ANGELO
Arciprete di Rossano, di nazionalità greca, fu eletto dal capitolo arcivescovo di quella diocesi nel 1266 e raccomandato a Clemente IV come esperto nell'uso delle lingue greca e latina. Il papa, il 17 maggio 1266, scrisse a Raoul Gosparmy, cardinale vescovo di Albano e legato pontificio nel Regno di Napoli, perché confermasse l'elezione, se il candidato risultava in possesso dei requisiti richiesti. Giovanni XXI, il 2 dicembre successivo, lo dispensò dal pagare la decima sessennale per la Terra Santa per la esiguità delle rendite della sua Chiesa. Nel 1269 il re Carlo di Angiò ordinò che gli fosse riconosciuto il diritto delle decime su Rossano, S. Mauro, Pietrapaola e Campana. Nel 1274 A. prese parte al concilio di Lione, ai cui atti appose il suo sigillo. Nel 1280 tradusse in latino gli antichi privilegi greci del monastero basiliano di S. Maria del Patir, in occasione dell'autenticazione che dovevano fame i giudici di Rossano; nel documento è detto "in utraque sciencia, graeca scilicet et latina, peritus". Il 19 gennaio 1285 affidò a S. Maria del Patir il monastero greco di S. Nicola di Calopezzati.
Queste iniziative prese a favore dei monaci basiliani contrastano con le accuse di aver voluto introdurre alcune innovazioni liturgiche nel rito greco per avvicinarlo al latino, che gli furono mosse da un certo Teodoro Cursiota in un opuscolo greco, ancora inedito, conservato nel ms. Vat. greco 1276, cc. 151-165; in verità anche dal testo del Cursiota le innovazioni di A. appaiono di assai scarso rilievo, cosicché è probabile che il movente delle accuse a lui mosse stesse piuttosto in un risentimento di carattere personale che non in un effettivo tentativo di latinizzazione della liturgia greca.
Il De Rosis afferma che "a sua istanza re Roberto d'Angiò ampliò nel 1271 la cattedrale". Ma si tratta di uno dei soliti anacronismi di questo autore, dato che Roberto cominciò a regnare solo dal 1309.
L'Ughelli ritiene che A. sia morto verso la fine del 1287, poiché il successore avrebbe avuto la conferma il 14 febbraio 1288. Ma è in errore: il successore ebbe conferma il 31 genn. 1287 (M. Prou, Les Registres d'Honorius IV,Paris 1888, n. 725). Quindi la morte di A. cade alla fine del 1286.
Fonti e Bibl.: E. Jordan, Les registres de Clément IV, Paris 1893, n. 304; L. Cadier, Le registre de Jean XXI, (1276-1277), in Les registres de Grègoire X (1272-75), a cura di G. Giraud, Paris 1898, n. 35; F. Ughelli-N. Coleti, Italia Sacra, IX, Venetiis 1721, coll. 300 s.; L. De Rosis, Cenno storico di Rossano, Napoli 1838, p. 129; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, XXI, Venezia 1870, p. 276; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 423; W. Holtzmann, Die ältesten Urkunden des Klosters S. Maria del Patir, in Byzantinische Zeitschrift, XXVI(1926), pp. 348-351; G. Mercati, Minuzie, in Opere minori, IV, Città del Vaticano 1937, pp. 169-171; A. Laurent, Contributo alla storia dei vescovi del Regno di Sicilia, in Riv. di storia della Chiesa in Italia, II (1948), p. 378; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III,col. 9.