MAZZINGHI, Angelo
– Figlio di Agostino di Bene di Spinello del ramo di Peretola, del «popolo» di S. Trinita in Firenze, nacque prima del 1386.
La rilevanza della sua famiglia fece sì che nel 1411 il M., insieme con il fratello Bianco, fosse iscritto nel registro degli squittini, vale a dire fra i candidati per le cariche cittadine maggiori. A un’età già matura per l’epoca, dopo aver trascorso il tempo canonico del noviziato in città sotto la guida di Giovanni di Domenico di Pietro, lettore in teologia, intorno al 1413 il M. professò nella nascente Congregazione di Osservanza dell’Ordine carmelitano, conosciuta come Congregazione delle Selve dal nome del romitorio presso Lastra a Signa che ne fu la prima sede. Nel 1415 il M. doveva già essere stato ordinato sacerdote in quanto il capitolo provinciale dell’Ordine, celebrato a Firenze il 14 settembre, confermava Iacopo di Alberto, iniziatore dell’esperienza osservante carmelitana delle Selve e priore dello stesso convento, nella sua qualità di predicatore e gli ordinava di sollecitare «in talibus fr. Angelum» (Atti dei capitoli provinciali di Toscana…, p. 139).
Nel capitolo provinciale di Prato del 24 ag. 1419 il M. fu nominato priore del convento delle Selve, ufficio che ricoprì fino al 1430. Coinvolto nelle relazioni tra i carmelitani e il laicato fiorentino, egli risulta ascritto alla Compagnia delle Laudi e di S. Agnese presso il Carmine di Firenze nel 1431 e, l’anno successivo, alla Compagnia della disciplina di S. Niccolò, canonicamente eretta nella stessa chiesa fiorentina dell’Ordine nel 1334.
Intuita la sua attitudine pastorale, i definitori della provincia toscana dell’Ordine, riuniti nel capitolo provinciale di Firenze del 29 apr. 1431, designarono il M. predicatore per il tempo della quaresima nella chiesa del Carmine di Firenze, compito cui si dedicò per sei anni, su esplicito mandato dei capitoli provinciali, ultimo quello tenuto presso il convento delle Selve il 20 maggio 1436. Apprezzato per le sue doti di eloquenza e per l’integrità della sua condotta, il M. ricoprì diversi rilevanti uffici sia in seno alla sua Congregazione di Osservanza sia nel contesto istituzionale della provincia toscana dell’Ordine. Assunse il ruolo di ispiratore, se non di guida canonica, dell’Osservanza carmelitana che andò a confluire, nella seconda metà del secolo XV, nella Congregazione osservante mantovana dell’Ordine carmelitano.
Il capitolo provinciale di Firenze del 1426 lo confermò, infatti, non soltanto priore delle Selve, ma «prior observantiae sancte Marie de Silvis» (ibid., p. 163). Eletto definitore nei capitoli provinciali del 1426, 1431 e 1436, il M. è attestato, dal 1435 al 1437, come priore del convento del Carmine di Firenze, dove fece costruire una cappella dedicata a S. Bernardo di Chiaravalle.
Sull’anno dell’acquisizione del titolo di lettore in sacra teologia persiste qualche incertezza, dovuta a una non meglio argomentabile identificazione del M. con certo Angelo «lector prior Aretii» (ibid., p. 190), annoverato tra i definitori dal capitolo provinciale di Firenze del 1434. Il grado accademico di lettore gli fu chiaramente attribuito insieme con la funzione di secondo definitore nel capitolo provinciale di Firenze del 1436. Nel 1437 fu nuovamente eletto priore del convento delle Selve e, al contempo, custode della domus fiorentina di S. Lucia in via S. Gallo, insediamento di monache agostiniane assegnato ai carmelitani osservanti delle Selve da Eugenio IV il 7 ott. 1435. Nel 1438, anno in cui è documentato il suo ruolo di confessore presso le religiose del monastero fiorentino del Portico, il M. fu eletto priore del nuovo convento carmelitano di S. Lucia in S. Gallo, dove morì il 17 ag. 1438.
