BERTOLINI, Angelo
Nacque a Zara il 21 nov. 1860 da Gian Carmelo, ingegnere originario di Venezia, e da Carolina Fontegna, nobile dalmata. Nel 1883, appena laureato presso la scuola superiore di commercio in Venezia, ottenne da F. Ferrara, direttore della scuola, l'incarico di statistica. Conseguita nel 1885 la libera docenza in economia politica, l'anno successivo passò all'insegnamento di quella materia. Nominato nel 1888 ordinario di economia politica e scienza delle finanze nell'università di Camerino, vi rimase fino al 1892, quando M. Pantaleoni, direttore della scuola superiore di commercio di Bari, lo chiamò come ordinario di scienza delle finanze. Nel 1903 vinse il concorso a segretario generale della camera di commercio di Bari, ufficio che ricoprì fino alla morte senza tuttavia abbandonare l'insegnamento, conservato per incarico. Nel 1913, divenuta la scuola nel frattempo Regio Istituto superiore di scienze economiche e commerciali, il B. passò all'insegnamento della politica commerciale e legislazione doganale, la scienza delle finanze essendo stata abbinata all'economia politica.
Il B. collaborò a varie riviste giuridiche ed economiche, quali il Giornale degli economisti, La vita italiana, La riforma sociale; collaborò anche alla Enciclopedia di amministrazione e commercio, alla Enciclopedia giuridica italiana e all'edizione Palgrave del celebre Dictionary of political economy. Nonostante la generale notorietà goduta al tempo in cui furono pubblicati, l'interesse oggettivo dei suoi scritti resta quello di documenti utili agli storici, sia della teoria economica sia dell'economia applicata, sia della politica. Con gli scritti e con l'attività di segretario della Camera di commercio barese, il B. combatté ogni ostacolo alla libertà degli scambi, sia che tali ostacoli venissero dai pubblici poteri (dazi doganali, discriminazioni fiscali, protezionismo), sia che derivassero dagli stessi operatori economici (monopoli, coalizioni, cartelli). Questa sua convinzione di "libero scambista" non gli impedì di organizzare in coalizione gli interessi dei viticoltori pugliesi: se per il B. il regime di libera concorrenza costituiva il regime di mercato ideale, egli si rendeva conto che talora, per non soccombere, a coalizione bisogna rispondere con coalizione.
Nei primi anni passati alla segreteria della camera di commercio barese il B. rallentò l'attività di scrittore, per riprenderla intensamente negli ultimi anni della vita. L'occasione fu forse il primo conflitto mondiale, durante il quale pubblicò (anonime) per il Giornale degli economisti le Cronache e cercò di dimostrare, attraverso vari scritti, l'italianità della sua terra d'origine, la Dalmazia.
La prima Cronaca fu scritta dal B. nel febbraio del 1915, alla vigilia del conflitto, l'ultima nel novembre del 1918, alla fine della guerra. Il B., deciso interventista per la sua origine dalmata, non perdeva occasione per denunciare le incertezze del governo, e per manifestare la sua preoccupazione e il risentimento per le tesi dei moderati. Nello stesso tempo ricordava la necessità di prepararsi alla pace, cercando di allacciare relazioni con altri mercati per il giorno in cui sarebbero venuti a mancare il tedesco e l'austro-ungarico. Né tralasciava di conimentare le spese e i prestiti di guerra e le difficoltà che stringevano l'economia nazionale, guardando con diffidenza i tentativi dei governo di calmierare i prezzi delle più importanti derrate.
Durante la guerra fondò le sezioni baresi dell'Associazione nazionale dalmata e della Trento e Trieste, e resse la vice presidenza della Dante Alighieri, contribuendo con fondi delle associazioni e propri al mantenimento e alla sistemazione dei profughi. A guerra finita si recò a Zara per incarico governativo, e ne ottenne la cittadinanza onoraria. Ebbe la laurea honoris causa in giurisprudenza dall'università di Roma e numerosi riconoscimenti da parte di accademie italiane e straniere. Morì a Bari il 15 ott. 1924.
