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ANGELO Clareno detto da Cingoli, beato

di Fredegando d'Anversa - Enciclopedia Italiana (1929)
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ANGELO Clareno detto da Cingoli, beato

Fredegando d'Anversa

Nato a Fossombrone nel 1247, a 23 anni vestì l'abito francescano nel convento di Cingoli e, pur senza salire al sacerdozio, si applicò assiduamente allo studio delle sacre lettere. Di carattere austero, intransigente, e propenso al misticismo di Gioacchino da Fiore, egli si affermò fin da principio reciso difensore dell'osservanza stretta della regola francescana e fece causa comune con i frati zelanti capitanati, nella Marca d'Ancona, da religiosi cospicui, quali Pietro (Liberato) da Macerata, Tommaso ed Angelo da Tolentino, Corrado da Offida e Marco da Montelupone. Profondamente convinto dell'assoluta necessità di una riforma definitiva e perfetta tanto nell'ordine francescano quanto in tutta la Chiesa, egli la propugnava contro chiunque con la massima franchezza.

Dal 1280 al 1289, egli pagò con nove anni di carcere il tenace attaccamento alle sue idee. Liberato dal ministro generale Raimondo Gaufredi, si recò in Armenia con alcuni compagni col proposito di instaurarvi la vita ideale sognata. Ma anche lì incontrò opposizioni che lo costrinsero a ritornare in Italia (1293); si ritirò allora nell'eremo del Chiarino (donde il soprannome di Clareno), presso il solitario Pietro da Morrone.

Eletto questo (5 luglio 1294), col nome di Celestino V, al pontificato, A. ebbe da lui il permesso di costituire una congregazione autonoma sottratta ai superiori dell'ordine, per dedicarsi nei romitaggi all'osservanza rigorosa della regola. Ma dopo il "gran rifiuto" (dicembre 1294) la lotta contro il Clareno e i suoi seguaci riprese con nuovo vigore. Bonifazio VIII, accusandoli di ribellione alla sua autorità, soppresse la congregazione degli eremiti di Celestino V, cui il Clareno faceva capo (1297). Egli riparò nella Tessaglia meridionale, dove rimase, con un gruppo di fedeli seguaci, fino al 1305. All'epoca del concilio di Vienne (1311), lo ritroviamo in Francia, seguendo la curia pontificia nelle sue varie dimore, in Avignone, Montpellier, Carpentras e Valence, ospite gradito del cardinale Napoleone Orsini. Egli vi difese strenuamente la causa dei suoi frati eremiti. La bolla Exivi de Paradiso di Clemente V (6 maggio 1312) pareva dovesse dargli soddisfazione. Ma, infierendo, con ripercussioni anche politiche, la battaglia sulla questione della povertà, Giovanni XXII, con la bolla Sancta Romana (30 dicembre 1317), accomunava nella medesima solenne condanna i fraticelli di Angelo Clareno, i frati della vita povera, e tutti i bizocchi e i beghini che erano in Italia, in Sicilia e nella Francia meridionale; soppresse i loro svariati aggruppamenti e fulminò la scomunica contro i ricalcitranti. Allora il Clareno, dopo aver inviato al papa una lunga Excusatoria, se ne tornò in Italia, ove Bartolomeo II abate di Subiaco gli procurò nella sua badia un rifugio. Qui egli scrisse la famosa Historia septem tribulationum Ordinis Minorum nella quale racconta, riecheggiando motivi gioachimiti, le prove e persecuzioni sofferte dall'ordine prima che potesse raggiungere la riforma perfetta dei frati spirituali. Vi compose anche, seguendo le norme dell'osservanza stretta, una Expositio Regulae Fratrum Minorum. Ricercato dall'inquisitore di Roma nel 1334, fuggì in Basilicata; e nell'alpestre solitudine di S. Maria d'Aspro morì il 15 giugno 1337, in età di circa novant'anni, sessanta dei quali passati fra lotte e disagi di ogni genere, coraggiosamente sopportati per attaccamento alle sue convinzioni sulla decadenza dell'ordine francescano e sulla necessità di una riforma spirituale, in base all'osservanza letterale della regola e del testamento di S. Francesco.

Lo zelo per la povertà e l'austerità della vita, riconosciute ora, del resto, anche da quelli che lo biasimano per scarsa obbedienza all'autorità, misero il Clareno in grande venerazione presso i rigoristi francescani. Molti dei quali, proclamandosi suoi seguaci, andarono anche più in là di lui, in fatto d'irrequieto zelo di riforma e d'intransigente osservanza della lettera francescana. Certo, grande fu l'influenza dei suoi scritti sopra molti frati. L'idealismo del vecchio lottatore ispirò i primi passi del beato Paoluccio Trinci (1368), i frati minori osservanti nel concilio di Costanza (1415) e, un secolo dopo, i frati minori cappuccini e riformati.

