PAINO (o Pajno), Angelo
PAINO (o Pajno), Angelo. – Nacque a Santa Marina Salina (Messina) il 21 giugno 1870, terzogenito di un piccolo armatore eoliano, Onofrio, e di Anna De Stefano.
Condusse gli studi ecclesiastici presso i seminari di Lipari, Catania e Acireale, quindi al Collegio di Maria a Napoli, ove conseguì la laurea in teologia e in utroque iure. Assolto il precetto militare, fu ordinato presbitero per la diocesi di Lipari il 16 settembre 1894. Proseguì gli studi di filosofia all’Accademia romana di S. Tommaso.
Nel 1898 il vescovo di Anglona e Tursi, in Lucania, Carmelo Pujia lo chiamò a insegnare discipline teologiche nel seminario della sua diocesi, dove rimase fino al 1905: ad Anglona fu docente, esaminatore prosinodale, prefetto degli studi e rettore presso il seminario; a Tursi canonico teologo della cattedrale. Tornò in Sicilia nel 1906 come rettore del seminario di Trapani, incarico che mantenne fino al 1908, quando vinse il concorso per canonico teologo a Bari. Nel 1909 si incardinò nell’arcidiocesi di Santa Severina, dopo aver chiesto invano il trasferimento alla diocesi di Roma già nel 1904. Eletto vescovo di Lipari da papa Pio X, ricevette l’ordinazione episcopale il 25 luglio 1909 ad Acireale dall’arcivescovo e archimandrita di Messina Letterio D’Arrigo Ramondini. A Lipari il giovane vescovo propose la ricostituzione del capitolo cattedrale, l’erezione di un seminario diocesano, il rafforzamento delle istituzioni e associazioni cattoliche e la fondazione di nuove opere di assistenza e carità, intenzioni presto accantonate per la vertenza che intraprese con il Comune di Lipari per il possesso dei giacimenti pomiciferi sull’isola. A seguito di manifestazioni di piazza contro le pretese della mensa vescovile, Paino dovette lasciare l’isola.
Nel 1916 si trasferì a Messina, nominato ausiliare sub secreto pur non lasciando il vescovado eoliano. Fu nominato coadiutore di Messina il 10 gennaio 1921, contestualmente al trasferimento all'arcidiocesi titolare di Antinöe, in Egitto, dopo aver rifiutato la sede metropolitana di Otranto. Il 22 dicembre 1922 fu eletto vicario capitolare di Messina, il 10 febbraio 1923 da papa Pio XI fu preconizzato arcivescovo metropolita di Messina e archimandrita del Ss. Salvatore.
I primi anni dell’episcopato messinese furono caratterizzati dall’impegno strenuo per il reperimento di fondi finalizzati alla ricostruzione degli edifici appartenenti al patrimonio ecclesiastico, distrutto dal terremoto del 28 dicembre 1908. Già nel 1923, a seguito di incontri con il neo primo ministro Mussolini, ottenne i finanziamenti per la cattedrale e una convenzione con lo Stato per la costruzione di chiese e canoniche. Nel 1928 e nel 1931 concordò convenzioni definitive con lo Stato, rimodulando, a favore della diocesi, le percentuali di intervento pubblico per la ricostruzione. Nel 1929, quindi, fu inaugurata e dedicata la cattedrale; entro il 1934 furono edificati nella diocesi cento edifici di culto con annesse canoniche, conventi, monasteri, istituti di educazione, opere caritatevoli, sedi per l’Azione cattolica e seminari.
Pur concentrato sulla sua diocesi, l’arcivescovo fino agli anni Quaranta risedette poco a Messina, passando lunghe settimane a Roma a coltivare i rapporti con le gerarchie fasciste, soprattutto in funzione delle richieste di fondi per iniziative edilizie. Si generò molto malumore presso il clero, che reclamò più volte presso la S. Sede un ammonimento per l’arcivescovo, che intanto, dal 1935 al 1942, ottenne un vescovo ausiliare, il messinese Pio Giardina.
Paino nutrì forti simpatie per il fascismo e per Mussolini: riconoscente per le elargizioni finanziarie, lodò pubblicamente il duce in molteplici occasioni. Il suo atteggiamento fu per lo più finalizzato all’appoggio per le iniziative relative alla riedificazione di Messina. Va pure detto che il filofascismo di Paino non ebbe matrici propriamente ideologiche: dimostrò la sua assoluta fedeltà al papa sia quando Mussolini tentò nel 1931 di creare una Chiesa parallela e filofascista per condizionare le posizioni del Vaticano, sia con la strenua difesa dell’enciclica di Pio XI Non abbiamo bisogno (1931) in tutela dell’Azione cattolica. Nonostante ciò, accolse il duce nella città peloritana nel 1937 e nel 1938 rimosse dagli organismi diocesani quanti non erano iscritti al Partito nazionale fascista.
