CUNIO (Cuneo), Angelo
Nacque a Vigevano (Pavia) il 20 sett. 1831 da Agostino e Teresa Canepa, come indicato nel certificato di battesimo. Discendente da famiglia residente in Vigevano fin dalla fine del sec. XVIII, il cognome originario Cuneo fu modificato in Cunio dopo un soggiorno in Inghilterra, ove il C. concluse la sua carriera artistica. La famiglia era di umili condizioni: il padre era contadino; il C. aveva due fratelli: Maria e Giuseppe. Probabilmente lasciò Vigevano ancora fanciullo poiché la sua attività musicale non si svolse mai nella città natale e non risulta essere stato tra gli organisti della cattedrale. Non sappiamo come egli, viste le modeste origini, sia poi stato indirizzato alla musica. Non si può escludere neppure che seguendo la consuetudine di molti giovani dotati, ma di condizioni assai modeste, abbia trovato in qualche mecenate la possibilità di studiare. Di fatto, e al di là di speciose congetture, lo troviamo presso il conservatorio di Milano nel febbraio del 1842. Suoi maestri furono Felice Frasi, A. Mazzuccato, F. Sangalli, L. Rossi, R. Boucheron e A. Angelari. Pare si distinguesse durante gli studi e che conseguisse il premio di composizione all'esame finale. Di fatto, ed il catalogo delle opere lo testimonia, egli si dedicò alla composizione ora di piccoli brani, una sorta di versione nostrana del romanticismo alla Mendelssohn e alla Schubert, ora di variazioni su temi celebri da opere. Non dovette comunque trovare molta fortuna in patria se si trasferì dapprima a Ginevra e nel 1860 a Londra. I due trasferimenti, compiuti nel giro di sette anni, furono probabilmente motivati dalla necessità di una sistemazione; da Londra si trasferì poi ad Edimburgo, presso il Collegio di musica della città. Non interruppe mai i contatti con l'Italia, e di fatto fece giungere un suo lavoro di vaste dimensioni alla Società del quartetto di Milano, ove venne eseguito nel terzo esperimento durante la stagione 1866. Il Concerto, come ci informa la locandina, fu eseguito assieme ad un Quartetto dello stesso C., al Quartetto in do di Haydn e al Quartetto per archi di A. Bazzini. Era il 22 aprile, ed il concerto non passo inosservato. Il Filippi, il critico allora più in vista, così ne scrisse: "Il concerto del Maestro Cunio, se non erro, è una abbastanza felice conciliazione fra lo stile meccanico e l'ideale". E per stile meccanico citava quello di Herz, di Kalkbrenner, di Czerny; per l'ideale quello di Chopin e Mendelssohn. E continuava: "Nel concerto del Sig. Cunio si potrebbe precisare a quale studio di Chopin sia tolto quel passo di terze a note doppie dei primo tempo, come si può precisare nella stretta del Rondò l'imitazione... del Rondò capriccioso di Mendelssohn". Ma se il Filippi negava ispirazione originale al C., ne riconosceva la certa fama affermando: "[che si era fatto] reputazione... di ottimo ed elegante Maestro". Il suo nome non passò inosservato, anche se poi non comparve più nei programmi della Società del quartetto, nonostante, come ci informa il Martinotti, componesse nel 1867 anche una Sinfonia in re. Di fatto i suoi interessi si rivolsero prevalentemente al pianoforte, e compose vari brani ispirati al foiclore scozzese, che pare abbiano ottenuto grande voga durante la sua vita. Nessun altro avvenimento particolare venne a turbare la sua attività di insegnante. Nell'agosto 1891 si spense a Londra.
