ANGELO da Bolsena
Nato a Bolsena (Viterbo), entrò tra i frati minori dell'Osservanza nella provincia romana. Il 3 sett. 1455 Callisto III lo designò nunzio e collettore delle decime per la crociata nelle città e diocesi di Sutri, Nepi, Civita Castellana, Orte, Orvieto e nel Patrimonio al di qua del Tevere, dandogli poi il 20 novembre il medesimo incarico anche per le diocesi di, Frascati, Palestrim, Sabina, Tivoli, Rìeti, Terni, Nocera, Ameha e per le abbazie di Farfa e Subiaco. Dal 1456 al 1464 fu quasi ininterrottamente procuratore generale del suo ordine presso la S. Sede e, almeno nel 1457, vicarìo della provincia romana. Chiamato l'1 febbr. 1457 a Roma per rendere conto delle somme raccolte per la crociata, ricevette da Callisto III molte lodi per la diligenza e l'abilìtà dimostrate nell'adempiere a quest'uffizio (13 luglio 1457) e alcune concessioni di carattere personale (20 agosto dello stesso anno e 12 giugno 1458). Nel 1458 fece parte della commmissione degli osservanti che discusse le condizioni per la convivenza con i conventuali. Successo a Callisto III il Piccolomini (Pio II), A. ebbe di nuovo, nel 1460, l'incarico di commissario per la crociata nelle diocesi di Modena e Parma e, il 23 gennaio dell'anno seguente, la nomina a nunzio e collettore per la Toscana; inoltre, il 23 nov. 1463, il papa gli affidò l'uffìcio di predicatore della crociata nel Patrimonio, che A. assunse immediatamente; già l'8 dicembre, infatti, egli incitava i Viterbesi, parlando nella piazza del Comune, a contribuire alla grande impresa.
Anche Sisto IV non mancò di tenerlo in grande stima, favorendolo in varie occasioni, confermandogli i precedenti favori ottenuti e nominandolo infine inquisitore generale. Da lui A. ottenne per la sua città natale, nel 1472, condoni pecuniari dalla Camera apostolica e nel 1473 la facoltà di tenere annualmente una fiera di quindici giorni. Particolare menzione merita il suo interessamento per l'ospedale di S. Antonio, sito a metà strada tra Bolsena e Montefiascone sulla via di Roma; egli, dopo esserselo fatto concedere dai papi, ne curò il restauro, l'ingrandimento e l'unione con l'ospedale di S. Cristina in Bolsena. Pur dimorando abitualmente nel convento romano di Aracoeli, nel 1472 lo troviamo guardiano di S. Maria del Paradiso a Viterbo. Compare l'ultima volta a Fonte Colombo presso Rieti il 9 genn. 1477; deve essere morto poco tempo dopo questa data, essendo già molto avanzato con l'età.
Casimiro da Roma (Memorie storiche delle chiese e dei conventi dei Prati Minori della Provincia di Roma, Roma 1764, p. 476) lo pone vicario della provincia romana nel 1479; ma deve evidentemente trattarsi di un errore o di una omonimia.
Alcuni scrivono anche che Pio II nel 1460 avrebbe affidato al nostro A. una missione diplomatica presso il duca di Milano Francesco Sforza, per fargli accettare Giacomo Ammannati come successore dì Giovanni Castiglioni nella sede vescovile di Pavia; la missione, pur avendo incontrato dífficoltà in un primo tempo, riusci poi felicemente. Ma la fonte che ci trasmette questo fatto (L. Wadding, Annales Minorum,V, Ad Claras Aquas 1931, p. 318; XIII, ibid. 1932, p. 140) parla di un Angelo da Bolsena, maestro in teologia e appartenente al convento di S. Francesco di questa città; siamo quindi in presenza di un omonimo frate conventuale, certamente diverso dall'Angelo predicatore e collettore apostolico.
Fonti e Bibl.: Cronache e Statuti della città di Viterbo, a cura di I. Ciampi, Firenze 1872, p. 88; Bernardinus Aquilanus, Chronica Fratrum Minorum Observantiae, a cura di L. Lemmens, Romae 1902, p. 111; L. Wadding, Annales, Minorum, XII, Ad Claras Aquas 1932, p. 336; XIII, ibid. 1932, pp. 16, 22-25, 53 s., 73, 75, 95, 140, 216, 310-312, 398; Bullarium Franciscanum, nova series, II, Ad Claras Aquas 1939, p. 34, n. 70, p. 120, n. 220, p, 124, n. 233, p. 133, n. 252, p. 145, nn. 276, 277, pp. 176 s., n. 343, p. 187, n. 358, p. 189, n. 363, p. 194, n. 377, p. 237 s., n. 475, p. 378, n. 732, pp. 456-58, n. 876, p. 557, n. 1068, pp. 609 s., n. 1177, P. 611, n. 1181; III, ibid. 1949, p. 46, nn. 97, 98, p. 47, n. 101, p. 74, n. 170, p. 105, n. 251, p. 196, n. 484; Supplementum, p. 1004, n. 268; Archivum Franciscanum Historicum, VI (1913), p. 100; X (1917), pp. 223, 227; XLVII (1954), p. 72; C. Dottarelli, Storia di Bolsena, Orvieto 1928, pp. 335 s., 349-351, 609.