MANINI, Angelo
Nacque a Castelnuovo Monti, presso Reggio nell'Emilia, il 13 giugno 1814. Scarsissime sono le notizie sulla giovinezza. Trasferitosi con la famiglia a Vezzano, piccolo centro del Reggiano, si dedicò fin da giovanissimo al mestiere di artigiano del rame che avrebbe esercitato per tutta la vita. Poco probabile è la partecipazione del M. ai moti del 1831, che d'altro canto ebbero un'eco assai modesta nella sua zona. Affiliatosi all'inizio degli anni Trenta alla Giovine Italia, il M. subì spesso nel periodo successivo le attenzioni della polizia del Ducato di Modena, e venne più volte arrestato e recluso, sia pure per brevi periodi, nel forte di Rubiera.
Il M. non rivestì un ruolo di primo piano al momento dello scoppio rivoluzionario del 1848: strinse però profondi legami di amicizia con i reggiani G. Grilenzoni e G. Lamberti, strettissimi collaboratori di G. Mazzini. Dopo i fatti del 6 febbr. 1853, fu nuovamente arrestato e incarcerato per alcuni mesi insieme con altri mazziniani reggiani e modenesi.
Dopo la fine del Ducato di Modena e la cacciata della dinastia estense (giugno 1859), il M. assunse un ruolo di primo piano fra gli uomini del Partito d'azione di Reggio Emilia, mantenendosi sempre fedele alle direttive di Grilenzoni (allora a Lugano), con il quale, almeno dal marzo 1860, ebbe frequenti contatti epistolari. I mazziniani reggiani raccolsero fondi per la campagna di G. Garibaldi nell'Italia meridionale e inviarono volontari: fra di essi figurarono anche i figli del M., Filippo e Secondo, i quali, pur non facendo parte della prima ondata partita da Quarto, militarono nelle schiere garibaldine fino alla battaglia del Volturno. Il 29 ag. 1860 si costituì a Reggio Emilia la Società di mutuo soccorso degli operai, e il M., che assunse la guida della commissione direttiva (la commissione amministrativa toccò invece a un esponente dei moderati), diede al programma della neonata associazione una coloritura assai più politica che sociale. Capisaldi dell'intensa attività propagandistica del M. furono così il completamento dell'Unità nazionale e l'introduzione del suffragio universale nelle elezioni politiche. Nel giugno 1861 Grilenzoni e il M. diedero poi vita a un "comitato di provvedimento per Roma e Venezia" e, nel settembre successivo, redassero una vibrante protesta contro la politica estera del gabinetto Ricasoli. In qualità di delegato della Società operaia reggiana, il M. prese parte tanto al congresso di Firenze delle Società operaie (settembre 1861) quanto all'assise delle associazioni liberali e dei comitati di provvedimento tenutasi a Genova (marzo 1862). Proseguendo nella sua febbrile attività propagandistica, si diede a diffondere opuscoli e a organizzare manifestazioni pubbliche (come quella del gennaio 1862 in occasione dell'anniversario della scomparsa di G. Lamberti) almeno fino al disastro di Aspromonte (agosto 1862), allorché la Società operaia reggiana fu sciolta d'autorità. Dopo aver difeso l'operato della defunta Società attraverso un opuscolo apparso nelle pagine di alcuni quotidiani locali, nel novembre 1862, insieme con altri democratici reggiani, costituì la Fratellanza artigiana, della quale presiedette il consiglio direttivo. Ma due mesi dopo anche la nuova società fu sciolta per ordine del ministero degli Interni.
Nel biennio 1863-64 il M. collaborò attivamente alla preparazione dell'insurrezione che, secondo Mazzini, avrebbe dovuto condurre alla liberazione del Veneto e del Trentino: spronato direttamente da Garibaldi (che gli scrisse nel marzo e nell'agosto 1863), il M. raccolse fondi in favore del Comitato centrale unitario italiano presieduto da B. Cairoli e, coadiuvato dall'emissario mazziniano G. Zugni, reclutò anche una piccola squadra di volontari reggiani, la quale, stante il completo fallimento del moto, non penetrò mai in territorio austriaco.
Nell'agosto 1864 il M., con P. Casali e G. Borelli, riportò in vita la Società di mutuo soccorso, la quale fu però sciolta dopo le proteste seguite all'approvazione della convenzione di settembre (autunno 1864); di lì a poco, fu tra gli artefici della nascita del settimanale La Rivoluzione. Diretto da Casali, il nuovo periodico, nella campagna elettorale per la IX legislatura, sostenne la candidatura di Grilenzoni a deputato per il collegio di Reggio Emilia, impegnandosi in una infuocata contesa con l'Italia centrale, organo dei moderati. La sera stessa delle elezioni (22 ott. 1865), che videro la sconfitta di Grilenzoni, il direttore dell'Italia centrale A. Volpe venne ferito a colpi di coltello: tra gli altri, furono implicati nell'aggressione i figli del Manini. Il processo, svoltosi nel luglio 1866 presso la corte d'assise di Reggio Emilia, si concluse con la piena assoluzione degli imputati difesi da F. Crispi.