Il Necrologio del Carmine di Firenze ne celebra le virtù e fissa la sua memoria come primizia dell’Osservanza carmelitana: «vir venerabilis, maxime virtuosus, optime doctrine, magister consilii, alte fame sanctissimeque vite et predicator famosissimus, qui primis fuit filius in inceptione observantie Silvarum. Et sepultus in capsa Florentie in conventu sancte Lucie MCCCCXXXVIII» (Necrologium antiquum, c. 35v). Il culto del M., popolarmente venerato come «beato Angiolino», fu promosso presso la chiesa del Carmine di Firenze, dove la cassa lignea contenente i suoi resti fu dapprima collocata in alto all’esterno della cappella di S. Lucia, per essere trasferita, probabilmente nel 1575, sotto l’altare della stessa cappella. Nel 1739 fu realizzata una nuova urna lignea sotto l’altare della Madonna del Carmine nella cappella Brancacci. Distrutta questa nuova custodia, ma salvati i resti del M., nell’incendio che devastò il Carmine di Firenze nel 1771, si realizzò un’urna di marmo, trasferita nel 1930 sotto l’altare maggiore. I bollandisti citano il M. tra i praetermissi del mese di agosto, mentre il processo per il riconoscimento del culto ab immemorabili ebbe due fasi: quella diocesana, dal 9 gennaio al 2 sett. 1758, e quella presso la sacra congregazione dei Riti, terminata il 22 dic. 1759. Il decreto di conferma del culto, concesso da Clemente XIII, è del 7 marzo 1761.
Nel convento delle Selve presso Lastra a Signa fu conservato, sino alla soppressione napoleonica del 1808, un codice che la tradizione carmelitana ritenne realizzato dal M., il quale vi avrebbe copiato, tra il 1416 e il 1417, cinque trattati: Series Passionis D.ni nostri Iesu Christi, edita a venerabili magistro Michaele de Bononia sacre theologiae professore egregio Ordinis Beatae Mariae Virginis Matris fratrum Carmelitarum; Liber beati Augustini episcopi de perfectione iustitie; Liber beati Bernardi abbatis de Gratia et libero arbitrio; Liber de vilitate conditionis humane et contemptu mundi Innocentii pape III; Tractatus super Ave Maria fratris Augustini de Ancona Ordinis fratrum Heremitarum Sancti Augustini.
L’iconografia del M. deriva principalmente da due pitture: una tavola quattrocentesca affissa al pilastro esterno della cappella di S. Lucia nel Carmine di Firenze sino all’incendio del 1771, ma accuratamente presa in esame nel processo canonico del 1761, e un affresco di Iacopo Confortini del 1646 all’esterno della cella di Marsilio Ronconi nel chiostro interno dello stesso convento. Il M. è rappresentato in atto di predicare, mentre un serto di rose e di gigli esce dalla sua bocca e viene raccolto da due angeli che ne intrecciano una corona poi apposta sulla fronte del beato. Sette colombe incorniciano la figura del M., mentre ai suoi piedi sta un agnello, simbolo delle sue virtù di purezza e mitezza.
