ANFORE SELVAGGE, Pittore delle (Maler der wilden Amphoren)
Ceramografo attico, che ha dipinto due anfore frammentarie, trovate a Egina, ora conservate nel museo di Berlino (Berlino A 7 e A 8). Il nome, datogli dal Gebauer, è dovuto alla vigorosa, anzi sfrenata e poco convenzionale decorazione. Benché per forma, misure e motivi decorativi i vasi siano molto simili, non formano esattamente coppia. Sul collo di ambedue è dipinto un grosso e tozzo uccello (un gallo su A 7; un uccello acquatico, o di rapina, su A 8), che tiene stretto nel becco un lungo verme; le zampe terminano in tre grossi e rotondi artigli. Sul corpo, all'altezza delle anse, è un largo fregio con piante a largo fusto, volute e larghe foglie di un rigoglio e dimensioni poco comuni. Sulla spalla (A 7), o sul collo (A 8), sono dipinti i larghi girali a laccio, così frequenti per tutto il VII sec. a. C., e grandi triangoli. I motivi di riempimento si riducono molte volte a pennellate date a caso.
Non è facile datare le due anfore, sola produzione del pittore che conosciamo per ora: il disegno rapido, l'esecuzione trascurata, l'uso esclusivo della silhouette possono esser interpretati come segno di arcaismo. Si noti, però, che la decorazione non ha più alcun motivo geometrico, anzi è caratterizzata dall'assoluto dominio di ornati e motivi curvilinei e dallo spirito esuberante del cosiddetto stile "nero e bianco" (v. protoattici, vasi). Di questo stile il pittore non fu certamente l'iniziatore, né fu uno di coloro che contribuirono a diffonderlo. Perciò si dovrà datare la sua opera al secondo quarto del VII sec. a. C. Le due anfore sembrano formare la transizione fra il cosiddetto "stile del Phaleron" e quello "nero e bianco".
Il pittore ha punti di contatto con il Pittore della Scacchiera, ma la sua decorazione è meno elaborata.
Bibl: R. Eilmann-K. Gebauer, C. V. A., Berlin, i, Monaco 1938, pp. 7, 11 s. e tavv. 3, 5; 4, 1-3. - Uccelli con verme stretto nel becco su una oinochòe di Tolosa: J. Audiat, Un vase protoattique inédit du Musée de Toulouse, in Rev. Étud. Anc., LVI, 1954, p. 5 ss., tav. I.