PIETRA, Angela Maria
PIETRA (Vinay), Angela Maria. – Figlia secondogenita di Angelo e di Emilia Veratti, nacque a Pavia il 9 giugno 1922 in una numerosa famiglia, molto cattolica, di dodici figli. Il padre, direttore di banca, era costretto a spostarsi frequentemente per lavoro e per questo motivo Angela Pietra conseguì la maturità classica, nel 1941, al liceo Ennio Quirino Visconti di Roma, e nell’autunno dello stesso anno si iscrisse alla Facoltà di lettere e filosofia dell’Università La Sapienza.
Di convinta fede cattolica e di ideali comunisti, a partire dall’autunno del 1943 si impegnò nella Resistenza, insieme alla sorella minore, Guglielma, come staffetta partigiana nella zona compresa fra la grande casa di Castell’Arquato, dove la famiglia aveva trovato rifugio dalla guerra, e Piacenza.
All’inizio del 1944 si trasferì all’Università di Pavia, dove frequentò il terzo e il quarto anno, laureandosi con lode il 5 dicembre 1945 con una tesi sul movimento cattolico liberale, pubblicata nel 1948 dall’editore Vallardi (Storia del movimento cattolico-liberale: la prima generazione 1815-1870) e dedicata ai suoi maestri, Ettore Rota e Luigi Fassò. Fu presso quest’ultimo, professore incaricato di storia del Risorgimento, che lavorò come assistente volontaria dal novembre del 1947.
Contemporaneamente insegnava materie letterarie nell’Istituto magistrale parificato Maddalena di Canossa, a Pavia.
Vincitrice del concorso per aiuto bibliotecario (gruppo B), il 1° maggio 1950 fu assunta alla Biblioteca universitaria di Bologna, ma poco dopo, il 1° luglio – quinta nella graduatoria del concorso per bibliotecario (gruppo A) – fu nominata alla Biblioteca universitaria di Pavia.
Nel settembre del 1950 partecipò a una Summer school di biblioteconomia a Birmingham.
Negli anni seguenti continuò a interessarsi di catalogazione e in particolare del catalogo a soggetti che il nuovo direttore, Gustavo Vinay, intendeva revisionare, in linea con le teorie allora in corso di elaborazione da parte della Biblioteca nazionale centrale di Firenze.
A seguito del matrimonio con Vinay, celebrato il 14 luglio 1955, e della nomina di quest’ultimo a professore ordinario nell’Università di Roma, Angela Pietra (che da allora usò sempre il cognome del marito), ottenne il trasferimento alla Biblioteca nazionale centrale di Roma, che divenne effettivo solo il 1° luglio 1956 per consentirle di lasciare le consegne del lavoro di revisione del catalogo a volumi e dell’aggiornamento delle collezioni, ma anche per permettere alla figlia di Gustavo Vinay, Erica, di concludere a Pavia l’anno scolastico.
A Roma, Angela Vinay si impegnò nell’Associazione italiana biblioteche (AIB), di cui fu socia almeno dal 1954 e segretaria della Sezione Lazio dal 1957 al 1960, e nella CGIL.
Nel dicembre 1957 costituì inoltre una sorta di sindacato dei bibliotecari statali, l’Unione nazionale dei dipendenti delle biblioteche statali (UNADIBIS); l’iniziativa non ebbe seguito, ma fu il primo segnale del suo impegno, che durò tutta la vita, per la definizione della carriera e della multiforme figura professionale del bibliotecario in Italia.
Durante i diciassette anni che trascorse alla Biblioteca nazionale romana, Angela Vinay si occupò di catalogazione, di collocazione, di deposito legale, e soprattutto lavorò al miglioramento dell’organizzazione dei servizi al pubblico, sviluppando modelli gestionali moderni e al passo con i tempi.
Subito dopo l’alluvione del 4 novembre 1966 fu tra i primi funzionari inviati dal Ministero della Pubblica istruzione a Firenze, per mettere al servizio della Biblioteca nazionale la sua competenza professionale e le sue doti organizzative.
Da Roma fu la principale artefice del trattamento di circa 70.000 volumi alluvionati, trasportati nel Palazzo della Civiltà del lavoro all’EUR, dove fu approntato un Centro di pronto soccorso nel quale, dal 13 novembre al 9 febbraio 1967, lavorarono sotto la sua supervisione circa mille studenti ogni giorno e molti bibliotecari romani, per le attività di disinfezione, pulitura, asciugatura.
