RICCI, Angelo Maria
Verseggiatore, nato al castello di Massolino tra Aquila e Rieti il 25 settembre 1776, morto a Rieti il 10 aprile 1850. Bibliotecario di corte di re Gioacchino Murat e professore di eloquenza nell'università di Napoli; sopravvenuta la restaurazione si ritirò a Rieti, dove ricoprì varî uffici comunali e anche governativi.
Dotato di vena fluida e copiosa, scrisse, tentando di conciliare la scuola romantica (cominciò ossianesco) con la classica, due poemi epici in ottava rima, l'Italiade (1819) e il San Benedetto (1824); sei poemi didascalici e descrittivi, tra i quali la Georgica de' fiori (1825), in terza rima, la sua cosa più pregevole; e un profluvio di cantiche, idillî, odi, elegie, canzonette, tra cui l'Anacreonte di Thorwaldsen (1828), odicine descriventi bassorilievi su soggetti da lui stesso suggeriti allo scultore danese. Lasciò anche traduzioni, un trattato Della volgare eloquenza (1819), e una "storia italo-gotica romantica", Gli sposi fedeli (1837), che pretese di contrapporre ai Promessi Sposi.
Bibl.: D. Müller, Biografie autografe e inedite, ecc., Torino 1853, p. 298 segg.; A. Sacchetti Sassetti, La vita e le opere di Angelo Maria Ricci, Rieti 1898; C. Trabalza, Studii e profili, Torino 1903, p. 108 segg.; G. B. Ficorilli, A. M. R., Città di Castello 1899; G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª edizione, Milano 1934, pp. 430-34.