TAFURI, Angelo
– Figlio di Stefano e di Caterina Manfredi, sarebbe stato attivo nella seconda metà del Quattrocento.
È noto esclusivamente come autore di una breve opera storiografica, il Ragionamento della guerra de’ signori Viniziani contro la cettade di Gallipoli, di Nerito, et altri luoghi della provincia, datata al 1484. L’opera vide la luce solo nel 1738, edita nel volume XXIV dei Rerum Italicarum Scriptores di Ludovico Antonio Muratori, assieme con il Chronicum Neritinum. Le scarne e incerte notizie biografiche risalgono tutte a quanto ha riportato il suo discendente Giovan Bernardino Tafuri, che propose a Muratori le pubblicazioni di queste fonti storiche, curandone personalmente l’edizione. Giovan Bernardino Tafuri (v. la voce in questo Dizionario), dopo averne ricordato la progenie, ci informa che Angelo sposò Maddalena Maira, da cui ebbe numerosi figli, tra cui Giovan Pietro e Stefano, quest’ultimo noto come traduttore di Petronio. Attestazioni della sua attività, sempre a dire di Giovan Bernardino, sarebbero nella Descrizione della città di Nardò di Scipione Puzzovivo, ma ancora una volta questa fonte è testimoniata indirettamente dal solo Giovan Bernardino. Si tratta dunque di un personaggio assai sfuggente, la cui stessa esistenza o quantomeno la cui paternità del Ragionamento è stata posta in dubbio da diversi studiosi.
Il breve Ragionamento racconta come nel maggio del 1484, nell’ambito della guerra di Ferrara, i veneziani posero assedio a Gallipoli e, dopo una strenua resistenza durata tre giorni in nome della fedeltà al re di Napoli, il 18 del mese entrarono in città e «fecero una grande strage di quella povera gente». Tafuri ricorda quindi come ai primi di giugno i veneziani mossero da Gallipoli verso l’interno del Salento, sottomettendo numerosi piccoli centri e «depretando tutte quelle campagne». A luglio fu posto assedio a Nardò, che, ribadendo la fedeltà al re Ferrante d’Aragona, secondo la cronaca, oppose una difesa «gagliarda et forte», respingendo a lungo l’assalto delle truppe veneziane, prima di capitolare, e accettando alla fine la resa, solo a causa dell’impossibilità di difendersi oltre. I veneziani, in base alle condizioni poste nella resa, non devastarono la città, «non facendo nulla strage, anzi cum grande benevolenzia sentiva tutti, et con grande liberalitade soccorreva li bisognosi». Le truppe della Serenissima si spostarono quindi oltre, attaccando Copertino, Veglie e Leverano, fino a giungere a Lecce, che fu posta anch’essa sotto assedio, senza però essere conquistata. Il sopravvenire della Pace di Bagnolo, che Tafuri data al 6 agosto 1484 (in verità fu stipulata il 7), pose fine alla guerra. Il Ragionamento si chiude con ricordo di alcuni notabili di Nardò che nell’ottobre di quell’anno si recarono da re Ferrante, ottenendo un privilegio che viene trascritto in conclusione dell’opera e che riconosce privilegi a Nardò per la condotta eroica tenuta nel resistere ai veneziani.
Dubbi sull’autenticità del Ragionamento furono subito avanzati, come pure su altri scritti offerti da Giovanni Bernardino Tafuri a Muratori per i Rerum Italicarum Scriptores, quali i Diarii di Lucio Cardami, altra opera storica, che Muratori in un primo momento accettò, quindi escluse dalla raccolta, perché a suo dire difettosa. Giovan Bernardino Tafuri scrisse a Muratori il 21 settembre 1722 di aver ritrovato il manoscritto nella biblioteca di un non meglio specificato medico neritino da poco deceduto, salvo poi affermare nella Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli che il manoscritto del Ragionamento di Angelo era stato conservato dal nipote Bartolomeo, che lo aveva trascritto, e che questa trascrizione era finita in uno zibaldone che era in suo possesso, di cui tuttavia oggi non rimangono tracce. È solo la prima di tante contraddizioni che costellano l’opera e la sua trasmissione. La critica (Gregorovius, 1875; Massa, 1984; D’Elia, 1904-05; G. Chiriatti, Di Giovanni Bernardino Tafuri e di due altre sue probabili falsificazioni..., 1913), giudicando l’opera uno dei falsi attribuibili a Giovan Bernardino Tafuri, ha posto in evidenza più di una incongruenza. Non vi è coincidenza di dati tra le cronache veneziane dell’evento e questa cronaca, per esempio sulle condizioni di resa del castello di Gallipoli e anzitutto della città di Nardò, che non avrebbe opposto, secondo queste e altre fonti (per esempio Antonello Coniger), la dura ed eroica resistenza di cui parla Tafuri. Lo stesso privilegio, pubblicato in chiusura dell’opera, è stato giudicato falso, sulla base di considerazioni di ordine giuridico e lessicale (D’Elia, 1904-1905). Secondo Giuseppe Chiriatti (Di Giovanni Bernardino Tafuri, cit.) il Ragionamento dunque sarebbe frutto di una manipolazione ordita da Giovan Bernardino Tafuri e si inserirebbe nell’ambito di una polemica nata nei primi del Settecento con Giusto Palma, principe dell’Accademia leccese degli Spioni, seguita alla pubblicazione da parte di questi delle Cronache di Antonello Coniger, che ponevano in cattiva luce la condotta tenuta in quella circostanza dalla città di Nardò. Resta tuttavia dubbio se si tratti di una totale invenzione di Giovan Bernardino o se si sia piuttosto limitato a servirsi, modificandolo e interpolandolo, di materiale comunque esistente e risalente all’epoca dei fatti narrati.