Il 1° novembre 1968 Emidio Cerulli, succeduto a Laura De Felice Olivieri alla direzione della Biblioteca Nazionale di Roma, la incaricò della vicedirezione. In questa veste, Angela Vinay fu impegnata in ogni fase del complesso trasferimento della Biblioteca dal Collegio romano alla nuova sede, in viale Castro Pretorio. Fu questa l’occasione per mettere al servizio della Biblioteca le sue capacità organizzative e la sua apertura alle nascenti innovazioni tecnologiche applicate alla ricerca documentaria, per avviare la gestione delle biblioteche e delle informazioni sulla strada dell’automazione.
Commentando, durante i lavori del 17° Congresso dell’AIB, gli esiti della Commissione Franceschini per la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e paesaggistico, Angela Vinay prese le distanze da una concezione dei beni culturali legata esclusivamente alla tutela: «Noi siamo conservatori, ma siamo altre due cose essenziali: dei distributori e dei produttori di cultura […]. Idealmente il bibliotecario offre il libro che ha per creare nel lettore il desiderio del libro che non ha. È proiettato verso l’avvenire, cioè verso la soddisfazione integrale delle esigenze culturali della comunità quali si esprimono attraverso il bisogno della lettura» (La Commissione Franceschini e le biblioteche, in I congressi 1965-1975 dell’AIB, Roma 1977, p. 91).
Nominata dirigente superiore, il 5 luglio 1973 le fu assegnata la direzione dell’Ufficio esecutivo del Centro nazionale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche, e non la Biblioteca nazionale di Roma, che avrebbe desiderato e che invece, in qualità di reggente, dato il pensionamento di Cerulli, dovette a malincuore consegnare a Luciana Mancusi.
Dopo appena quattro mesi al Centro nazionale per il catalogo unico, Angela Vinay fu destinata alla Biblioteca universitaria Alessandrina, dove rimase per quasi tre anni, senza rinunciare –nonostante l’infuocato periodo storico-politico che condizionava la vita di tutte le strutture universitarie – a portare avanti le sue idee innovative in favore di un più razionale servizio al pubblico, con un orario di apertura esteso alle ore serali.
Componente del Consiglio superiore delle Accademie e biblioteche dal 1970 al 1974 (e poi del Consiglio nazionale del ministero per i Beni culturali e ambientali e presidente del Comitato di settore per i beni librari e gli istituti culturali), eletta nel giugno del 1974 nel Comitato nazionale per le scienze storiche e filosofiche del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR) e incaricata di biblioteconomia alla Scuola speciale per archivisti e bibliotecari per il 1975-76, la sua voce indipendente e autorevole rappresentò per tutti i bibliotecari italiani, indipendentemente dalla loro appartenenza amministrativa, un punto di riferimento affidabile e solido, tanto che nel maggio 1975 fu eletta presidente dell’AIB e poi confermata per il triennio seguente, fino al 1981.
Dopo l’istituzione del ministero per i Beni culturali e ambientali (14 dicembre 1974), dal 1º luglio 1976 fu chiamata a dirigere il nuovo Istituto centrale per il catalogo unico delle biblioteche italiane e per le informazioni bibliografiche (ICCU), da dove per dieci anni guidò le biblioteche italiane attraverso una straordinaria stagione di rinnovamento all’insegna della cooperazione e partecipazione.
Lasciate coraggiosamente da parte le procedure – tradizionali e inconcludenti – adottate dal Centro nazionale per la compilazione del primo catalogo unico delle biblioteche italiane, Angela Vinay inaugurò il Censimento nazionale delle edizioni italiane del XVI secolo (EDIT16) coinvolgendo oltre mille biblioteche; rilanciò le tematiche della catalogazione, il settore delle informazioni bibliografiche, lo studio e la catalogazione dei manoscritti.
Fondatrice del Servizio bibliotecario nazionale (SBN), avviato nel 1979 con la Conferenza nazionale delle biblioteche italiane, riuscì a coinvolgere Stato, enti locali e università nella costruzione di un sistema informativo tecnologicamente avanzato e in grado di interagire anche a livello internazionale, confermando il ruolo di coordinamento svolto dall’Istituto in favore di tutte le biblioteche italiane.
