UGOLETO, Angelo
(Angelus Ugoletus, Angelus de Ugoletis). – Figlio di Ilario, a sua volta figlio di Giovanni, nacque probabilmente a Parma in una data imprecisata, ma entro il 1449, visto che il 12 novembre 1474 comparve a un atto notarile in qualità di testimone e doveva quindi avere già raggiunto la maggiore età. Il nome della madre non ci è noto, né si sa alcunché della sua formazione.
Gli Ugoleto provenivano dalla Marca anconitana e alcuni di loro si erano stabiliti a Parma negli anni centrali del Quattrocento. Ilario, che fu anche padre di Taddeo (noto editore e umanista; v. la voce in questo Dizionario), nel 1458 era cittadino parmense e «magister a muro et lignamine»; morì dopo il 5 agosto 1477 (Pezzana, 1847, p. 156). A quanto pare, al cognome della famiglia veniva aggiunta la specificazione ‘della Rocca’, perché un altro Angelo Ugoleto, cugino di Ilario, era stato castellano di Parma almeno dal 1453 (Lasagni, 2013, p. 375)
Nella città emiliana, verso la fine del 1472, arrivò pure il tipografo-editore Stefano Corallo da Lione, che con gli Ugoleto strinse amicizia, andando a vivere a casa loro nella vicinia della cattedrale. È verosimile che Angelo apprendesse da Stefano il mestiere e che cominciasse presto a lavorare con lui. Il 12 novembre 1474 presenziò al rogito già ricordato: il documento fa parte di una serie, trascritta nell’Ottocento ma oggi irreperibile, che testimonia gli affari del francese rivolti verso la strategica piazza universitaria di Bologna (ibid., pp. 75-79).
Il rapporto tra Corallo e Ugoleto si mantenne saldo a lungo. Il 3 dicembre 1478 il notaio parmense Gian Ludovico Sacca rogò uno strumento con il quale il francese nominava suoi procuratori ad lites diciassette uomini, tra i quali l’unico presente era proprio Ugoleto. All’incirca dal 1479 al 1482 fu operante a Parma una società tra Corallo, Ugoleto e il lunigianese Giacomo Fivizano, già attivo a Venezia: si è ipotizzato che a essa vadano attribuite le edizioni anonime che convenzionalmente si assegnano al cosiddetto Tipografo del Gerolamo (Hieronymus, Epistolae, Parma 1480, IGI, Indice Generale deli Incunaboli delle biblioteche d’Italia, 4739; Nonius Marcellus, De proprietate latini sermonis, Parma 1480, IGI, 6931; Sextus Pompeius Festus, De verborum significatione, Parma [1480], IGI, VI, 3853-A; Marcus Terentius Varro, De lingua latina, Parma, 11 dicembre 1480, IGI, 10122; Emanuel Chrysoloras, Erotemata, [Parma 1481 circa], IGI, 2781; Silius Italicus, Punica, Parma 16 novembre 1481, IGI, 8975; Lasagni, 2013, pp. 303 s., 384).
In questo periodo Ugoleto era già sposato con Gasparina Banzoli, figlia del quondam Ludovico, dalla quale ebbe almeno sei figli: Barbara (1482), Francesco (1485), Angela (1486), Antonia (1488?), Gerolamo Agostino (1490) e Giulia Felicita (1493) (p. 384).
Non si sa quando fu celebrato il matrimonio, ma da un documento mantovano del 14 marzo 1496 si apprende che Giovanna e Bartolomeo Banzoli – madre e fratello di Gasparina – avevano precedentemente versato la dote della ragazza a Corallo, essendo Ugoleto ancora minorenne. Corallo aveva poi consegnato la somma a Ugoleto (Canova, 2004, pp. 165 s.). Il 4 febbraio 1482 Ugoleto fece testamento, mentre Gasparina era incinta: se il nascituro fosse stato maschio sarebbe divenuto erede universale; se fosse stata femmina avrebbe ricevuto la proprietà della casa paterna e denaro: il resto dei beni sarebbe andato agli eventuali figli maschi di Taddeo, ancora celibe (Lasagni, 2013, p. 389). Curatore era nominato Antonio Tagliaferri, parente di Giovanna Banzoli e attivo nell’editoria locale. Si è pensato che il testamento precedesse un pellegrinaggio di Ugoleto in Terra Santa dal dicembre del 1482 al marzo del 1484, ma al riguardo non si sono trovate prove cogenti (Affò, 1795, p. 333).