Fonti e Bibl.: Firenze, Biblioteca nazionale, Mss., F.4.785: Necrologium antiquum conventus Carmelitarum Florentiae; Magliab., N.23: Relatio de vita et moribus apud antiquos inventa b. quondam Angeli Augustini Carmelitae a Florentia, in S. Serravalle, Album sive Catalogus celebrium aliquorum virorum conventus Carmelitarum Florentiae, c. 5r; Roma, Arch. dell’Ordine carmelitano presso la Curia generalizia, Postulazione, IV.118.5, c. 117 (copia della Relatio); III.32: Trattati ed atti per la causa del culto del b. A. M. dal 1755 al 1761; IV.118.10: M. Ruele, Della gloriosa vita e morte del b. Angelo di Agostino, cc. 146-189; IV.118.10: Acta processus translationis b. Angeli de Mazzinghis Carmelitae, cc. 191-237; IV.132: Positio causae translationis et cultus b. Angeli M. Carmelitae Florent. Pro Archivo Ordinis Carmelitani, anno 1761; IV.138: R. Chiti, Note alla vita e causa del culto ab immemorabili del b. A. M. carmelitano fiorentino; Ibid., Biblioteca della Curia generalizia dell’Ordine carmelitano, Sezione carmelitana: Monasticon Carmelitanum seu Lexicon geographicum-historicum omnium fundationum universi Ordinis Carmelitarum…, p. 162; Sacra Rituum Congregatione, Florentina… Positio, Romae 1761; Atti dei capitoli provinciali di Toscana dei carmelitani 1375-1491, a cura di A. Sabatini, Roma 1975, pp. 16, 139, 151, 154, 157, 160, 162 s., 165, 167, 170, 173, 176, 180, 183, 186, 189 s., 192, 195 s., 198, 202, 206; G.B. De Lezana, Annales sacri, prophetici et Eliani Ordinis B. V. M. de Monte Carmeli, IV, Romae 1656, pp. 789 s., 847; Daniel a Virgine Maria, Speculum Carmelitanum, Antuerpiae 1680, II, 2, pp. 651-658; C. Vaghi, Commentaria fratrum, et sororum Ordinis Beatissimae Mariae Virginis de Monte Carmelo Congregationis Mantuanae, Parmae 1725, III, pp. 91, 217 s.; [D.M. Manni], Vita del beato A. de’ M. carmelitano, in ristretto, Firenze 1739; G.M. Brocchi, Vite de’ santi e beati fiorentini, II, 1, Firenze 1742, pp. 229 s.; D.M. Manni, Osservazioni istoriche sopra i sigilli antichi de’ secoli bassi, XI, Firenze 1742, p. 136; Acta sanctorum, Augusti, III, Venetiis 1752, p. 417; Vita in ristretto del beato A. di Agostino M., carmelitano fiorentino, Firenze 1761; G. Richa, Notizie istoriche delle chiese fiorentine divise nei suoi quartieri, X, Firenze 1762, pp. 35, 55; D. Moreni, Bibliografia storico-ragionata della Toscana, Firenze 1805, I, p. 169; II, 2, p. 226; S. Mattei, Ragionamento intorno all’antica chiesa del Carmine di Firenze, Firenze 1869, pp. 27, 57, 117 s.; Stanislao di S. Teresa, Compendio della storia dell’Ordine carmelitano, Firenze 1925, pp. 143 s.; Cosme de St-Étienne de Villiers, Bibliotheca Carmelitana, a cura di G. Wessels, Romae 1927, I, coll. 104 s.; P. Caioli, Il b. A. M. confessore dell’Ordine carmelitano (1389-1438), in Riv. stor. carmelitana, II (1930), pp. 46-51; III (1931), pp. 1-11, 81-87, 121-136; G. Bacchi, La Compagnia di S. Maria delle Laudi e di S. Agnese nel Carmine di Firenze, ibid., III-IV (1931-32), pp. 121 s.; U. Procacci, L’incendio della chiesa del Carmine del 1771, Firenze 1932, p. 48; P. Caioli, Il beato Angelino: compendio biografico del beato A. M. carmelitano nel V centenario della sua morte 1438-1938, Firenze 1938; L. Saggi, La Congregazione mantovana dei carmelitani sino alla morte del b. Battista Spagnoli (1516), Roma 1954, pp. VII, XIV, XXXI, XXXIV, XXXVII, XLIV, XLVI, 20, 25, 31-38, 52, 163, 260; Santi del Carmelo. Biografie da vari dizionari, a cura di L. Saggi, Roma 1972, pp. 295 s.; J. Smet, I carmelitani. Storia dell’Ordine del Carmelo, I, Roma 1989, ad ind.; Diz. carmelitano, diretto da E. Boaga - L. Borriello, Roma 2008, p. 567.