«È nostra convinzione», disse nel discorso introduttivo, «che per una seria ipotesi che voglia dare al paese un sistema di informazione e di strutture per la formazione e l’educazione permanente del cittadino, la legge debba realizzare una organizzazione orizzontale e verticale sulla base di sistemi integrati previa una individuazione, mai sin qui realmente tentata, dei compiti rispettivi delle strutture e dei servizi centrali, regionali, locali» (Saluto del Presidente dell’AIB Angela Vinay, in Conferenza nazionale delle biblioteche italiane Per l’attuazione del sistema bibliotecario nazionale, Roma, BNC, 22-24 gennaio 1979, in Accademie e biblioteche d’Italia, XLVII (1979), 1-2, p. 41).
Dall’idea di cooperazione fra le diverse tipologie di biblioteche Angela Vinay derivava l’ipotesi di un catalogo collettivo nazionale che consentisse il censimento e la localizzazione del patrimonio documentario conservato nelle biblioteche italiane e, di conseguenza, la costituzione di una base dati bibliografica nazionale.
Nell’aprile del 1980 si fece promotrice di una Commissione nazionale per l’automazione delle biblioteche, con rappresentanti del Ministero, dell’ICCU, della Biblioteca nazionale di Firenze, dell’Istituto universitario europeo e del CNR, al fine di realizzare una moderna infrastruttura di servizi per l’accesso ai documenti attraverso la riduzione delle attività manuali più ripetitive.
L’ultimo congresso nazionale della sua presidenza, il 29°, tenuto a Firenze nel 1981, fu da lei dedicato al ‘Ruolo e formazione del bibliotecario’, segno di una costante attenzione alla complessità di una professione dalle mille sfaccettature, non sempre adeguatamente riconosciuta.
Dopo la fine del mandato assunse la direzione del Bollettino di informazioni AIB, che tenne fino al 1990, qualificandolo sempre più come indispensabile strumento di aggiornamento professionale.
Pochi giorni prima del pensionamento (1° luglio 1987) il Consiglio di amministrazione dei beni culturali nominò Angela Vinay ispettore centrale.
Insignita dell’onorificenza di cavaliere nel 1969, di ufficiale al merito della Repubblica nel 1974 e di commendatore nel 1980, ‘la signora delle biblioteche’ morì a Montichiari (Brescia) il 27 maggio 1990.
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio centrale dello Stato, Ministero della Pubblica istruzione, Direzione generale Accademie e Biblioteche (1950-80), b. 274 (Alluvione); Oriolo Romano (Viterbo), Archivio di deposito del ministero dei Beni e delle attività culturali e del Turismo, Ufficio matricole, b. 678, ad nomen (Pietra Angela in Vinay); Pavia, Archivio del Comune, Atti di nascita, ad nomen (Pietra, Angela Maria, dove risulta come data di morte il 27 e non il 28 maggio, come riportato in altre fonti).
Notizie AIB, III (1957), 3-4, p. 28; M. Passa, Ricordo di Angela Vinay, signora in biblioteca, in L’Unità, 10 giugno 1990, p. 13; Bollettino di informazioni AIB, XXXI (1991), 3, pp. 197-209; G. de Gregori - S. Buttò, Per una storia dei bibliotecari italiani del XX secolo: dizionario bio-bibliografico, 1900-1990, Roma 1999, pp. 176 s.; Dizionario biobibliografico dei bibliotecari del XX secolo, a cura di S. Buttò, http://www.aib.it/aib/editoria/dbb
i20/dbbi20.htm, ad nomen; Angela Vinay e le biblioteche: scritti e testimonianze, Roma 2000 (contiene: C. Perretta, Nota biografica di Angela Vinay, pp. 17-21 e Bibliografia degli scritti di Angela Vinay, a cura di D. Gigli, pp. 23-32); E. Di Rienzo, Una biblioteca, un’alluvione: il 4 novembre 1966 alla Nazionale di Firenze: storia di un’emergenza, Roma 2009, pp. 204 s.; S. Buttò, Le bibliotecarie, in Nuovi annali della Scuola speciale per archivisti e bibliotecari, XXV (2012), pp. 123-155; T. Stagi, Una battaglia della cultura: Emanuele Casamassima e le biblioteche, Roma 2013, pp. 152, 162-164, 283.
Si ringrazia sentitamente Erica Vinay.