FARRATINI, Angelo
Non si conoscono ne il luogo, né la data della nascita né si hanno notizie sulla sua attività prima del 1672, anno in cui era uditore a Parigi presso Francesco Nerli, nunzio apostolico in Francia. Il Nerli, eletto cardinale e nominato segretario di Stato il 12 giugno 1673, incaricò il F. di ricoprire ad interim la nunziatura di Francia, raccomandandolo al cardinal nepote P. Altieri per la sua abilità, lo zelo e l'approfondita conoscenza della situazione francese (Arch. segr. Vaticano, Segr. di Stato, Francia 149, f. 631).
Il F. assunse l'incarico in un periodo politico estremamente delicato, allorquando la guerra condotta dalla Francia e dall'Inghilterra contro l'Olanda si estese ad una coalizione difensiva alla quale aderirono l'Impero, la maggior parte dei principi tedeschi e, a partire dal 19 ott. 1673, la Spagna. Al F. fu conferito il titolo di abate di S. Nicolò, qualifica che meglio si adattava alla sua nuova dignità. La nunziatura di Francia rimase vacante fino al 12 dic. 1673, quando fu affidata a Fabrizio Spada, allora nunzio a Torino. Questo ritardo nella nomina fu dovuto alle tensioni esistenti tra la S. Sede e la Francia, alle contrastanti pressioni interne esercitate sul cardinal Altieri ed alla delicata missione di pace che avrebbe dovuto svolgere il nuovo nunzio. Il F. ricoprì l'internunziatura nei sette mesi che intercorsero fra il 15 luglio 1673, giorno in cui il cardinal Nerli cessò l'esercizio delle sue funzioni, e l'arrivo del nuovo titolare della nunziatura, avvenuto il 15 febbr. 1674, trattenendosi a Parigi fino al 16 marzo per informare lo Spada della complicata situazione francese.
Durante il soggiorno parigino, trovatosi nell'impossibilità di essere accreditato presso il re ed i suoi consiglieri, impegnati in Alsazia contro le truppe imperiali, il F. conobbe le novità del fronte solo attraverso notizie indirette. Ciò appare tanto più grave in quanto egli fu informato dell'entrata in guerra della Spagna contro la Francia dalle lettere provenienti dall'Inghilterra, fornendo cosi in ritardo la notizia alla segreteria di Stato, estremamente interessata all'argomento.
Particolarmente attento a riportare le novità provenienti dall'Inghilterra, il F. fu puntuale nel registrare le proposte di pace presentate dall'Olanda al re inglese. Per la breve durata dell'incarico e la particolare congiuntura internazionale, l'operato del F. risentì dei limitati contatti diplomatici e dell'assenza di iniziative personali. Nei pochi mesi in cui ricoprì l'internunziatura, il F. registrò i torbidi del Parlamento inglese contro la politica filofrancese e cattolica di quel re, che anticiparono la rivoluzione del 1688. Intrattenne scambi epistolari con mons. G. Marescotti, nunzio in Spagna, con i cardinali G. Grimaldi e F. Barberini. Per conto di quest'ultimo acquistò in Francia i libri richiestigli fra il dicembre 1673 e il febbraio 1674 (Bibl. ap. Vaticana, Barb. lat. 8256, ff. 111-114). Attenendosi alle disposizioni della segreteria di Stato, il F. fu attento a soffocare impetuosi eccessi di radicalismo giansenista all'interno della Sorbona, dove vi era chi sosteneva che "Papa non est centrum unitatis ecclesiae". Diede notizia delle pressioni esercitate dal Colbert sui dottori della Sorbona, affinché censurassero i libri che negavano, quanto allo ius, il dogma dell'infallibilità papale e la supremazia del papa sul concilio. Infine, avvertì il disagio di non poter interferire nelle questioni interne della Chiesa di Francia, con particolare riguardo ai rapporti tra il re ed il clero francese. Passivo osservatore e distaccato cronista, il F. fu testimone del progressivo raffreddamento dei rapporti tra la Francia e Roma, in particolare tra Luigi XIV e l'Altieri, dando notizia dell'affare più importante che si trovò ad affrontare dalla partenza del Nerli in materia di spedizioni.
Già in passato il potere reale aveva tentato più volte di porre sotto il proprio controllo i notai apostolici, di cui la Curia si serviva per spedire con regolarità bolle, brevi, dispense e rescritti a tutti gli ecclesiastici e fedeli che, per soddisfare esigenze spirituali e temporali, li richiedevano e per cui pagavano una tassa. Durante la nunziatura del Nerli, per coprire le ingenti spese di guerra, Luigi XIV aveva esteso anche a questa attività il sistema generale di attribuzione delle cariche, creando e vendendo appositi uffici regi, ereditari e limitati nel numero, e dichiarando nulli tutti gli atti della Cancelleria romana che non fossero passati per gli spedizionieri ufficiali. In un primo momento l'editto non fu applicato, finché fu reso esecutivo con l'arrêt dell'11 nov. 1673, che condannava una ventina dei vecchi spedizionieri a pagare un'ammenda e negava la validità delle provvisioni ottenute.
