MORATTI, Angelo e Massimo
Angelo Moratti (Somma Lombardo, 5 novembre 1909-1981), laureato a pieni voti in farmacia, petroliere, sposato con la signora Erminia, tifosa nerozzurra fin da bambina, diventa il quindicesimo presidente dell'Inter il 28 maggio 1955. Accolto fra gli applausi dei soci, incontra nei primi cinque anni notevoli difficoltà, finché nell'estate 1960, dopo aver puntato su Italo Allodi come direttore sportivo, sceglie come allenatore Helenio Herrera del Barcellona. È una svolta epocale anche se il 'mago' Herrera rischia due volte l'esonero (nel 1962 si salva all'ultimo minuto, quando è già stato scelto Edmondo Fabbri). In quegli anni Moratti costruisce una squadra straordinaria, con Burgnich, Facchetti, Guarneri, il capitano Picchi, Jair, Mazzola, Suarez, Corso, il suo giocatore preferito. L'Inter di Moratti, in un arco di tempo che va dal 1963 al 1966, vince in Italia (tre scudetti, di cui il primo nel 1963, a conclusione di un sorpasso messo in atto nei confronti della Juventus e del Milan), in Europa (due Coppe dei Campioni) e nel mondo (due Coppe Intercontinentali). Il 1967 rappresenta la fine di un mito: l'Inter perde sia la Coppa dei Campioni in finale contro il Celtic Glasgow sia lo scudetto all'ultima giornata a Mantova. Moratti lascia la squadra un anno dopo, il 18 maggio 1968, a Fraizzoli e con lui se ne vanno Herrera e Allodi. Ma l'Inter è una passione di famiglia e così il 12 aprile 1995, Massimo Moratti, il quarto figlio di Angelo, diventa il diciottesimo presidente dell'Inter. Come era accaduto al padre, i primi sei anni sono avari di successi: una Coppa UEFA vinta nel 1998 e uno scudetto perso sul traguardo nello stesso anno, in un braccio di ferro con la Juventus costellato di polemiche arbitrali furibonde, arrivate persino in Parlamento e nelle aule dei tribunali. Il suo fiore all'occhiello è però l'acquisto di Ronaldo, pagato 51 miliardi nell'estate 1997; la sua qualità un entusiasmo senza fine che lo porta a non arrendersi mai.