CHIASSERINI, Angelo
Nacque a Citerna (Perugia) il 9 genn. 1887 da Giuseppe e da Elisabetta Olivetti. Dopo aver compiuto a Roma una brillante carriera di studente universitario si laureò con lode in medicina e chirurgia nel luglio del 1911 con una tesi cui venne assegnato il premio Girolami.
Assistente volontario presso l'istituto di patologia chirurgica, nello stesso anno il C. pubblicò sulla rivista medica inglese The Lancet (LXXXIX [1911], n.2, pp. 1476 s.) il primo dei suoi oltre duecento articoli scientifici, Ureteral grafts, frutto dei suoi lavori sperimentali condotti nel campo dei trapianti e degli innesti.
Negli anni successivi - ad eccezione di quelli in cui prestò la propria opera come volontario durante il primo conflitto mondiale, in qualità di capitano medico di complemento nella seconda ambulanza chirurgica della IV armata e quindi presso l'ospedale di guerra n. 73 della Croce rossa italiana - egli rivolse la sua attenzione ai problemi connessi all'ipofisectomia e alle lesioni infiammatorie dell'ipofisi e compì ricerche sperimentali di istologia, fisiopatologia e anatomia chirurgica per mezzo di iniezioni di alcool nei gangli spinali, proponendone l'uso soprattutto nei casi più gravi di nevralgie e in quelli di paralisi spastiche.
Il C. percorreva, intanto, tutte le tappe della carriera universitaria e, parallelamente, di quella ospedaliera: assistente effettivo, negli anni dell'immediato dopoguerra, presso la clinica chirurgica diretta da R. Alessandri, passò quindi da aiuto volontario ad aiuto di ruolo nella stessa clinica negli anni 1924-1928. Nel 1918 e nel 1926 aveva conseguito, rispettivamente, la docenza in patologia speciale chirurgica e in clinica chirurgica e medicina operatoria.
Nello stesso periodo il C. operava in ambito ospedaliero, prima a Roma come assistente e come aiuto chirurgo (1913-1927) e quindi a Venezia, chiamato, come vincitore di concorso a chirurgo primario, a dirigere la III divisione chirurgica del locale ospedale civile, ove rimase dal 1928 al 1931.
Pur non trascurando altri settori della chirurgia, il C. giunse ad orientarsi quasi esclusivamente verso quella del sistema nervoso: a questo periodo risalgono, infatti, alcune importanti ricerche sperimentali intorno all'idrocefalia che fornivano, per la prima volta in Europa, la conferma della teoria di W.E. Dandy sulla produzione e la circolazione del liquido cefalo-rachidiano.
Aggiornato nelle più moderne tecniche operatorie attuate in altri paesi d'Europa e negli Stati Uniti d'America, il C. ebbe. anche modo di modificarle e di perfezionarle: egli ideò, ad esempio, nuove vie d'accesso e nuovi procedimenti chirurgici, quali gli interventi di anastomosi intercosto-radicolari e intercosto-lombari nelle sezioni midollari complete da fratture vertebrali. Nel 1930, a Venezia, ebbe, fra l'altro, a operare, primo in Italia e con felice risultato, un tumore cistico dell'ipofisi per via transfrontale.
Rientrato a Roma nel 1932 per occupare il posto di chirurgo primario presso l'ospedale del Littorio (oggi S. Camillo), il C. vi portò, oltre alla sua ventennale esperienza di chirurgia generale e alla particolare preparazione nel campo dell'anatomia e della clinica del sistema nervoso, la precisa conoscenza delle più aggiornate tecniche operatorie, dovuta ai frequenti viaggi compiuto all'estero (importanti le sue visite ai centri chirurgici di Zurigo, Monaco, Vienna e Strasburgo e alla clinica neurochirurgica del Karolinska Institut di Stoccolma diretta da H. Olivecrona), all'attiva partecipazione a numerosi congressi internazionali dei settore e all'appartenenza, come socio effettivo o corrispondente, a molte accademie e società scientifiche italiane e straniere (Accademia medica di Roma, Accademia Lancisiana, Società italiana di chirurgia, Società radio-neuro-chirurgica italiana, Societé française de chirurgie, British Society of Neurological Surgeons, Massachussetts Italian Medical Society).
Il C., intanto, si adoperava "perché la neurochirurgia, anche in Italia, si affermasse come branca autonoma e, più tardi, perché il neurochirurgo non fosse considerato come il semplice esecutore tecnico del neurologo e dell'internista, ma divenisse, come lo era da tempo in molti paesi stranieri, il "primus inter pares", di un gruppo di specialisti operanti in stretta collaborazione" (Ugelli).