I figli del M. furono di nuovo protagonisti nel gennaio 1869, quando, inserendosi nella sollevazione della popolazione contadina di Casina (piccolo centro del Reggiano) contro la tassa sulla macinazione dei cereali da poco entrata in vigore, diedero vita a una banda che contò fino a una sessantina di unità. Pressati dai carabinieri, gli insorti (che si facevano consegnare dai mugnai i proventi della tassa sul macinato per riconsegnarli ai contadini) si dettero alla macchia. Il M., sebbene avesse vivamente sconsigliato i figli dal cavalcare i tumulti contadini (nei quali scorgeva le mene del partito reazionario), fu incarcerato nel marzo 1869 e rilasciato solamente nel dicembre successivo, dopo l'arresto dei figli (i quali tornarono in libertà dopo la liberazione di Roma).
Il M. fu invece l'ispiratore diretto della banda, capitanata da G. Pomelli, che operò nel maggio 1870 sui monti del Reggiano: nata con l'obiettivo di suscitare una vasta sollevazione in favore della Repubblica e della liberazione di Roma, essa si sciolse (nella totale indifferenza delle popolazioni contadine) dopo un breve scontro con i carabinieri presso la rocca di Bagnolo. Rimane controversa la questione se il M., nel concepire il tentativo rivoluzionario, avesse agito su ordine diretto di Mazzini.
Dopo la presa di Roma, il M. si ritirò a vita privata, trascorrendo gli ultimi anni in condizioni di estrema indigenza, dal momento che il suo discreto patrimonio era stato depauperato dall'attività cospirativa e, soprattutto, dai vari processi subiti dai figli.
Il M. morì a Reggio nell'Emilia il 18 giugno 1890. Ai funerali pronunciò un vibrante discorso il socialista reggiano C. Prampolini.
Fonti e Bibl.: Le lettere indirizzate al M. da G. Grilenzoni, G. Garibaldi, A. Brofferio, B. Cairoli, M. Quadrio sono conservate nella Biblioteca municipale A. Panizzi di Reggio Emilia. Si vedano: Il popolo che divenne nazione. Carte reggiane del Risorgimento, a cura di W. Montorsi, Reggio Emilia 1961, pp. 135-140; R. Marmiroli, A. M., l'ultimo dei mazziniani reggiani, in Il Pescatore reggiano, CXV (1961), pp. 65-89; Le carte di Agostino Bertani, Milano 1962, pp. 453, 968; R. Cavandoli, Antecedenti e motivi ideali della polemica Bianchi-Grilenzoni, in Il Risorgimento a Reggio. Atti del Convegno…, Reggio Emilia… 1961, Parma 1964, pp. 235-247; F. Boiardi - R. Cavandoli, Questioni e vicende della politica a Reggio dopo l'Unità, in Reggio dopo l'Unità. Atti del Convegno di studi… 1964, Reggio Emilia 1966, pp. 10-18; O. Rombaldi, Cronaca della questione sociale in Reggio Emilia (1859-1886), ibid., pp. 134-199; Ed. nazionale degli scritti editi e inediti di G. Mazzini, Indici, II, a cura di G. Macchia, Imola 1973, ad nomen.
Riferimenti al M. in G. Pomelli, Aspromonte-Mentana e le bande repubblicane in Italia nella primavera del 1870, Milano 1911, pp. 139-150; Id., Patriotti e soldati reggiani del Risorgimento, Reggio Emilia 1915, pp. 44-121 passim; N. Campanini, Il Partito d'azione in Reggio Emilia dal 1860 al 1866, in La Provincia di Reggio, I (1922), pp. 321-336; A. Balletti, La storia di Reggio nell'Emilia narrata ai giovani, Reggio Emilia 1933, p. 274; C. Pavone, Le bande insurrezionali della primavera 1870, in Movimento operaio, VII (1956), pp. 64 s.; F. Manzotti, Le bande repubblicane Manini e Pomelli nel Reggiano (1869-70), in Atti e memorie della R. Deputazione di storia patria per le antiche provincie modenesi, s. 8, X (1958), pp. 152-166; N. Rosselli, Mazzini e Bakunin. Dodici anni di movimento operaio in Italia (1860-1872), Torino 1967, pp. 234 s.; G. Varini, Storia di Reggio Emilia, s.l. [ma Reggio Emilia] 1968, pp. 188, 190 s., 234; G. Badini - L. Serra, Storia di Reggio Emilia, Reggio Emilia 1985, pp. 221, 223; C. Rabotti, Reggio Emilia: cronache, immagini, personaggi. 1860-1945: dalla monarchia alla Repubblica, Reggio Emilia 1988, ad ind.; U. Bellocchi, Reggio "capitale" della cooperazione, in Reggio Emilia nell'Ottocento, a cura di U. Bellocchi, Roma 1994, pp. 154 s.; M. Mazzaperlini, Repertorio bio-bibliografico dei reggiani illustri, in Reggio Emilia. Vicende e protagonisti, a cura di U. Bellocchi, Bologna 1970, II, s.v.; C. Rabotti, Enc. reggiana: 1860-1990, Reggio Emilia 1991, pp. XII s., 86.