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D'ALESSANDRO, Angelo Antonio

di Gian Carlo Bojani - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 31 (1985)
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D'ALESSANDRO, Angelo Antonio

Gian Carlo Bojani

Nacque a Laterza (Taranto) nel 1642, da Nicol'Antonio originario della vicina Santeramo e da Chrisantia di Rocco Festa, laertina.

Il lavoro filologico attorno alla figura del D., decoratore su maioliche, ha permesso di delinearne sicuramente caretteristiche e segni distintivi rispetto al ductus pur elevato di allievi (come Vito Perrone, Gironimo Tammorino e G. A. Aloisio) e comunque della "bottega" e degli imitatori, e di mettere in luce nella tradizione e nella continuità una scuola ceramica come quella di Laterza, che emerge così nella storia della ceramica italiana come uno dei centri più singolari dell'età barocca.

Documenti d'archivio testimoniano lo stato clericale del D. come diacono sin dal 1664, e come sacerdote già nel 1667. Nel periodo 1676-77 ricoprì l'incarico di procuratore del capitolo e clero di S. Lorenzo Maggiore in Laterza. La personalità del D. è stata ricostruita in anni recenti (Donatone, 1968) innanzitutto con la scoperta di un presentatoio (vassoio) firmato "D. Ang: Ant.s de Alexandro a Latertia pingebat 1693", con scena allegorica di putti con un orso, nel Museo di S. Martino di Napoli proveniente dalle collezioni del duca di Corigliano. In seguito sono state individuate altre due opere firmate (Dell'Aquila, 1980): un presentatolo con Diana cacciatrice e le compagne passato in asta alla Sotheby nel 1979, recante l'iscrizione "D. A. d'Alexandro Pingebat a Latertia 1680" e una targa devozionale rappresentante la Sacra Famiglia, in collezione privata, con l'iscrizione: "Hoc Opus F.F.R.D.D. Cesar Strada Cantor Terrae Ienüsji pro Sua Devot.ne. Die vig. M.s. junii 1705 D. Ang.s Ant.s de Alexandro a Latertia Ping.t".

Queste opere si caratterizzano innanzitutto per l'ormai lontana ascendenza dai bianchi compendiari di Faenza che ebbero larga eco anche in molti centri ceramici del Meridione, mediati tuttavia per il tramite della rinnovata cultura figurativa secentesca di Castelli d'Abruzzo; prediligono la tradizionale monocromia di Laterza sul bianco brillante e spesso dello smalto di grande qualità tecnica ed estetica. Pur tendendo all'essenzialità compendiaria della figurazione, "il disegno è generalmente completo di dettagli e particolari minuti che lo arricchiscono" (Dell'Aquila, 1980), e che lo distinguono, rispetto all'antico rigore faentino, per un più vivace e arguto horror vacui di tangenza popolaresca, con la mai sopita cultura dell'"istoriato" rinascimentale. La matrice colta dei D. d'altro canto traspare dalle sue figurazioni derivanti certamente da incisioni, per quanto questo aspetto non sia stato approfondito dagli studi.Sulla base delle tre opere firmate, altre gliene sono state attribuite con pertinenza filologica, quali ad esempio: il piatto da parata con Caccia all'elefante, del museo annesso all'istituto statale d'arte "F. Palizzi" di Napoli (databile al decennio 1670-80); il piatto con Aura Velans su delfino, del Museo Adrien Dubouché di Limoges (databile al 1670-80); i piatti con Destriero aggredito da una leonessa e con Cupido suldelfino, entrambi ora al Victoria and Albert Museum di Londra (databili al 1680); l'altro piatto da parata con le Milizie romane dello stesso museo (databile al decennio 1680-90); il presentatoio col Mangiamaccheroni del Museo internazionale delle ceramiche in Faenza (datato 1693). Una serie di altre analogie sono state anche istituite con esemplari in varie collezioni private.

Il C. morì a Laterza l'11 sett. 1717.

Bibl.: G. Liverani, Opere pugliesi di Laterza al Museo, in Faenza, XLVII (1961), 3, pp. 59-63; G. Donatone, A. A. D. e la ceramica in Laterza, ibid., LIV (1968), 6, pp. 103-109; C. Dell'Aquila, Note sulla maiolica popolare campana - Ariano Irpino, ibid., LXIII (1977), 4, pp. 87-94; A. e C. Dell'Aquila, La ceramica di Laterza: A. A. D., ibid., LXVI (1980), 1-6, pp. 343-351; G. Donatone, La maiolica di Laterza, Bari 1980, ad Ind.; Id., Maiolica antica di Puglia, Cava dei Tirreni 1981, ad Ind.

Vedi anche
Diana (lat. Diana) Divinità italica e romana, di origine discussa; il nome presenta la stessa radice di dīus «giorno»; quindi è la «splendente», la «luminosa». Dalle donne romane era venerata soprattutto come assistente ai parti ( D. Lucina) al pari di Giunone, ed era in generale considerata protettrice delle ... Faenza Comune della prov. di Ravenna (215,8 km2 con 56.131 ab. nel 2008), situato sulla Via Emilia, presso la confluenza del fiume Lamone con il torrente Marzeno. Oltre la riva destra del fiume Lamone si trova il Borgo Durbecco. Florido mercato agricolo. È famosa in tutto il mondo per l’industria delle maioliche. ... iscrizione istruzione L’iscrizione alle scuole di ogni ordine e grado, comprese quelle rientranti nell’obbligo scolastico, avviene su domanda dell’interessato o di chi esercita la potestà genitoriale quando ricorrono le previste condizioni di ammissibilità. Possono essere iscritti alla scuola dell’infanzia i bambini ... angelo Essere sovrumano, ministro di Dio presso gli uomini per annunciare e fare eseguire la sua volontà. Il termine greco ἄγγελος («messaggero») applicato a messi divini (Hermes, Iride, la Fama, talvolta in connessione con l’Oltretomba) venne usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico ...
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Vocabolario
fiór d’àngelo
fior d'angelo fiór d’àngelo locuz. usata come s. m. – Arbusto della famiglia sassifragacee (Philadelphus coronarius), con fiori numerosi, bianchi, profumati, in racemi brevi; originario dell’Asia occid., è molto coltivato nei giardini delle...
àngelo
angelo àngelo (o àngiolo; ant. àgnolo) s. m. [lat. tardo angĕlus, dal gr. ἄγγελος «messaggero, angelo», usato dai traduttori greci dell’Antico Testamento per rendere l’ebraico mal’āk «messaggero, ministro»]. – 1. Nelle credenze religiose...
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