ANGELUCCI
Famiglia napoletana di fabbricanti di corde armoniche, attiva nel XVIII secolo. Poco è noto dei suoi componenti: il primo ad acquistare fama fu Domenico Antonio, nato a Napoli all'inizio del XVIII secolo. Egli aveva contribuito a migliorare e intensificare la fabbricazione delle corde armoniche di minugia, le cui origini erano remote in Italia (il Valdrighi proponeva l'ipotesi che un tipo di pasta alimentare chiamata fidelini avesse tratto il suo nome proprio da quello latino delle corde armoniche, fides).
Già fiorente al principio del XVII secolo in Abruzzo, tale industria nel Settecento era quasi riservata all'Italia: le fabbriche di Napoli e Roma fornivano corde a tutta l'Europa, ma le più stimate erano quelle di Napoli, specialmente per i "cantini". La fattura delle corde per gli strumenti musicali richiedeva doti particolari di abilità e di accortezza, specie per la scelta delle minugie e per il dosaggio dell'acqua alcalina, e veniva considerata quasi un'arte, gelosamente tramandata.
Domenico Antonio si era associato con i fabbricanti romani; tuttavia la società si sciolse presto e vi fu un processo per cui il fratello Felice "scrisse molte memorie relative a quest'arte, ma non pubblicò nulla" (de La Lande). Di Felice non vi sono altre notizie, all'infuori di questo ricordo del de La Lande.
Domenico morì a Napoli nel gennaio 1765.
Angelo, forse figlio o fratello minore di Domenico, fu il più celebre e il più importante. A lui si devono, infatti, non soltanto le interessanti notizie sul procedimento di fabbricazione delle corde-armoniche nella seconda metà dei secolo XVIII (richieste e annotate dettagliatamente dal de La Lande nel suo viaggio in Italia nel 1765-66), ma anche la scoperta che per le migliori corde di violino dovevano usarsi le minugie degli agnelli di sette o otto mesi (ancora giovani, cioè), allevati in montagna, e che il periodo estivo era il più favorevole per il trattamento della minugia, che si tendeva meglio e risultava "più liscia, più secca e più sonora". Angelo aveva un gran commercio di corde: lavoravano per lui in diverse zone del Regno napoletano più di cento "cordari", che egli manteneva e stipendiava a una lira e otto soldi il mese. La maggior parte degli operai proveniva da Salé, nell'Abruzzo. Essi avevano la loro corporazione e una cappella dedicata a S. Erasmo. In Napoli esiste ancora un vicoletto, detto "dei Cordari" (luogo forse vicino alla "fontana dei serpi", dove Angelo intrattenne il de La Lande sul singolare procedimento di fabbricazione delle corde armoniche). Di Angelo, si ignora la data di morte, né si può accertare se l' "Angelucci Domenicus liutaio e riparatore ital. dell'inizio,del XIX secolo. Poco conosciuto.", citato da R. Vannes nel suo Dictionnaire universel des Luthiers (Bruxelles 1951, p. 10), fosse un membro di questa famiglia, come sembra probabile.
Bibl.: J. I. Le Français de La Lande, Voyage en Italie..., VII,Genève 1790, pp. 412-416; D. J. J. Volkmann, Historisch-kritische Nachrichten von Italien..., III, Leipzig 1771, pp. 186-191; Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et métiers..., II, Lucques 1758, p. 329 (ad vocem Boyaudier); An., Le corde di violino, in Gazzetta musicale di Milano, XXXVIII(1883), 34 p. 307; L. F. Valdrighi, Fabbricanti di strumenti armonici, in Mem. d. R. Accad. di scienze, lettere ed arti di Modena in Modena, s. 2, II, Modena 1884, pp. 4 n. 87, 104, 113-115; F. J. Fétis, Biographie universelle des musiciens, I, Paris 1860, p. 108; H. Mendel-A. Reissmann, Musikalisches Conversations-Lexikon, I,Berlin 1881, p. 224.