Edizioni. El ragionamento della guerra de’ signuri Viniziani contro la cettade di Gallipoli, di Nerito et altri luochi della provinzia, in Chronicon Neritinum sive brevis historia monasterii Neritini ab anno MXC usque ad annum MCCCLXVIII: auctore Stephano monaco Benedictino abbate Montis-Alti; ab altero scriptore continuatum usque ad annum MCCCCXII; nec non descriptio belli a Venetis anno MCCCCLXXXIV inlati provinciae Hydrintinae Angelo Tafuro auctore; omnia nunc primum in lucem eduntur e MS. codice clariss. viri Johannis Bernhardini Tafuri Neritini, cum notis eiusdem, in RIS, XXIV, Mediolani 1738, pp. 913-922. Venne ristampato poi in M. Tafuri, Opere di Angelo, Stefano, Bartolomeo, Bonaventura ecc. Tafuri di Nardò, I, Napoli 1848, pp. 1-15 e ancora parzialmente in appendice a G. Chiriatti, Di Giovanni Bernardino Tafuri e di due altre sue probabili falsificazioni entrate nella Raccolta Muratoriana, in Archivio muratoriano, I (1913), pp. 413-508.
Fonti e Bibl.: G.B. Tafuri, Istoria degli scrittori nati nel Regno di Napoli, II, 2, Napoli 1749, pp. 292-294; F.A. Soria, Memorie storico-critiche degli scrittori napoletani, II, Napoli 1782, p. 577; C. Minieri Riccio, Memorie storiche degli scrittori nati nel Regno di Napoli, Napoli 1844, p. 342; F. Casotti, Lettere di Lodovico Antonio Muratori a Giovan Berardino Tafuri da Nardò ora per la prima volta pubblicate con osservazioni e schiarimenti di Francesco Casotti, in Archivio storico italiano, n.s., IX (1859), 2, pp. 3-24 (poi in Id., Scritti inediti e rari di diversi autori trovati nella provincia di Terra d’Otranto, Napoli 1865); L.G. De Simone, Lecce e i suoi monumenti descritti ed illustrati, I, Lecce 1874, p. 276; F. Gregorovius, Die historischen Studien im alten Calabrien, der heutigen Terra d’Otranto, in Sitzungsberichte der Bayerischen Akademie der Wissenschaften, Philosophisch-Philologische und Historische Klasse, München 1875, pp. 409-425, in partic. p. 415 (poi in Id., Nelle Puglie, versione dal tedesco di R. Mariano con noterelle di viaggio del traduttore, Firenze 1882, p. 378, ora edito a Lecce 2002, con prefazione di A. Laporta); N. Barone, Le cedole di tesoreria dell’Archivio di Stato di Napoli dall’anno 1460 al 1504, in Archivio storico per le province napoletane, IX (1884) pp. 5-34; F. D’Elia, II privilegio di re Ferdinando I d’Aragona riportato nel Ragionamento di A. T. e dimostrato apocrifo, in Rivista storica salentina, II (1904-1905), pp. 97-104; G. Guerrieri, Di una probabile falsificazione entrata nella raccolta muratoriana. Il breve “Chronicon nortmannicum”, (1041-1055), in Archivio muratoriano, I (1905), 2, pp. 71-79; T. Sorbelli, Ludovico Antonio Muratori e la Puglia, in Archivio storico pugliese, V (1952), 1-4, pp. 316-336; D. Moro, I martiri di Otranto, il Cardami e G.B. Tafuri, in Sallentum, III (1980), 3, pp. 45-74 (ora in Id., Hydruntum, fonti documenti e testi sulla vicenda otrantina del 1480, a cura di G. Pisanò, Galatina 2002, p. 97); C. Massa, I Diarii di Lucio Cardami e il Ragionamento di A. T., in Id., Venezia e Gallipoli ed altri scritti, a cura di M. Paone, Gallipoli 1984, pp. 183-193; V. Zacchino, L’improba città di Nardò nel conflitto veneto-aragonese del 1484, in Atti del Convegno nazionale su La presa di Gallipoli del 1484 ed i rapporti tra Venezia e terra d’Otranto, Gallipoli... 1984, Bari 1986, pp. 37-56; L.A. Muratori, Carteggi con Tabacco-Tafuri, a cura di G. Trenti, Firenze 1987, ad ind.; F. Natali, Gallipoli nel regno di Napoli. Dai normanni all’Unità d’Italia, I, Galatina 2007, pp. 15-109 (in partic. pp. 72-74).