Tra i suoi scritti si ricordano, oltre le Cronache, gli studi finanziari Dialcuni effetti dei dazi fiscali (in Giorn. degli econ., IV[1889], 4, pp. 250-271), Ricerche intorno ad una base scientifica della finanza pubblica (Camerino 189o) e Cenni sul concetto di massimi edonistici individuali e collettivi, in collab. con M. Pantaleoni (in Giorn. degli econ.,s. 2, III [1892], 4, pp. 285-323); i saggi sul socialismo e le questioni operale, tra i quali L'enciclica di Leone XIII sulla questione operaia (Firenze 1891), il Cenno sul social. in Italia (premesso alla trad. dell'opera di G. Rae, Il social. contemporaneo, Firenze 1889; 2 ediz., ibid. 1895) e gli Scioperi in Italia nel 1898e 1899 e all'estero nel 1898, 1899, 1900 (in Giorn. degli econ., s. 2, XIII [1902], 24, pp. 530-553); gli scritti su questioni doganali come La rinnovazione dei trattati di commercio e gli interessi della provincia di Bari (in coll. con A. Graziadei, Bari 1901), Il trattato con l'Austria-Ungheria e la clausola pei vini (in Giorn. degli econ.,s. 2, XIV [1903], 26, pp. 138-153) e il Memoriale dell'Associazione per la tutela degli interessi meridionali nella rinnovazione dei trattati di commercio (Bari 1902), presentato al ministro dell'Agricoltura e Commercio; i numerosi cenni biografici e critici su economisti italiani, tra i quali La vita ed il pensiero di F. Ferrara (Bari 1895) e Vita aneddotica e opera scientifica di T. Martello (Bari 1917); il Saggio di bibliografia economica italiana (1870-189o), pubblicato a puntate tra il 1891 ed il 1896 come supplemento al Giornale degli economisti.
Il Cenno sul socialismo costituisce ancor oggi una utile fonte sulle origini e sul primo diffondersi delle idee e del movimento socialista in Italia. La seconda edizione si conclude con un commento alle elezioni politiche del 26 maggio di quell'anno, da cui scaturì un miglioramento della posizione parlamentare socialista. Il B. sosteneva in particolaze due tesi, da lui già presentate in altri scritti: che gli scioperi e le agitazioni delle campagne non costituivano sintomo di un agguerrito socialismo rurale, ma erano segno di malessere economico; che i progressi del movimento socialista in Italia non erano dovuti a un suo fondamento scientifico - egli trovava il socialismo del tutto privo di fondamenti economici - ma ad un'errata valutazione politica del movimento da parte del governo, che, ostacolandolo, gli dava impulso. Ne La rinnovazione dei trattati di commercio e gli interessi della provincia di Bari - stavano per scadere (1901) i trattati di commercio con la Svizzera, la Germania e l'Austria-Ungheria - si invocavano clausole di favore per i vini, gli oli e le mandorle pugliesi. Attraverso le statistiche doganali si cercava di dimostrare l'utilità di tali clausole per l'economia pugliese ed i benefici effetti che avrebbero portato alla bilancia commerciale italiana. Il B. ritornò sul tema con altri scritti, e soprattutto con l'opera svolta alla camera di commercio barese.
Fonti e Bibl.: Notizie - oltre ai dati anagrafici contenuti nell'atto di morte (Ufficio di Stato civile dei Comune di Bari) - sono reperibili nella necrologia anonima in La Riforma Sociale, s. 3, XXXI (1924), 35, pp. 541 s., e in quella di F. Flora, in Giorn. degli econ., s. 4, XXXIX (1924), 65, pp. 646 ss.: i due necrologi portano un elenco degli scritti del B., ma senza note tip. e inesatto. Un elenco completo degli scritti pubblicati fino al 1895 trovasi nella quarta pagina di copertina dei saggio del B., La vita e il pensiero di F. Ferrara, Bari 1895. Si vedano inoltre: La morte del prof. A. B.,in Bollettino della Camera di commercio e industria della Prov. di Bari, ottobre 1924, pp. 492-509; N. Garrone, In mem. del prof. B. A., in Ann. del R. Ist. sup. di Scienze econ.e comm. di Bari, Bari 1927, pp. 149-152; A. Cronia, La Dalmazia nel pensiero di A. B., in Littorio dalmatico, Zara 1927, nn. 82-83; L. Bulferetti, Le ideologie socialistiche in Italia nell'età del positivismo evoluzionistico, Firenze 1951, pp. 5, 126, 257, 277; L. Einaudi, Saggi bibliogr. e stor. intorno alle dottrine econ., Roma 1953, pp. 8, 15, 21, 45.