ANGERA (A. T., 24-25-26)
Comune della provincia di Varese, situato sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, con 12,77 kmq. di superficie, coltivati in gran parte (839 ettari), e 2925 abitanti (1921), dei quali 1930 nella cittadina capoluogo. Questa è situata a 205 m. s. m. e dista 3 km. dalla stazione ferroviaria Taino-Angera, sulla Novara-Luino. È inoltre collegata a Varese con tram elettrico, ad Arona con piroscafoi a Sesto Calende con servizio automobilistico. È dominata dalla bella Rocca d'Angera, già dei Visconti, poi dei Borromeo. La parte che si affaccia sul lago conserva l'aspetto più antico; il resto fu trasformato nei secoli XVI e XVIII. Adiacente alla torre è una grande sala con affreschi rappresentanti lo zodiaco ed episodî delle lotte dei Visconti contro Napo Torriani fatti eseguire non già da Giovanni II Visconti, ma nei primi decennî del Trecento, dopo che la rocca (1314) venne in sieuro possesso dei Visconti (Toesca).
Una tarda leggenda, opera di genealogisti adulatori, attribuisce la fondazione di Angera ad Anglo, nipote di Enea, dal quale sarebbe derivata una serie di dinasti, sino ai Visconti, che fra i loro titoli annoveravano appunto quello di conti d'Angera. L'antica Angera fu distrutta da Ataulfo nel sec. V. Rifabbricata poi dai Longobardi, prese il nome di Stazzona e divenne capoluogo di un contado rurale, i cui possessori, ricordati la prima volta in una carta del 1030 (Giulini, Memorie storiche di Milano, 1760-5, III, p. 232), furono circondati da un'aureola leggendaria, che andò prendendo solide basi allorché i Visconti, affermandosi loro discendenti, si fregiarono del titolo di Angli e di conti di Angera: favoloso edificio, demolito dal Muratori e dal Giulini. L'arcivescovo di Milano fu investito dalla S. Sede della parte meridionale del contado, che era il nucleo più cospicuo dell'antico dominio della Chiesa milanese, finché il contado stesso fu concesso da papa Clemente VI, nel 1350, a Caterina di Bernabò Visconti. Nel 1397 Venceslao, re dei Romani, eresse Angera in contado, con la giurisdizione del Lago Maggiore, a favore di Gian Galeazzo Visconti, duca di Milano. Nel 1449, la terra e rocca di Angera fu data ai Borromeo, che la tennero con titolo marchionale, sino all'abolizione dei vincoli feudali. Di recente fu eretta in principato a favore del vivente conte Giberto.
Nacque da famiglia di Angera Pietro Martire d'Anghiera (v.) uomo di stato e diplomatico presso la corte d. Castiglia, autore della Oceani Decas (o meglio de Orbe Novo). Anni sono, ai piedi del colle di Angera, venne in luce un'ara votiva a Mitra, proveniente dallo speleo mitriaco ivi esistente, ora nel Museo archeologico di Como.
Bibl.: Grande ill. del Lombardo-Veneto, Milano 1858, III, p. 858 segg.; L. Beltrami, Angera e la sua rocca, Milano 1904; P. Toesca, La pittura e la miniatura nella Lombardia, Milano 1912, p. 157 segg.