ANGELO (Angelo Calabresel Calabrò)
Monaco basiliano di origine calabrese (donde l'appellativo Kalabráq, che secondo il Pasquali andrebbe interpretato come cognome), era nella seconda metà del secolo XV a Messina, ove seguì le lezioni ivi impartite, dal 1468 in poi, da Costantino Lascaris. Divenne in seguito abate del monastero del S. Salvatore di quella città. Se ne ignora la data di morte. L'identificazione, da alcuni proposta, con l'Angelo vescovo di Martirano (Cosenza) fra il 1463 ed il 1485 (cfr. C. Eubel, Hierarchia catholica, II, Monasterii 1914, p. 187) non è possibile, in quanto A. Calabrese solo dopo il 1468 può aver seguito, in Messina, le lezioni del Lascaris.
Di lui rimangono quattro sermoni in lingua greca sul Natale, l'Epifania, le Palme e la Trasfigurazione, che Giovanni Santa Maura rinvenne e trascrisse nel 1573 presso un Giambattista Pitia prete greco di San Lorenzo (Reggio Calabria). Di essi esistono copie in vari manoscritti elencati dal Mercati (p. 66). A. fu anche autore (secondo l'identificazione del Pasquali, accettata anche dal Mercati) di un completamento al commento di alcuni fogli aggiunti al ms. Add. 36749 del British Museum di Londra. Le sue opere, anche se redatte in greco, rivelano una formazione culturale ormai latina confermando la progressiva latinizzazione dell'elemento greco presente nell'Italia meridionale.
Bibl.: G. Mercati, Per la storia dei manoscritti greci di Genova e di varie badie basiliane d'Italia e di Patmo, Città dei Vaticano 1935, p. 166 n.; G. Pasquali, Praefatio in Gregorii Nysseni Epistulae, Leiden 1959 p. XVII; Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés., III, coll. 17 (con indicazione della bibl. precedente).