CACCIALUPO, Angelo
Nato a Piacenza intorno al 1590, è ricordato come "scultore in legno, intagliatore e abile argentiere", ma con ogni probabilità fu solo "argentiere". Del cocchio destinato nel 1628 agli sposi Odoardo Farnese e Margherita de' Medici, famoso nei fasti della città di Piacenza, egli fornì soltanto il disegno o il modello, realizzato poi dallo scultore parmigiano in legno Alessandro Sacchi.
Della sua attività di orafo si hanno notizie precise. Nel 1635 finì una preziosa torciera d'argento per la Fabbriceria di S. Maria di Campagna in Piacenza; lavoro tanto apprezzato che il duca Odoardo Farnese gliene ordinò un'altra uguale da donare alla stessa chiesa; ma questa, probabilmente per una grave malattia che lo colpì nel 1645-1646, rimase incompiuta, e fu successivamente completata tra il 6 luglio 1646 e l'11 luglio 1648 dagli orafi Giovanni Novati e Lodovico Colombani.
Il Corna attribuì l'interruzione del lavoro alla morte dell'artista, ma documenti recentemente scoperti lo danno ancora iscritto tra orafi piacentini nel 1647e ne accertano la morte nel 1651.
La sua attività è documentata anche dai busti di S.Ignazio di Loyola e di S.Francesco di Sales eseguiti per i gesuiti della chiesa di S. Pietro in Piacenza, firmati e datati 1645.
Dispersi questi ultimi nel 1872(venduti dal municipio di Piacenza al quale erano pervenuti), fuse le torciere di S. Maria di Campagna, per iniziativa della stessa fabbriceria (verso il 1790, come ci informa il Corna, per ottenerne moneta sonante), non rimane oggi un suo solo lavoro che permetta di esprimere un giudizio. Delle torciere si sa soltanto che erano formate da "un piede guarnito per intiero con foglie", da un "vaso con tre arpie" e da vari "scartozzi".
Il C. morì, "di anni sessanta circa", il 1º marzo 1651, nella parrocchia di S. Ilario.
Angelo Camillo, suo figlio, nacque il 9 nov. 1625.Oltre che orafo, fu anche architetto: a lui è attribuito il progetto, o almeno la revisione del progetto, del palazzo del Collegio dei mercanti in Piacenza (1676), ora sede del municipio. Non se ne conosce l'anno di morte.
Fonti e Bibl.: Piacenza, Arch. stor. com., Fondo di Giustizia, all. 1644, n. 1, anno 1647; Ibid., Arch. parrocchiale di S. Ilario (ora presso la chiesa di S. Francesco a Piacenza), Libro dei morti, anno 1651; Ibid., Bibl. com., Schede Rapetti (prima metà sec. XX); L. Ambiveri, Suppl. alla cron. degli artisti piacentini, in Strenna piacentina, XI, (1885), p. 113; L. Mensi, Diz. biogr. piacentino, Piacenza 1899, p. 99; A. Corna, Storia ed arte in S. Maria di Campagna, Bergamo 1908, pp. 168, 198 s., 256 s.; S. Fermi, Nuovi appunti sulle arti minori a Piacenza e nel Piacentino, in Bollettino storico piacentino, XIV (1919), 3, p. 64; E. Nasalli Rocca, Il palazzo del Collegio dei Mercanti di Piacenza, in Ars Nova (Piacenza), III (1924), 11-12, pp. 31-36; A. Rapetti, L'artigianato piacentino nella storia, in Libertà (Piacenza), 9 febbr. 1949.