SEGRÈ, Angelo
– Nacque a Tivoli (Roma) il 3 febbraio 1891 da Giuseppe, industriale, e da Amelia Treves.
La famiglia paterna era originaria del Mantovano, quella materna apparteneva alla borghesia fiorentina, entrambe erano di religione ebraica. A Tivoli Giuseppe dirigeva la Società per le forze idrauliche, che in seguito acquistò e convertì in cartiera. Angelo era il primo di tre fratelli, dopo di lui nacquero Marco (1893-1983), ingegnere, ed Emilio (1905-1989), fisico insignito con il premio Nobel nel 1959.
Nelle intenzioni del padre, Angelo avrebbe dovuto proseguire l’attività di famiglia, subentrandogli nel lavoro. Per questo motivo, dopo aver frequentato il liceo a Tivoli, nel 1910 venne iscritto al cosiddetto biennio di matematica, propedeutico agli studi di ingegneria, che tuttavia abbandonò dopo due anni per iscriversi a giurisprudenza, a Parma, dove si laureò nel 1915.
Nella stessa Università insegnava diritto romano suo zio Gino, autorevole giurista, che svolse un ruolo fondamentale nell’indirizzare Angelo verso gli studi umanistici e che divenne suo mentore, quasi un sostituto della figura paterna. Angelo gli era molto legato, così come lo era all’altro zio, Claudio, che più volte l’aveva sostenuto nei momenti di difficoltà. La scelta di abbandonare il percorso stabilito dal padre, infatti, fu un serio motivo di contrasto in famiglia, acuito dall’incompatibilità caratteriale tra Angelo e il genitore. Fu infine il secondogenito a rilevare la cartiera di famiglia e, con il tempo, i rapporti fra i tre fratelli si deteriorarono.
Durante la prima guerra mondiale Segrè, che aveva già in parte assolto gli obblighi di leva, fu richiamato alle armi e destinato al servizio di crittografia dell’esercito in Toscana, dove mise a frutto con successo le sue competenze linguistiche. Qui rimase dopo la fine del conflitto, stabilendosi a Firenze e proseguendo gli studi umanistici. Frequentò l’Istituto di studi superiori, sotto la guida di Girolamo Vitelli, che lo avvicinò allo studio dei papiri documentari dell’Egitto ellenistico. Fu questo il passaggio fondamentale della sua formazione superiore, che venne in seguito completata a Torino, con Gaetano De Sanctis, docente di storia antica. I suoi primi lavori, infatti, riguardarono i sistemi di misure vigenti nell’Egitto tolemaico, romano e bizantino: la forte impronta diacronica, che gli permetteva di muoversi agevolmente tanto nella documentazione greco-romana quanto in quella medievale, rimase un tratto distintivo di tutta la sua produzione scientifica.
Il primo dopoguerra fu un periodo irrequieto: fasi di studio intenso si alternarono a frenetici viaggi in Italia e all’estero, spostamenti spesso malvisti dalla famiglia d’origine. Nel 1924, con il conseguimento della libera docenza in papirologia giuridica, ebbe inizio la sua carriera universitaria: nel biennio successivo (1925-27), su proposta del filologo Giorgio Pasquali, ottenne l’insegnamento di papirologia giuridica e poi di antichità greche e romane alla facoltà di lettere di Firenze, per poi, dal 1927 al 1929, insegnare istituzioni di diritto romano a Parma, dove si era laureato. Nel corso degli anni Venti passò dallo studio delle misure a quello della circolazione monetaria e, di conseguenza, al problema dei prezzi nel mondo antico, aspetti fondamentali nella sua formazione storico-economica.
Nell’ottobre del 1929 Segrè vinse il concorso a cattedra a Catania che gli permise di prendere servizio presso l’Istituto superiore di scienze economiche con l’incarico di insegnamento di storia economica. L’insolito passaggio, dalle discipline classiche all’economia moderna, rappresentò senza dubbio uno degli snodi cruciali nella formazione scientifica dello studioso, che sin da questo momento rivelò la capacità di approfondire e insegnare materie apparentemente molto lontane tra loro. In realtà gli studi compiuti sino ad allora, compreso il fallimentare biennio in matematica, uniti alla solida formazione in papirologia documentaria, gli consentirono di affrontare con professionalità e rigore sette anni di corsi e lezioni. Nel 1930 fu incaricato di tenere il discorso d’apertura dell’anno accademico, che dedicò al tema del Mercantilismo nel mondo antico (Catania 1931).