La sua opera fu presto dimenticata, proprio per la mancanza di originalità che il Filippi gli aveva rimproverato e che viene oggi riconfermata dal Martinotti. In effetti anche nelle opere pianistiche, oltre che in quelle sinfoniche di più ampio respiro, egli non riesce mai a sollevarsi da un melodismo convenzionale, unito ad un'accademica conoscenza dei classici d'Oltralpe, la cui imitazione rimase esteriore. Delle sue composizioni per pianoforte, tutte pubblicate a Milano senza data presso F. Lucca, salvo diversa indicazione, ricordiamo: Souvenir, Polkasalon, op. I, s.d.; Le rose, 4 piccole fantasie sopra motivi favoriti di Verdi: Lucia, Rigoletto(2), Stifielio, s.d.; Gli Inseparabili, 6 piccole fantasie a 4 mani sopra motivi favoriti di opere moderne, Poliuto di Donizetti, Corsaro di Verdi, Gladiatori di Foroni, op. 3; Panorama teatrale op. 4, I-II, Oberto Conte di San Bonifacio; III-IV, Stiffelio; V-VI, Lombardi alla Prima Crociata; VII-X, Rigoletto; XI-XII, Macbeth; XIII-XV, Corsaro; XVI-XVII, Due Foscari; XVIII-XX, Luisa Miller; XXI-XXII, Giovanna D'Arco; XXIII-XXIV, Ernani; XXV-XXIX, Trovatore; XXX, Traviata; XXXI-XXXIII, M. Visconti; Fiori d'Euterpe - Panorama d'opere teatrali di G. Verdi op. 5, I-IV, Luisa Miller; V-XIII, Macbeth, Lombardi alla Prima Crociata, Due Foscari, Traviata, Nabuccodonosor; Canzone e Quartetto op. 8 nell'opera Rigoletto; Scottischop. 17 - Album per il carnevale 1852; Quattro pezzi caratteristici op. 38-39-40-41, L'Estate "Un istante presso un salice", Autunno Studio caratteristico, L'inverno Studio caratteristico, Ricordi; Le Viole, 4 piccoli Divertimenti sulle opere Le due fidanzate, Trovatore e Poliuto, G. Canti; Première Idylle op. 69, G. Canti, Jone di E. Petrella, pezzo teatrale, op. 71; Alcuni pensieri dall'opera "La Sonnambula" per pianoforte a 4 mani, op. 73, G. Canti; Au bord du lac., 3 Idille op. 80, G. Canti; Le Réve de Marie, op. 88, G. Canti; Fioretto, pensée op. 83, G. Canti; Le Repos de Cupid - Andante op. 84, senza ind. top.; 3 pezzi op. 85-86-87, G. Canti; Allegretto op. 90, G. Canti; Mélodie variée, Ricordi; Vivacité, Caprice, Galop de Concert op. 95, G. Canti; La Gentille Andaluse op. 100, Ricordi; Larghetto cantabile op. 103, Ricordi; La Donna delle Driadi op. 107, G. Canti; Les Fleurs d'Or, Album de Demoiselle, Peri, Giuditta, Don Sebastiano, DonGiovanni, Favorita, Aroldo, Ballo in Maschera, Puritani, Sonnambula, Marta, Giovanna de Guzman, Roberto il Diavolo, Ugonotti op 108, G. Canti; MacDonald's Lament op. III, Paterson e Sas; Alcuni pensieri dall'opera Faust del M. Gounod, pianoforte a 4 mani op. 112, G. Canti; Andante cantabile op. 124, Ricordi; La Spigolatrice op. 131; Robin aria scozzese op. 190; Deux Morceaux elegants, Barcorolle du Roi Madrigale de la Reine op. 194;Speranza, Ricordi; Tarantella napoletana dall'opera Piedigrotta per pianoforte a 4 mani. Compose, inoltre, Sinfonia in re per orchestra (1867); Concerto in mi per pianoforte e orchestra (1866); Quartetto d'archi (1866).
Fonti e Bibl.: Vigevano, Anagrafe del Comune, Vol. n. V, foglio di famiglia n. 1210: Stato di famiglia di Cuneo Agostino alla data 1-1-1863; Ibid., Duomo, Arch. parr., Registro dei battesimi del 1831, atto 99, p. 202; F. Filippi, Cronache, in Gazzetta musicale di Milano, XXI (1866), p. 37; Cento anni di concerti alla Società del quartetto di Milano, Milano 1964, p. 37, S. Martinotti, Ottocento strumentale italiano, Bologna 1973, p. 372; C. Schmidl, Diz. univ. dei musicisti, I, p. 394.