ANGARIE (plur. di angarìa, da una voce persiana [mediopers. angird, neopers. angāra], passata in greco nella forma ἄγγαρος "messo postale a cavallo"; fr. corvées; sp. vejación; ted. Frohndienste; ingl. vexation)
Erano detti angarie gli oneri imposti ai provinciali e ai soldati romani d'eseguire trasporti lungo le vie, nell'interesse dello stato. Arcadio Carisio, nel Liber singularis de muneribus civilibus, parla di due specie d'angarie, quelle personali che il gravato doveva assolvere con la sua stessa opera, e quelle patrimoniali, che erano imposte ai patrimonî e alle possessiones. Ne erano esentati i membri dell'ordine senatorio, gli honorati, certi ufficiali, le chiese, i professori, i medici, i veterani e altre categorie di persone.
Dopo la caduta dell'Impero romano, l'obbligo delle angarie si mantenne in molti reami barbarici; così avvenne nel regno merovingio ed in quello longobardo. In Italia, però, il termine angarie, che generalmente si riferisce, come s'è detto, a prestazioni d'opera con carri per trasporti, ha il più largo significato di prestazioni personali in genere. A gravissimi abusi diedero origine le angarie, perché, quando si formò il feudalesimo, esse non furon richieste, come prima, soltanto a vantaggio dello stato, ma anche per servigio privato dei conti e d'altri signori feudali. Contro tali abusi invano intervennero le leggi imperiali. Si apre così l'adito alla trasformazione delle angarie da oneri pubblici in aggravî di natura privata.
Il diffondersi delle immunità, la gran diminuzione d'uomini liberi di bassa e media condizione che si verifica nel sec. X e nei successivi, oltre a quanto s'è detto degli abusi dei feudatarî, fa sì che nel più tardo Medioevo s'intendano come angarie le opere personali imposte ai lavoratori agricoli, e specialmente a quelli legati ereditariamente al suolo, cioè ai servi della gleba. I coltivatori obbligati a tali opere sono i cosiddetti homines angariales o angarii. Le opere sono della più varia natura: giornate di lavoro per regolare le vigne padronali, per la pigiatura, per la cottura della calce, per la legna, ecc.
Tale specie di angarie durò sinché durarono i diritti feudali, e in certe parti d'Italia, per esempio nell'Italia meridionale, si protrasse sino ai primi anni del sec. XIX: soltanto nel 1806 una legge napoleonica abolì le angarie e parangarie e altre opere di prestazione personale, "che i possessori di feudi per qualsivoglia titolo solevano riscuotere dalle popolazioni o dai particolari cittadini". Fuori d'Italia le angarie furono abolite dalla Rivoluzione francese; in Germania fra il 1807 e il 1833; in Austria soltanto nel 1848.
Bibl.: R. Trifone, Feudi e demanii, Milano 1909, p. 199 segg.; R. Schröder, Deutsche Rechtsgeschichte, 6ª ed., Berlino-Lipsia 1922.