CECONI, Angelo
Nato a Clauzetto (attuale prov. di Pordenone) il 24 sett. 1865 da Pietro e da Maria Del Missier, studiò medicina e chirurgia nell'università di Padova, dove si laureò nell'anno 1890. Subito dopo la laurea egli partecipò ai moti irredentisti, ed ebbe contrasti anche con le autorità austriache, che gli proibirono il soggiorno a Trieste. La sua carriera accademica ebbe inizio nella clinica medica dell'università di Padova: nominato assistente da A. De Giovanni nel 1891, divenne successivamente aiuto, e conseguì la libera docenza in medicina interna nel 1897. Nel 1900 si trasferì all'università di Torino, ove prestò servizio come aiuto presso la clinica medica diretta da C. Bozzolo fino al 1905. Nominato in quell'anno professore di patologia speciale medica dimostrativa, rimase in cattedra fino al 1935. Partecipò volontario al primo conflitto mondiale, prima in qualità di maggiore medico, poi come consulente di corpo d'armata col grado di maggior generale, e fu decorato con medaglia d'argento dalla Sanità pubblica per servizio di guerra.
Salvo l'interruzione del periodo bellico, il C. si dedicò esclusivamente alla ricerca scientifica e all'insegnamento, segnalandosi come studioso serio e accurato e come brillante didatta. La sua attività medico-scientifica fu rivolta inizialmente a indagini di fisiopatologia compiute mediante le tecniche della fisico-chimica, che erano allora in fiorente sviluppo; successivamente, alla analisi di varie malattie e sindromi attraverso la minuziosa osservazione di importanti gruppi di casi clinici.
Gli studi fisico-chimici del C. furono tra i primi in questo settore: egli condusse ricerche sulla crioscopia e sulla conducibilità elettrica nei liquidi organici, sulla concentrazione molare del sangue e delle orine nelle malattie cardiache e renali, sulla fisico-chimica applicata alla clinica. Tra le sue ricerche di ordine clinico, meritano di essere ricordate le osservazioni sulle malattie ematiche, sulle nefriti, sul tifo esantematico, sull'encefalite letargica, sulle artropatie. Di notevole interesse, tra gli altri, risultò il rilievo che in rari casi di anemia perniciosa, a causa dell'intenso spasmo della zona pilorica, può essere palpata attraverso la parete addominale una massa simulante un tumore. Autore di circa duecento pubblicazioni, fu relatore al XIV congresso della Società italiana di medicina interna, tenutosi a Roma nel 1904. Tra i suoi più importanti scritti, si ricordano: Manuale pratico di medicina interna, Torino 1925(con A. Domarus); Corso di lezioni cliniche, ibid. 1927; Artriti e reumatismi. Malattie degli organi del movimento, articolazioni, muscoli e ossa, ibid. 1934.Nel 1932 vide la luce, a Torino, il Trattato italiano di medicina interna, in cinque volumi, cui avevano collaborato illustri clinici e patologi sotto la direzione del C.: l'opera ricevette l'anno successivo l'encomio solenne della Reale Accademia d'Italia. Come didatta il C. emerse per lo stile limpido ed efficace con cui seppe illustrare tutti i campi della patologia e della clinica, analizzando e commentando i diversi aspetti dei problemi diagnostici, così, che le sue lezioni erano sempre ascoltate da un folto pubblico di medici e di studenti.
Il C. morì a Spilimbergo (ora prov. di Pordenone) il 28 genn. 1937.
Fonti e Bibl.: P. Capparoni, Lezioni di storia della medicina, Bologna 1934-35, p. 319; Scritti in onore di A. C. in occasione del 30º anno di insegnamento, Torino 1936; A. Ferrannini, Commemorazione di A. C.,in La Riforma medica, LIII (1937), p. 257; T. Oliaro, Necrologio: A. C., in Minerva medica, XXVIII(1937), p. 1; P. Sisto, A. C., ibid., pp. 235-238; Id., Uno scienziato scomparso: A. C., in La Panàrie, maggio-giugno 1937, pp. 202-204; A. Ferrata-E. Sorti, Le malattie del sangue…,I,Milano 1958, p. 719; I. Fischer, Biograph. Lexikon der hervorragenden Ärzte...,I, p. 231.