Verso la fine del 1482 Corallo si trasferì definitivamente a Mantova, cessando l’attività tipografica e dedicandosi a quella del commercio librario che avrebbe esercitato fino alla morte, e il 16 dicembre Ugoleto prese in affitto per sei anni una bottega a Parma «super platea magna in vicinia Sancti Georgi sive Sancti Petri» (Lasagni, 2013, p. 384). Il 10 aprile 1484 acquistò un terreno a Vigatto; il 23 novembre 1486 partecipò a un atto notarile cui facevano da testimoni tre suoi lavoranti, due dei quali avevano già firmato libri in proprio: Genesio del Cerro e Diofebo Olivieri. Era la squadra che produceva il Doctrinale di Alexandre de Villedieu datato 26 novembre 1486 (GW, Gesamtkatolog der Wiegendrucke, 961), testo scolastico diffusissimo e prima edizione conosciuta di Ugoleto.
Sui libri per la scuola Ugoleto insistette negli anni successivi, contando anche sul milieu umanistico cittadino, come nel caso dell’Esopo tradotto dal parmense Francesco Maria Grapaldo e pubblicato il 13 aprile 1488 (GW, 344a), ma non trascurò la letteratura ascetica, stampando la Regola della vita spirituale e la Regola della vita matrimoniale di Cherubino da Siena nel 1487 (IGI, 2732). Al mestiere tipografico Ugoleto associò comunque quello di cartolaio e libraio: il 10 ottobre 1488 risultava titolare di una bottega diversa da quella affittata nel 1482 (Lasagni, 2013, p. 392).
Sono frequenti, a quest’altezza cronologica, i rogiti in cui Ugoleto agisce anche a nome del fratello Taddeo, che si trovava alla corte ungherese di Mattia Corvino e che si spostava in vari luoghi europei in cerca di manoscritti per la biblioteca del re. Il rientro di Taddeo a Parma, nel 1490, segnò un miglioramento nella qualità redazionale e un arricchimento nella produzione tipografica del fratello, che si indirizzò verso i classici con maggiore continuità, a partire dagli Opuscula di s. Agostino del 31 marzo 1491 (IGI, 1018), pur senza abbandonare i testi per la scuola e quelli più devoti e popolareggianti. Al riguardo vanno ricordati almeno i Miracoli della Madonna del 1492 (GW, M2369010) e il Giusto Paladino di Francia del 20 gennaio 1493 (IGI, 4341).
Non vennero peraltro meno i legami con i dotti locali; in particolare, Ugoleto impresse l’importante opera lessicografica di Francesco Maria Grapaldo, De partibus aedium, senza data ma plausibilmente del 1494 (IGI, 4378). L’officina si aggiudicava intanto una commissione sostanziosa come gli Statuti della comunità di Parma.
Già il 31 agosto 1490 Ugoleto ricevette una somma di 125 lire imperiali «pro adiutorio facendo ipsa Statuta» (Lasagni, 2013, pp. 392 s.), ma il volume vide la luce solo nel 1494 (16 novembre, IGI, 7231), dato che l’11 maggio di quell’anno il duca Giangaleazzo Maria Sforza concesse il permesso di stampa; il 12 giugno il testo fu approvato definitivamente e il 23 settembre il libro venne consegnato agli anziani della comunità.
Sul fronte del commercio, il 26 agosto 1491 i fratelli Ugoleto strinsero accordi con il libraio Giacomo Burali, ancora minorenne: i due editori mettevano a disposizione una quantità di volumi stampati e Burali una somma di danaro. La lista dei volumi allegata all’atto notarile comprende 241 titoli per un totale di 2182 copie (Battioni, 1986). Gli affari tuttavia dovettero procedere con esiti discontinui. Ugoleto chiedeva spesso somme in prestito sotto forma di deposito e l’11 dicembre 1494 Antonio Tagliaferri dovette intervenire in suo favore rilevando un debito che il tipografo si impegnò a pagare a rate nei venti anni successivi.
