D'ELCI, Angelo Maria
Poeta satirico ed epigrammista. Nato a Firenze il 2 ottobre 1754, viaggiò lungamente per l'Europa, visse a Milano, a Firenze, a cui donò una preziosa raccolta d'incunaboli, e a Vienna, dove morì il 20 ottobre 1824. Nelle sue undici satire, cominciate nel 1784, ma da lui pubblicate soltanto nel 1817, sfoga una fiera avversione a ogni novità. Nella nona, La gente dotta, difende la tradizione letteraria paesana contro i gallicizzanti, ma punzecchia l'Alfieri, senza accorgersi che di quella tradizione il più alto portato è appunto l'Astigiano. Ammiratore e imitatore di Giovenale, diluisce nelle sue ottave quasi gli stessi argomenti del satirico romano: l'Arroganza, la Religione, l'Avarizia, le Donne. Due sole satire hanno un po' di vivacità: La Cena e Il Viaggio. In tutte, lingua pura, stile classicamente levigato, ma poco limpido, spesso epigrammatico. Gli epigrammi sono meno sapidi.
Bibl.: G. B. Niccolini, Vita premessa alle Satire, epigrammi, epitaffii e poesie latine di A. M. D'E., Milano 1841; V. A. Arullani, Un poeta antialfieriano, in Fanfulla della domenica, XXVI (1904), p. 50; R. Zagaria, Le satire e gli epigrammi di A.M. D'E., in La favilla, Perugia, ott.-nov. 1909.