Il suo costante e tenace impegno in tal senso doveva portare, nel 1937, alla costituzione di una sezione neurochirurgica degli Ospedali di Roma presso il padiglione Flajani dell'ospedale del Littorio: il C. fu chiamato a dirigere questo reparto, il primo della specialità a essere ufficialmente riconosciuto in Italia. In questa sede, il C. diagnosticò e operò - primo caso nella letteratura chirurgica mondiale - una compressione radicolare da ernia laterale di un disco cervicale. Durante la seconda guerra mondiale, dal 1941 al 1944, ebbe la direzione del centro neurolesi dell'ospedale militare del Celio: le osservazioni raccolte nel primo anno di attività furono oggetto di una comunicazione al congresso nazionale di chirurgia di guerra nel 1942.
Al termine del conflitto, fu chiamato a dirigere la sezione neurochirurgica del secondo padiglione del policlinico Umberto I, istituito nel 1940, e, nel maggio del 1948, fu, a Torino, tra i fondatori della Società italiana di neurochirurgia, costituitasi poi ufficialmente a Milano due anni più tardi: in essa ebbe a ricoprire per due bienni (1952-53 e 1957-58) la carica di presidente e dal 1957 diresse la rivista Minerva neurochirurgica, organo ufficiale della società stessa.
Nel 1957 dava alle stampe, a Roma, un vasto trattato sulla Traumatologia del sistema nervoso, aggiornamento di suoi due precedenti scritti: Lesioni traumatiche dei nervi (Roma 1944) e Lesioni traumatiche dell'encefalo (ibid. 1947).
Il C. morì a Roma il 30 marzo 1959.
Fra i suoi scritti principali si ricordano: Contributo alla chirurgia sperimentale dell'ipofisi, in Il Policlinico, sezione chirurgica, XIX (1912), n. iI, pp. 515-528; Lesioni infiammatorie sperimentali dell'ipofisi e della regione ipofisaria, ibid., XX (1913), n. 11, pp. 514-523; Studi sperimentali sull'idrocefalo, note I e II, ibid., XXIX (1922), n. 47, pp. 1325-1527; Ricerche sperimentali e contributo clinico sui trapianti liberi di nervi, ibid., XXX (1923), n. 3, pp. 73-75; Contributo allo studio dell'acrocefalo-sindattilia, in Bullettino e atti della R. Accademia medica di Roma, LII (1926), n. 7-8, pp. 202-210; Beiderseitige frontale Kranioresektion als Zugang zur Hypophyse. Bemerkungen über einen chirurgischen Eingriff an einer Cyste der Hypophyse, in Brun's Beiträge zur klinischen Chirurgie, CXLIX (1930), pp.641-651; Sulla terapia di alcuni stati di insufficienza vascolare degli arti inferiori, con speciale riguardo alla surrenalectomia e alla asportazione dei gangli del simpatico lombare. Osservazioni personali, in Archivio italiano di chirurgia, XXIX (1931), pp. 78-92; Sulla chirurgia del simpatico, in Rivista italiana di endocrino e neurochirurgia, I (1935), pp. 53-93; La mia attuale esperienza nella chirurgia di alcune affezioni della regione chiasmatico-sellare, in Il Policlinico, sezione pratica, XLIII (1936), pp. 1635-1655; Relazione su di una visita a centri neuro-chirurgici degli Stati Uniti d'America, in Bollettino dell'Accademia medica di Roma, LXII (1936), p. 419; Patologia e terapia delle sindromi neuroipofisarie, Roma 1937; Cenni sull'attività della sezione neuro-chirurgica dell'ospedale del Littorio durante il suo primo anno di vita, in Rivista italiana di endocrino e neurochirurgia, IV (1938), pp. 545-559; L'importanza chirurgica delle ernie del "nucleus pulposus" e del disco intervertebrale, in Atti e memorie della Società romana di chirurgia, II (1939), pp. 71-88; Il reparto neuro-chirurgico dell'ospedale militare del Celio in Roma, in Giornale di medicina militare, LXXXIX (1941), pp. 805-833; La grande nevralgia del trigemino. Criteri diagnostici e terapeutici, in Rassegna clinico-scientifica, XX (1942), pp. 119- 124; Alcune considerazioni sulla attività di un reparto di neuro-chirurgia, ibid., XXV (1949), pp. 1826, 40-47; Gli ematomi sottodurali cronici, ibid., XXVIII (1952), pp. 114-118.
Fonti e Bibl.: P. E. Maspes, A. C., in Minerva neurochirurgica, III (1959), pp. 1-2; Acta neurochirurgica, VII (1959), pp. 502-503 (necrol.); L. Ugelli, La neurochirurgia in Italia attraverso l'opera di A. C., in Atti dell'Accademia Lancisiana, di Roma, s. 3, VI (1958-59), n. 2, pp. 95-101; P. Conforti, Discorso celebrativo del XXV anniversario di fondazione della Società italiana di neurochirurgia, in Journal of Neurosurgical Sciences, XIX (1975), pp. 1-5.