BROFFERIO, Angelo
Uomo politico e scrittore, nato il 6 dicembre 1802 a Castelnuovo Calcea presso Asti, morto a Locarno il 28 maggio 1866. Frequentò a Torino i corsi di giurisprudenza, ma che egli fosse fra gli studenti chiassaioli nel gennaio 1821 e fra i ribelli di S. Salvario il 12 marzo, come egli si vantò, non risulta affatto dalle risultanze processuali. Ancora studente, tentò il teatro e la tragedia; Eudossia, rappresentata (1825) a Torino, gli aprì la via alla fama. A Torino incominciò ad esercitare l'avvocatura, ma datosi alla politica, il 2 aprile 1831 fu arrestato per la parte principalissima avuta nella congiura dei Cavalieri della libertà. Rimasto negativo, riebbe poi la libertà in seguito a rivelazioni fatte a prezzo dell'impunità. Uscito dal carcere (nel quale rientrò nel 1844 per accusa di adulterio), pubblicò le sue canzoni piemontesi che gli meritarono popolarità. Nel '34 iniziò la collaborazione nel Messaggiere torinese, alternando a scritti polemici altri liberali, e composizioni drammatiche, e negli albori della libertà fu agitatore instancabile per le riforme e per la libertà costituzionale. Deputato al parlamento subalpino, vi sostenne i principî democratici: fu anzi nel '48-'49 il più irruente demagogo repubblicaneggiante: guerrafondaio dopo l'armistizio di Salasco, presidente di circoli popolari, paladino della costituente; difese dopo Novara il Ramorino; poi, in parlamento, fu avversario della pace, combatté il Cavour, fu ostilissimo alla spedizione di Crimea e all'alleanza con la Francia. Negli ultimi anni scrisse per incarico di Vittorio Emanuele II la Storia del parlamento subalpino, interrotta dalla morte. Come autore drammatico scrisse qualche commedia e tragedia con buoni intenti civili, ma artisticamente poco vitali; poeta dialettale, seppe mordere con spirito arguto ma non sempre sereno i personaggi e le debolezze del tempo suo, sebbene qua e là si senta l'ispirazione del Béranger, del Giusti e del Guadagnoli; come storico scrisse i Miei tempi in modo prolisso, non sempre con fedeltà al vero, e la Storia del Piemonte, che pecca per inesattezze e passionalità; come uomo politico, mancò di serietà e di senno.
Le migliori raccolte del canzoniere del Brofferio sono di L. De Mauri (Torino 1902) e di Olga Grassi (Roma 1902). Un manipolo di canzoni sequestrategli nel 1831 si trova tra le carte processuali dell'Archivio di stȧto torinese; un'altra, più importante, si trova nello stesso archivio (Atti riserv. di polizia, Torino 1847, cart. 6°); un manoscritto autografo delle canzoni è conservato nel Museo nazionale del Risorgimento di Torino. Notevole è l'autografo dei Miei tempi, che contiene due capitoli non compresi nei venti volumi dell'edizione Botta (1857) che si riferiscono a una visita fatta da A. Brofferio a G. Leopardi a Recanati nel 1828.
Bibl.: F. Bosio, Ricordi personali, in Rivista Europea, anno 5°, II, fasc. 2°, pp. 219-232; F. Dall'Ongaro, A. Brofferio, in Nuova Antologia, 1866; E. Montazio, A. B., Torino 1862; Ebranci, Angelo B. e il suo tempo, Asti 1898; A. Colombo, Nel centenario di A. B., Ceva 1902; P. Egidi, I moti studenteschi di Torino del gennaio 1821; A. Segre, l'Episodio di San Salvario, in Biblioteca di Storia italiana recente, XI (1923); F. Ruffini, L'opposizione al conte di Cavour, in Nuova Antologia, 16 ottobre 1920; F. Martini, Due dell'estrema, Firenze 1920; A. Luzio, I cavalieri della libertà e il processo di A. B., in Carlo Alberto e Mazzini, Torino 1923.