Nel 1944 fu posto dalle forze alleate agli arresti domiciliari in seminario per la sua amicizia con Mussolini, quindi si interessò alla protezione dei diplomatici tedeschi presso la S. Sede, di concerto con la segreteria di Stato, in vista del loro rimpatrio. Terminata la guerra, si prodigò per una veloce ricostruzione della cattedrale, distrutta dai bombardamenti del 1943, facendo sostituire i monumenti danneggiati con copie di scarso valore, e per l’assistenza alla popolazione colpita dal conflitto. Il 15 settembre 1948 fu nominato da Pio XII assistente al soglio pontificio.
Negli anni Cinquanta limitò gli interventi in campo politico, mostrandosi comunque ligio alle indicazioni antisocialiste e anticomuniste provenienti dalla segreteria di Stato vaticana. Nel 1950 gli fu affiancato come coadiutore il novarese Guido Tonetti, il quale subì le ostilità di parte del clero, che in lui vedeva un emissario della Curia romana incaricato di limitare l’arcivescovo nelle azioni pastorali e di governo dell’arcidiocesi. Nel 1957 Tonetti fu trasferito a Cuneo e fu inviato come ausiliare il ragusano Carmelo Canzonieri. Indetto il concilio Vaticano II nel 1959, Paino contribuì parcamente ai lavori preparatori.
Dopo quarant’anni di episcopato a Messina, rinunziò alla sede il 7 marzo 1963 e fu trasferito all’arcidiocesi titolare di Serre in Macedonia. Alla cattedra peloritana papa Giovanni XXIII inviò il novarese Francesco Fasola.
Paino passò gli ultimi anni della sua vita presso il seminario S. Pio X di Messina, dove morì il 29 luglio 1967.
Fonti e Bibl.: A. Paino, Prima lettera pastorale di mons. A. P. al clero e al popolo della città e diocesi di Lipari, Acireale 1909; Id., In ricordo del XIX centenario della Lettera della Madonna, Messina 1942; Con cuore di padre: scritti pastorali dell’arcivescovo A. P., a cura di L. Gulletta, Messina 2007; Nel venticinquesimo episcopale di S.E.R. Mons. A. P., Messina 1934; S.E. monsignor A. P. 50 anni di episcopato, Messina 1958; P. Minutoli, Mons. A. P., gigante benefattore di Messina, in Messina ieri e oggi, IV, Messina 1967, pp. 133-136; G. Foti, Un console per Messina. Mons. Angelo Paino arcivescovo e archimandrita, Messina 1968; P. Longo, Messina città rediviva. 1909-1933, Messina 1933, pp. 245-280; La Saint Siège et la Guerre Mondiale, XI, Città del Vaticano 1965, pp. 150 s., 466 s.; A. Sindoni, Chiesa e società in Sicilia e nel Mezzogiorno, Reggio Calabria 1984, passim; F. Iozzelli, Roma religiosa all’inizio del Novecento, Roma 1985, p. 207; G. Barbera - A.M. Damigella, I bozzetti di Sartorio per il Duomo di Messina, Palermo 1989; passim; G. Miligi, Gli anni messinesi e le parole di vita di Giorgio La Pira, Messina 1995, passim; A. Cicala, Cattolici e fascismo a Messina (1919-1940), in Messina negli anni Venti e Trenta, a cura di R. Battaglia et al., Messina 1997, pp. 137-162; M. Franzinelli, Il clero del duce, il duce del clero, Ragusa 1998, passim; M. Saija, La seconda controversia liparitana, in Dal “constitutum” alle “controversie liparitane”, a cura di U. Spigo et al., Palermo 1998, pp. 127-159; L. Porsi, Celebrate con me il Signore, Roma 2004, pp. 180-182; A. Baglio, Il Partito nazionale fascista in Sicilia, Manduria 2005, pp. 51, 152 s.; S. Bottari, Un difficile dopoguerra, Messina 2007, pp. 23-25; G. Sale, Popolari, chierici, camerati, II, Milano 2007, pp. 333 s.; G. Pracanica, Breve storia di Messina, Messina 2011, passim; A. Sindoni, P., A., in Dizionario storico del Movimento Cattolico in Italia, III/2, Casale Monferrato 1984, p. 619; Z. Pieta, Hierarchia Catholica medii et recentioris aevi, IX (1903-1922), Padova 2002, ad voces Antinoën., Liparen., Messanen.