Pur conservando una certa quantità di proprietà terriere, Ugoleto ottenne nel 1495 una nuova casa dalla mensa vescovile a motivo delle sue condizioni disagiate e dei figli a carico: aveva lasciato l’abitazione in vicinia della cattedrale a Taddeo, che nel frattempo si era sposato.
Dopo il 1495 l’attività tipografica di Ugoleto si diradò e anche gli atti notarili superstiti fanno pensare a un volume di affari in via di riduzione. Il catalogo fu incrementato moderatamente dalla committenza locale (per es., nel 1496 furono impressi gli Statuti della Compagnia della Santissima Annunciata, IGI, 3111), ma soprattutto da classici latini utili all’istruzione (come le Declamationes minores di Quintiliano curate da Taddeo, uscite nel 1499, IGI, 8257) e da testi di facile smercio e di utilità pratica (come il Libro di mercatanzia di Giorgio Chiarini, pubblicato nel 1498, IGI, 2749).
Il 12 settembre 1501 uscì la traduzione latina del Plutus di Aristofane, l’ultima stampa firmata da Angelo.
Morì nel 1503.
Suoi eredi e prosecutori nel mestiere rimasero i figli Francesco e Gerolamo, entrambi allora minorenni e sottoposti alla tutela di Tagliaferri.
Fonti e Bibl.: I. Affò, Memorie di Taddeo Ugoleto parmigiano bibliotecario di Mattia Corvino re di Ungheria, Parma 1781; Id., Saggio di memorie su la tipografia parmense del sec. XV, Parma 1791; Id., Storia della città di Parma, IV, 1795, p. 333; A. Pezzana, Giunte e correzioni al saggio di memorie su la tipografia parmense del secolo XV. del padre Ireneo Affò, Parma 1827; A. Pezzana, Storia della città di Parma, III, Parma 1847, ad ind.; P. Zorzanello, L’arte tipografica in Parma dalle origini al Bodoni, Milano 1932; Id., La stampa nella provincia di Parma e Piacenza, in Tesori delle biblioteche d’Italia. Emilia e Romagna, a cura di D. Fava, Milano, 1932, pp. 533-559; British Museum catalogue of books printed in the XVth century now in the British Museum, VII, London 1937, pp. XLVIII, 943-946; Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia (IGI), a cura di T.M. Guarnaschelli et al., I-VI, Roma 1943-1981; A. Ciavarella, Un editore e umanista filologo: Taddeo Ugoleto detto della Rocca, in Archivio storico per le province parmensi, s. 4, IX (1957), pp. 134-173; Id., Contributo per una storia della tipografia a Parma, ibid., XIX (1967), pp. 233-268; L. Balsamo, Una iniziativa editoriale-tipografica fra Bologna e Parma (1474), in Book production and letters in the Western European Renaissance. Essays in honour of Conor Fahy, a cura di A.L. Lepschy - J. Took - D.E. Rhodes, London 1986, pp. 7-16; G. Battioni, Per la storia della cultura parmense in età sforzesca: l’inventario catalogo di una libreria cittadina del 1491, in Archivio storico per le province parmensi, s. 4, XXXVIII (1986), pp. 453-468; Parma e l’umanesimo italiano. Atti del Convegno..., Parma... 1984, a cura di P. Medioli Masotti, Padova 1986 (in partic. L. Balsamo, Editoria e umanesimo a Parma fra Quattro e Cinquecento, pp. 77-95; A. Tissoni Benvenuti, Alcune considerazioni su Parma e i letterati parmensi nel XV secolo, pp. 121-137); R. Lasagni, U., A., in Id., Dizionario biografico dei parmigiani, IV, Parma 1999, p. 657; A. Canova, Tipografi, librai e cartolai tra Mantova e l’Emilia nel Quattrocento, in Rhegii Lingobardiae. Studi sulla cultura a Reggio Emilia in età umanistica, a cura di A. Canova, Reggio Emilia 2004, pp. 139-167; R. Lasagni, L’arte tipografica in Parma, I, Da Portilia agli Ugoleto (1471-1528), Parma 2013, ad ind.; Gesamtkatalog der Wiegendrucke (GW), https://www.gesamtkatalogderwiegendrucke.de/ (17 febbraio 2020).