Il F., denunciando tale editto, di natura apparentemente fiscale, come lesivo delle libertà ecclesiastiche, non solo allegò in più occasioni alle lettere indirizzate all'Altieri numerosi fogli a stampa, ma lamentò anche il mancato intervento del clero francese. Neppure dopo la partenza del F. la questione fu risolta, anzi fu complicata dal fatto che si affiancarono ai vecchi spedizionieri nuovi appaltatori, che si rifacevano delle spese a danno dei fedeli. Infine., è singolare che il F., come già il suo predecessore e lo stesso Spada, si mostrasse intransigente verso gli spedizionieri ufficiali, di cui reclamò la soppressione, trascurando invece la secolarizzazione di gran parte delle proprietà monastiche e l'estensione del diritto di regalia a tutto il Regno, previste da un editto del febbraio 1673, che di lì a qualche anno sarebbe stato causa della rottura tra la Francia e Roma. La maggiore disponibilità preannunciata dal re verso il nuovo nunzio, nipote diBernardino Spada che era stato nunzio di Francia, e lo spessore della personalità di F. Spada resero consapevole il F. dei limiti della propria missione, tanto da portarlo ad affermare a ragione che "gli uffici si renderanno più efficaci con l'arrivo del Nunzio". A partire dai primi giorni del 1674 il F. divenne a Parigi il portavoce del nuovo nunzio e, solo dopo l'arrivo di questo, offrì al consigliere di Luigi XIV l'intermediazione della S. Sede per la pace tra Francia e Spagna.
Il 2 marzo 1674 il F. prese congedo da Luigi XIV, al quale lo aveva presentato lo Spada; il 16 marzo lasciò Parigi, come lo Spada annotò nel suo diario e comunicò all'Altieri (Arch. segr. Vaticano, Segr. di Stato, Francia 432, ff. 218-221); il 23 era a Lione e in una lettera dell'11 aprile l'internunzio di Torino, F. M. Montani, informò l'Altieri che "è stato qua di passaggio per Roma il Signor Abbate Ferrattini, che torna dalla sua internunziatura di Francia" (Ibid., Savoia 99, f. 110). Più tardi, in virtù forse dello zelo dimostrato a Parigi, si ritroverà il F. a Pesaro come uditore di F. Spada, nominato legato di Urbino il 13 marzo 1681. In una nota di quell'anno, riguardante la legazione di Urbino, lo Spada ricordò al suo seguito il "Signor Abbate Ferrattini, Auditore" (Ibid., Urbino 3, ff. 107-108). Da alcune lettere del F. dell'agosto-settembre 1686 si desume che in quel periodo egli curava a Pesaro gli affari economici della S. Sede e non tralasciava di informarne lo Spada, residente ad Urbino (ibid., 7, ff. 125-198). Più deciso nei toni della corrispondenza, il F. dimostrò un'insospettata capacità di gestire le situazioni, riuscendo ad ottenere da Roma alcuni finanziamenti richiesti per conto dello Spada al tesoriere generale. Infatti, sebbene la nunziatura di Francia avesse rappresentato un successo per il F., per il modo in cui fu condotta e, per i risultati pratici che seppe ricavarne, egli dimostrò maggiori motivazioni individuali in ambiente italiano, dove ricoprì un incarico che gli era più consono. In qualità di uditore presso il Nerli prima e lo Spada poi - entrambi futuri segretari di Stato - il F. dovette certamentegodere di un buon credito in Curia. E incerto quando fece ritorno a Roma; una lettera di Alessandro Bonaventura allo Spada lo dà ancora a Pesaro nel marzo 1688 (ibid., 8, f. 485). Dopo quella data si perdono le tracce del F. e non si conosce l'anno della morte.
Fonti e Bibl.: Arch. segr. Vaticano, Segreteria di Stato, Francia 148, ff. 529-558; 149, ff. 631-948; 150, ff. 1-261; 317, ff. 447-524; 432, ff. 152-173; 439, ff. 1-35; Ibid., Urbino 3, ff. 107-108; 7, ff. 125-198; 8, ff. 485-646; Ibid., Misc., Arm. I, 36, f. 251; Correspondance du nonce en France F. Spada, a cura di B. Barbiche-S. Dainville, Roma 1982, p. 861; P. Blet, Les assemblées du clergé et Louis XIV de 1670 à 1693, Roma 1972, p. 73; L. Karttunen, Les nonciatures apostoliques permanentes, p. 244.