Questo lavoro assume un particolare valore nel panorama degli scritti di Segrè perché si tratta dell’unico saggio di carattere teorico all’interno di una produzione prettamente tecnica. Nel testo, pur rilevando apparenti analogie tra la politica mercantilista antica e quella moderna, negò recisamente l’esistenza di una classe borghese e imprenditoriale nell’antichità classica (in questo si vede una parziale adesione alla scuola primitivista).
Nel 1931 dovette prestare giuramento al regime, ma si iscrisse al Partito nazionale fascista (PNF) solo l’anno seguente. Anche senza trasferirsi mai stabilmente in Sicilia – preferiva risiedere principalmente a Firenze, e alloggiare all’hotel centrale Corona durante i periodi di insegnamento – la luce mediterranea dei paesaggi della campagna catanese, e i contadini che incontrava andandovi a passeggio, suggestionarono l’animo e l’immaginazione dello studioso, che proprio in questo periodo si avvicinò all’arte e alla pittura.
In questi anni Segrè aveva conosciuto a Monaco di Baviera la cattolica tedesca Katherine (Katia) Schall (1899-1987), da cui, nel maggio del 1932, ebbe il primo figlio, Joseph. La coppia, non ancora sposata, faceva sovente spola tra Monaco e Firenze. L’unione con Katia, di umili origini, fu osteggiata dai genitori di Angelo sia per questioni religiose, sia soprattutto per le differenze sociali.
Dal 1936 al 1938 tenne la cattedra di storia economica alla facoltà di scienze economiche e commerciali di Trieste. Nel frattempo, dopo essersi unito in matrimonio con Katia, nacque il secondo figlio Gino (1938). In seguito all’approvazione delle leggi razziali, Segrè si vide costretto a lasciare l’insegnamento universitario e, nel maggio del 1939, si trasferì con moglie e figli a New York (il fratello Emilio si trovava a Berkeley in California già dall’anno precedente). L’altro fratello, Marco, rimase invece a Tivoli per gestire la cartiera di famiglia. Durante la guerra Marco e il padre Giuseppe sfuggirono fortunosamente alla cattura da parte dei nazisti, mente la madre Amelia fu deportata ad Auschwitz, da dove non tornò.
In veste di visiting professor Segrè ricominciò a insegnare e a coltivare gli studi di papirologia presso il Department of ancient history della Columbia University, dove collaborò con il celebre papirologo William Linn Westermann. La sua produzione scientifica, negli anni Quaranta, fu sovente caratterizzata da aspre prese di posizione e polemiche con altri studiosi, che all’occorrenza non lesinarono recensioni negative (come, ad esempio, quella di Max Radin al suo Essay on the nature of real property, 1943, apparsa in American Historical Review, L (1944), pp. 107 s., oppure quella ancora più dura di Rafal Taubenschlag all’articolo L’applicazione del diritto romano nelle province orientali, 1948, in Journal of juristic papyrology, IV (1950), pp. 355 s.).
Al contrario, le sue opere artistiche (la pittura ormai lo assorbiva quasi interamente) furono esposte a New York e riscossero attenzione favorevole da parte della critica, sebbene non fossero ricompensate da un adeguato successo pecuniario. Egli si convinse infatti a dipingere più per interesse personale che per fini commerciali.
La condizione di esuli non servì a ravvicinare Angelo ed Emilio, che si incontrarono raramente pur mantenendo una corrispondenza costante, dovuta in larga parte a difficoltose questioni finanziarie, legate alla gestione del patrimonio di famiglia. Nell’autobiografia di Emilio, fra i tanti riferimenti alle tensioni tra fratelli, il fisico cita il sarcasmo con cui Angelo accolse la notizia dell’invenzione della bomba atomica (cui il lavoro di Emilio aveva contribuito in maniera sostanziale): «Adesso lo stato del mondo è come se nella preistoria i gatti avessero scoperto il fuoco» (E. Segrè, 1993; trad. it. 1995, p. 213).
Nel 1946 Angelo abbandonò definitivamente gli Stati Uniti e la carriera universitaria per rientrare con la famiglia a Firenze, dove dedicò la sua vita interamente alla pittura.
