao (Tarquinia, RC 2460). Manca invece quasi completamente di senso drammatico e di gusto per la composizione: donde le immagini urtate e poco evidenti delle scene di lotta e il divertente assurdo della scena di ratto nella hydrìa di Berlino 2174.
Bibl: J. D. Beazley, Vasenm. rotfig., p. 108; id., Red-fig., p. 161.