MUSCO, Angelo
Attore siciliano, nato a Catania il 18 dicembre 1872. Da ragazzo non frequentò le scuole, ma esercitò più mestieri, e soprattutto andò cantando per le strade canzoni in gran parte composte da lui. A 12 anni cominciò a partecipare alla vita teatrale, quale garzone, macchiettista e burattinaio, nella compagnia di un Michele Insanguina, che agiva al teatro Sicilia in Catania; da questa passò ad altre compagnie di marionette (1886) e d'operette (1887); fece l'artista di varietà, apparendo in scena anche in abiti femminili. Nel 1900 si provò a dirigere una compagnia napoletana; ma, fallita questa, entrò nella compagnia siciliana di Giovanni Grasso dove si fece notare sempre più simpaticamente per il grottesco colorito da lui dato ai rari personaggi comici che facevano più o meno brevi apparizioni nell'ultradrammatico repertorio del Grasso, e specie nella farsa al M. affidata per concludere lo spettacolo, e in cui talvolta egli faceva la parodia del dramma precedente. Quando N. Martoglio si decise a scrivere per lui tutta una commedia in tre atti, San Giovanni decollato, ed egli l'ebbe rappresentata con grandissimo successo, l'attenzione del pubblico si rivolse decisamente sulle sue virtù comiche, che taluno cominciò a contrapporre con predilezione a quelle del Grasso, ormai accusato di essersi chiuso in una maniera artefatta e melodrammatica. Di qui gelosie e dissensi, in seguito ai quali il M. fece una compagnia propria, prima intitolata M. Bragaglia-Musco (1912), e poi esclusivamente col suo nome (1914).
Dopo i consensi suscitati in Roma (1915) con la nuova commedia del Martoglio L'aria del continente, e poi a Milano, la sua fama fu assicurata in Italia e all'estero, compresa l'America Meridionale e Settentrionale. Attore di qualità istintive, erede della tumultuosa, bacchica comicità degli antichi mimi siciliani, e capace di arrivare, attraverso il grottesco, anche a note d'intensità propriamente drammatica, il M. è stato applauditissimo, oltre che nelle commedie già citate, in altre che lo stesso Martoelio, per lunghi anni suo consigliere e moderatore, scrisse per lui: Nica, Scuru, Sua Eccellenza, Il marchese di Ruvolito, ecc.; nel Paraninfu di L. Capuana, in Pensaci, Giacomino, Il berreito a sonagli, Liolà, La patente di L. Pirandello; in moltissime commedie siciliane d'autori minori, e in altre tradotte dalla lingua o da dialetti, come Me' figghia di G. Gallina, Sperduti nel buio di R. Bracco, Ridi, pagliaccio di F.M. Martini, Il ratto delle Sabine, ecc. Ha anche lavorato per il cinematografo.
Bibl.: Vitaliano e Murabito, A. M. nella vita e nell'arte, Milano 1928; A. Musco, Cerca che trovi..., Bologna 1929. V. anche S. d'Amico, in Maschere, Milano 1920, e nel Tramonto del grande attore, Milano 1929.