Il rapporto ambivalente con la famiglia d’origine, votata principalmente allo studio delle scienze esatte, emerse con prepotenza nell’educazione dei figli. Segrè obbligò infatti i suoi a studiare fisica in America, con l’intento dichiarato di superare i successi del fratello premio Nobel. In particolare il secondogenito Gino, professore emerito alla University of Pennsylvania, è anche apprezzato divulgatore scientifico. Per contro il figlio di Emilio, Claudio G., si è laureato in storia. Negli interessi incrociati dei figli, si potrebbe leggere il residuo di un’ammirazione sincera tra i due fratelli, risalente all’infanzia quando, liberi dal peso delle questioni patrimoniali e dalle difficoltà dell’età della ragione, Angelo era semplicemente il carissimo fratello maggiore, quello che Emilio ascoltava affascinato raccontare storie tratte dal Faust di Goethe (E. Segrè, 1993; trad. it. 1995, p. 28).
Angelo morì a Firenze il 21 giugno 1969 e riposa nel cimitero israelitico della città.
Opere. Della sua ampia, eclettica e diversificata produzione si ricordino almeno: Misure egiziane dell’epoca tolemaica romana e bizantina, in Atti della Accademia delle scienze di Torino, LIV (1918-1919), pp. 343-365, 391-409; Misure tolemaiche e pretolemaiche, in Aegyptus, I (1920), pp. 159-188; Misure alessandrine delle età romana e bizantina, ibid., pp. 318-344; Circolazione tolemaica e pretolemaica in Egitto, in Rivista italiana di numismatica, XXXIII (1920), pp. 5-70; Circolazione monetaria e prezzi nel mondo antico ed in particolare in Egitto, Roma 1922; Il mutuo e il tasso d’interesse nell’Egitto greco-romano, in Atene e Roma, s. 2, V (1924), pp. 119-138; Metrologia e circolazione monetaria degli antichi, Bologna 1928; Note sulla ἐγγύη greco-egizia, in Aegyptus, X (1929), 1, pp. 3-24; Il mercantilismo nel mondo antico, Catania 1931; Note sull’economia dell’Egitto ellenistico nell’età tolemaica, in Bulletin de la Société archéologique d’Alexandrie, XXIX (1934), pp. 257-305; An essay on the nature of real property in the classical world, New York 1943; L’applicazione del diritto romano nelle Province orientali dell’Impero dopo la Costituzione Antonianana, in Rivista italiana per le scienze giuridiche, s. 3, II (1948), pp. 419-428.
Fonti e Bibl.: Catania, Università degli studi, Archivio storico, Fascicoli del personale, prof. Angelo Segrè; Sixteenth Census of the United States: 1940, New York, Enumeration District 31-1172, 8B, http://1940census.archives.gov (15 febbraio 2018); Chi è? Dizionario biografico degli Italiani d’oggi, Roma 1948, p. 853; W.L. Westermann - L. Wenger, Letters from W.L. Westermann and L. Wenger, in The journal of juristic papyrology, XI-XII (1957-1958), pp. 381-415 (in partic. pp. 381, 385, 400); P. Frezza, A. S., in Rivista di filologia e di istruzione classica, XCVIII (1970), pp. 247-249; G. De Sanctis, Scritti minori, VI, 2, Roma 1972, pp. 697, 767, 797, 909 s.; E. Segré, A mind always in motion. The autobiography of Emilio Segré, Berkeley (Cal.) 1993 (trad. it. 1995); S., A., in La piccola Treccani. Dizionario enciclopedico, X, Roma 1996, p. 1016; C. Dreifus, In the footsteps of his uncle, then his father. A conversation with Gino Segré, in The New York Times, 14 agosto 2007; G. Segré, Faust in Copenhagen. A struggle for the soul of physics, New York 2007 (trad. it. 2009); A. Savio, La “RIN” tra le due guerre. Da Lodovico Laffranchi a Serafino Ricci (1918-1943), in Rivista italiana di numismatica, CXIII (2012), pp. 123-162 (in partic. p. 134); M. Mazza, Economia antica e storiografia moderna. Interpreti e problemi (1893-1938), Roma 2013, pp. 307, 367; D. Ventura, Fra storia e geografia. L’avventura della storia economica a Catania fra le due guerre, Torino 2013, pp. 86-102.