CHIAVARO, Angelo
Nacque a Catania il 29 giugno 1870 da Gaetano e da Maria Costa. Conseguita la licenza classica, nel 1889 si iscrisse alla facoltà di medicina e chirurgia dell'università di Catania, ove compì i primi quattro anni del corso: in questo periodo frequentò gli istituti di zoologia e anatomia comparata, diretto da G. B. Grassi, di materia medica e farmacologia sperimentale, diretto da A. Curci, di patologia generale, diretto da G. B. Ughetti. Iscrittosi nel 1893 al quinto anno della facoltà di medicina e chirurgia di Roma, ove frequentò il corso di polizia sanitaria tenuto da A. Celli, l'anno seguente si trasferì a Firenze: qui si laureò, il 5 luglio 1895, discutendo la tesi Congiuntivite blenorragica ed acquisita dei neonati, che pubblicò poi a Napoli nel 1896. Dopo la laurea, sempre a Firenze, frequentò i corsi di perfezionamento in patologia generale e in clinica chirurgica, e nel 1896 venne nominato medico chirurgo astante volontario nell'arcispedale di S. Maria Nuova.
In quello stesso tempo il C. cominciò a dedicarsi allo studio dell'odontoiatria, e il suo interesse per tale disciplina aumentò rapidamente tanto da indurlo, nel 1897, a recarsi negli Stati Uniti, ove già esistevano scuole di perfezionamento in odontoiatria e facoltà odontoiatriche.
Il C. fu il primo medico italiano a iscriversi alla scuola dentaria di Filadelfia e a laurearvisi in odontoiatria, ottenendo nel 1899 il diploma di dottore in chirurgia dentaria. Nella stessa sede seguì anche un corso di perfezionamento in anestesia e anestetici, per cui ottenne uno speciale diploma. Dopo aver superato gli esami di Stato per l'abilitazione all'esercizio della chirurgia dentaria e della medicina e chirurgia nello Stato di Pennsylvania, fino al 1901 esercitò la professione a Filadelfia; in questo periodo inventò una nuova leva dentaria, con giunto a sfera cribrosa rigidamente flessibile, che brevettò negli Stati Uniti e che gli valse la nomina a socio effettivo dell'Accademia di stomatologia di Filadelfia.
Dopo un biennio trascorso a visitare le varie scuole professionali europee, il C. tornò in Italia nel 1903, e nel 1905 conseguì a Roma la libera docenza: poiché la sua tesi svolgeva anche un argomento di protesi, ottenne dal Consiglio superiore della Pubblica Istruzione che la docenza per la prima volta venisse conferita, oltre che in odontoiatria, anche in protesi dentaria. Nel 1908 ottenne l'incarico dell'insegnamento di odontoiatria e protesi dentaria nell'università di Roma, che gli fu poi confermato fino al 1914. Nel 1915 vinse il concorso per la prima cattedra di odontoiatria e protesi dentaria del Regno d'Italia, istituita presso l'università di Roma, e ne mantenne la direzione fino al 1928, allorché venne trasferito all'università di Genova, ove insegnò fino al 1940, quando fu collocato a riposo.
In cinquanta anni di attività didattica e scientifica il C. pubblicò duecento lavori di interesse odontoiatrico e numerosi altri in cui si occupò della riforma degli studi universitari. Collaborò alla rivista Odontostomatologia e nel 1916 fondò il periodico Annali di odontologia, che diresse fino al 1940: scopo del giornale era quello di dare maggiore impulso alla letteratura odontoiatrica, di diffondere le nuove cognizioni e applicazioni pratiche, di far conoscere e apprezzare all'estero l'attività scientifica degli odontoiatri italiani. Il C. fu inoltre autore del capitolo Semeiotica e diagnostica speciale odontoiatrica nel Trattato di semeiologia fisica e diagnostica chirurgica generale e speciale, diretto da D. Taddei (III, Torino 1924, pp. 275-352).
Nei numerosi lavori scientifici il C. illustrò i vari aspetti dell'odontoiatria - embriologia, istologia, fisiologia, parassitologia, patologia e anatomia patologica, semeiotica e diagnostica - e descrisse i rapporti esistenti tra malattie dei denti e delle gengive e stati morbosi generali. Si interessò inoltre di argomenti più strettamente tecnici, quali la meccanica clinica e la metallurgia applicata alla odontoiatria e alla protesi dentaria. Particolare attenzione rivolse all'igiene della bocca ("denti e gengive sani conservano la salute e prolungano la vita" in La Salute e l'igiene nella famiglia, XIII [1935], 10, pp. 147-149): sostenne la necessità di mettere in atto pratiche igieniche e profilattiche nella cura dei denti, delle gengive e della lingua fin dall'età infantile, sottolineando l'opportunità di procedere ad accurati controlli negli scolari delle elementari.
Sempre in relazione a tale argomento, nel 1937 pubblicò a Milano un volume di propaganda igienica intitolato I denti e la salute. Nel Ricettario odontoiatrico, pubblicato dapprima a puntate su Odontostomatologia e poi in volume edito a Napoli nel 1913, raccolse ben millesessantasette ricette, di cui molte inedite, disposte in gruppi secondo l'affinità, precedute da nozioni di patologia e terapia clinica delle relative malattie, in modo da facilitare la ricerca della ricetta più adatta. Il C. ha lasciato inoltre uno scritto autobiografico, La mia carriera scientifica, edito nel 1938 a Genova.
Nel campo della riforma degli studi di medicina, nel 1918 il C. approvava il parere del Consiglio superiore del ministero della Pubblica Istruzione, che proponeva di ridurre gli anni di studio a cinque, ai quali avrebbe dovuto far seguito un corso biennale per il conferimento del diploma di specialista. Egli ritornò sull'argomento nel 1923, proponendo un corso di quattro anni al termine del quale il candidato, munito di un diploma in scienze biologiche, avrebbe potuto accedere a una delle vane facoltà professionali sanitarie cui sarebbe spettata l'istruzione completa nel ramo professionale prescelto dal candidato: in pratica, le scuole di specializzazione istituite nello stesso anno 1923, ma lasciando invariato il corso degli studi. Molti suoi scritti il C. dedicò a perorare la causa di una facoltà di odontoiatria indipendente da quella di medicina e chirurgia, ma il successo ottenuto con il r. d. del 31 dic. 1923 che istituiva la scuola nazionale di odontoiatria, annessa all'università di Roma, che avrebbe dovuto conferire la laurea in odontoiatria, fu effimero: l'anno seguente il decreto venne abrogato e sostituito da una norma che rendeva obbligatorio il corso di clinica odontoiatrica, ristabilendo la possibilità di una specializzazione in odontoiatria solo al termine del corso di laurea in medicina e chirurgia.
Il C. morì ad Acqui il 25 luglio 1944.
Fonti e Bibl.: Necr. in Rass. trim. di odont., XXVI (1945), pp. 39 s.; D. Giordano, Chirurgia..., Milano 1938, p. 270.