ANGELO da Furci
Agostiniano, beato - secondo un culto locale confermato nel secolo scorso - nacque a Furci (Abruzzo) nel 1246 da Adalipto e Albizia (o Abbazia), entrambi, secondo la tradizione, di nobile origine, ricchi e pii, che avrebbero dato al figlio il nome di Angelo per riconoscenza, quando, essendo sterile il loro matrimonio da molti anni, si recarono in pellegrinaggio al santuario di S. Michele al Monte Gargano, al fine di ottenere la grazia di un figlio e furono esauditi.
Difficile, in questa narrazione, dire quanto sia struttura meramente agiografica, che trasparirebbe evidente da questi caratteristici topoi tutti tramandati agli Acta Sanctorum,e da questi agli altri scrittori, da una biografia adespota di un non meglio precisato manoscritto napoletano. Vero èche anche l'esposizione degli altri elementi della biografia pare seguire schemi agiografici: così il crescere di A. nello studio e nelle pratiche di pietà sotto la guida di uno zio, Monte, nell'abbazia di S. Benedetto di Comaclana, la decisione di abbracciare la vita eremitica, presso il convento degli eremiti agostiniani a Vasto, dopo la scomparsa del padre, che gli avrebbe ingiunto, sul letto di morte, di sposarsi o di dedicarsi a Dio.
Allievo di Egidio Romano a Parigi, dove conseguì il grado di lettore, fu creato da Clemente da Osimo lettore di teologia per lo Studio generalizio defi'Ordine. a Napoli, città in cui, al suo rientro dalla Francia, aveva predicato con molto successo. Divenuto provinciale - dopo molte resistenze ad accettare l'incarico (ma si tratta di trasparente topos agiografico) - avrebbe rinunziato ai vescovati di Melfi e di Acerra, per rimanere a Napoli come lettore.
Il 6 o 7 febbr. 1327 morì a Napoli nel convento di S. Agostino alla Zecca e fu sepolto nella chiesa omonima, presso l'altare detto del Presepio, dove una lapide avrebbe ricordato la sua tumulazione con queste parole: "Hic iacet Beatus Angelus de Furcio, Ordinis S. Augustini, Lector".
Il suo culto - per miracolose guarigioni operate a Furci - fu confermato, in seguito a regolare processo (nel quale, tuttavia, il promotore della fede sollevò notevoli difficoltà circa l'attendibilità delle fonti di informazioni sulla vita di A.) da Leone XIII nel 1888; le sue reliquie erano state traslate da Napoli a Furci nel 1808, in seguito a una visione avuta da un arciprete del luogo cui A. avrebbe chiesto la traslazione.
A. avrebbe scritto un commento al Vangelo di Matteo, oggi, comunque, irreperibile e, secondo il Perini, a Bologna si sarebbe conservato un codice con suoi sermoni: ma anche di ciò non è possibile avere conferma.
Fonti e Bibl.: Acta Sanctorum Februar.,I, Antverpiae 1658, pp. 927-931; Neapolitan. seu Vastensis confirmationis cultus ab immemorabili praestiti servo Dei ... Angelo a Furcis..., Romae 1888 (processo di conferma del culto, con ampi rinvii agli scrittori dell'Ordine dei secc. XVI, XVII e XVIII, che fanno menzione di A. e del suo culto); A. Perini, Bibliographia Augustiniana,II Firenze s.d. [ma 1931], pp. 88 s.; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.,III, coll.21 s.