L'Expositio Regulae è edita da L. Oliger, Quaracchi 1912; la Historia septem tribulationum, nell'Archiv für Literatur und Kirchengeschichte des Mittelalters, II (1886), p. 108 segg.

Bibl.: F. Tocco, Le due prime tribolazioni dell'Ordine francescano, Roma 1908; F. Ehrle, in Archiv., cit., II (1886), p. 303 segg.; René de Nantes, Histoire des Spirituels, Parigi 1909; F. Callaey d'Anvers, L'idéalisme franciscain spirituel au XIV siècle, Lovanio 1911; id., Le idee francescane spirituali, in Miscellanea Fr. Ehrle, Roma 1924, I, p. 388 segg., e in Italia francescana, II, p. 113 segg., Roma 1927; Ciro da Pesaro, Il Clareno, studio polemico, Macerata 1921; G. Golubovich, Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e dell'Oriente francescano, I, Quaracchi 1906, p. 330 segg.; II, ivi 1913, p. 80 segg.; III, ivi 1919, p. 39 segg.

Vedi anche
Giovanni XXII papa Jaime Duesa (fr. Jacques Duèze, lat. Iacobus de Osa: Cahors 1245 circa - Avignone 1334), vescovo di Fréjus (1300), esperto giureconsulto, godé la protezione di Carlo II d'Angiò; cancelliere del regno di Sicilia (1308), vescovo d'Avignone (1310) e infine cardinale (1312), a Lione fu eletto pontefice (1316). ... cappuccini Frati dell’ultima delle tre famiglie autonome del primo ordine di s. Francesco d’Assisi (➔ frati minori). Le monache c., istituite a Napoli dalla venerabile Maria Lorenza Longo (1538), osservano stretta clausura con la prima regola di s. Chiara. órdine francescano Regola e forma di vita religiosa promossa da s. Francesco. Si suddivide in tre diversi ordini: il primo formato dai frati minori, il secondo dalle clarisse e il terzo da laici, detti terziari francescani. Successivamente vi furono altre suddivisioni e affiliazioni e l'insieme dei francescani divenne ... spirituali I frati minori che, nella seconda metà dell’11° sec., si conformavano a un’interpretazione rigorosa della regola e del testamento di san Francesco, considerati inscindibili l’una dall’altro.
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Altri risultati per ANGELO Clareno detto da Cingoli, beato
  • Clareno, Angelo (al secolo Pietro da Fossombrone)
    Dizionario di filosofia (2009)
    Francescano (Chiarino, Cingoli, 1255 ca Santa Maria d’Aspro, Lucania, 1337), così chiamato dal luogo di nascita; detto anche A. da Cingoli. Entrò nell’ordine nel 1270 ca. e fece parte della corrente degli spirituali; con essi condannato a carcere perpetuo, fu poi (1289 ca.) liberato e mandato missionario ...
  • Clarèno, Angelo
    Enciclopedia on line
    Francescano (Chiarino, Cingoli, 1255 circa - Santa Maria d'Aspro, Lucania, 1337), così chiamato dal luogo di nascita; detto anche A. da Cingoli o da Fossombrone, entrò nell'ordine nel 1270 circa, e fu della corrente degli spirituali; con essi condannato a carcere perpetuo, fu poi (1289 circa) liberato ...
  • ANGELO Clareno
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 3 (1961)
    (Pietro da Fossombrone) Arsenio Frugoni Nato a Chiarino (una località tra Loreto e Recanati o nelle vicinanze di Ascoli) verso il 1255, da umili genitori ("nos qui sumus rustici"), ebbe nome Pietro. Entrò nella famiglia francescana verso il 1270 a Cingoli o a Fossombrone (da ciò, fino a che mutò nome ...
Vocabolario
clarèno
clareno clarèno s. m. – Denominazione (usata per lo più al plur., clareni) dei seguaci del beato A. Clareno (1247-1337), gruppo francescano diffuso anticam. nelle Marche e nell’Umbria e unito definitivamente ai francescani da Pio V nel...
beato
beato agg. e s. m. (f. -a) [dal lat. beatus, propr. part. pass. di beare]. – 1. Che gode o si suppone e si spera che goda la visione di Dio in paradiso: le anime b.; gli angeli b.; E vederai color che son contenti Nel foco [cioè le anime...
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