AMOREVOLI (Amerevoli), Angelo
Tenore, nato a Venezia il 16 sett. 1716, esordì, probabilmente, nel 1730, anno in cui le cronache lo registrano interprete della Dalisa di J. A. Hasse al teatro S. Samuele in Venezia. Dopo aver cantato. l'anno successivo, al teatro Sant'Angelo di Venezia nell'Annibale di N. Porpora, venne invitato a cantare nello stesso 1731 al Teatro ducale di Milano nell'Ariannae Teseo di Riccardo Broschi ed a Milano rimase ininterrottamente sino al 1734. Nel 1736 l'A. fu scritturato dall'impresario Carasale., per il demolendo teatro S. Bartolomeo in Napoli, e cantò nell'Alessandro nelle Indie di Domenico Sarro e nel Farnace di L. Leo. Dopo un intermezzo bolognese - durante il quale interpretò al teatro Malvezzi il Siface (maggio 1737) di L. Leo per un compenso di 1.500 lire - l'A. partecipò il 4 nov. 1737 all'inaugurazione del nuovo teatro S. Carlo di Napoli nell'Achillein Sciro di L. Leo. Dopo aver cantato al San Carlo anche nella stagione 1739-40 (Il Trionfo di Camilla di N. Porpora), fu al teatro di Haymarket di Londra, su invito del conte di Middlesex, dal 1741 al 1743, anno in cui Metastasio lo chiamò a Vienna. Si ha notizia di un contratto firmato ancora nel 1742 con la Hofoper di Dresda, per un compenso di 2.000 talleri annui, ma non si hanno notiziesicure della presenza di A. nella città sassone prima del 1745. Nel frattempo fu nuovamente a Milano, acclamato interprete del Ciro riconosciuto di Baldassare Galuppi (1745). Ad eccezione di una breve parentesi viennese nel 1748 per la Semiramide riconosciuta di Christoph Willibald Gluck, di un ritorno al Teatro ducale di Milano (con un onorario di 7.750 lire) per la stagione 1748-49, e di un'apparizione al Teatro nuovo di Padova nel 1752 per il Demetrio di Giuseppe Scarlatti (nipote di Alessandro), l'A. svolse la sua successiva, e intensa, attività esclusivamente a Dresda, divenendo uno specialista nell'interpretazione delle opere di Johan Adolph Hasse: Arminio (1745), Semiramide (1747), La Spartana generosa, ovvero Archidamia (1747), Filandro (1748), di N. Porpora (il Fürstenau notifica, che, per la prima volta, veniva rappresentata un'opera non composta da Hasse nella Hofoper di Dresda), Adriano in Siria (1752), Arminio (ripetuta, 1753), Solimano (1753), Ezio (1755), L'Olimpiade (1756), Siroe (1763).
Il compenso corrisposto all'A. dalla Hofoper di Dresda ammontava, nel 1756, alla cospicua cifra di 2800 talleri annui, superiore alla normale misura delle retribuzioni dei "virtuosi" dell'epoca. Già in età avanzata, si vide riconfermata la scrittura per esecuzioni da camera e da chiesa, con il compenso annuo di 1.000 talleri. Morì a Dresda il 15 nov. 1798.
Fonti e Bibl.: P. Metastasio, Tutte le Opere, a cura di B. Brunelli, III, Milano 1951, pp. 352, 605 s., 1223. 1240; Ch. Burney, A General History of Music from the earliest ages to the present period, IV, London 1789, pp. 446-447, 448; M. Fürstenau, Zur Gesch. der Musik und des Theaters am Hofe zu Dresden, II,Dresden 1862, pp. 239-240, 246-247. 250, 268, 272, 275, 282, 287, 294, 368, 375; G. Rovani, Cento anni, Milano 1869, passim; C. Ricci, I teatri di Bologna nei secoli XVII e XVIII, Bologna 1888, pp. 147, 544, 546; B. Croce, I teatri di Napoli, Napoli 1891, pp. 310, 320; T. Wiel, I teatri musicali veneziani del Settecento, Venezia 1897, pp. 102 n. 309, 105 n. 317, 117 n. 352, 122 n. 365; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, p.132; C. Schmidl, Diz. Universale dei musicisti, I,p. 45; G. Grove's Dict. of Music and Musicians, I, London 1954, p. 140; Enciclop. dello Spettacolo, I, col. 500.