ANGINA PECTORIS (III, p. 310)
PECTORIS Si tende oggi ad interpretare l'angina pectoris come una sindrome dolorosa, il cui meccanismo consiste in uno stato di anossiemia del miocardio (deficiente ossigenazione) per sproporzione fra apporto di sangue, ridotto dalla presenza di restringimento delle arterie coronarie, o da spasmo di esse o da altri fattori, e richiesta di ossigeno da parte del muscolo cardiaco. Della sindrome dolorosa costituente l'angina di petto, si sogliono distinguere due forme: l'una, caratterizzata da accessi di breve durata determinati dallo sforzo fisico, e cessanti rapidamente col riposo, è l'angina da sforzo; l'altra, costituita da accessi generalmente più lunghi, che sopravvengono a riposo, per lo più di notte, è l'angina da decubito. Quest'ultima, che va differenziata dall'infarto miocardico (vedi in questa App.), si osserva in malati con lesioni cardiache più gravi ed ha prognosi più severa della prima.
Il decorso dell'angina è spesso variabile e oggi si conoscono numerosi casi che hanno raggiunto una completa guarigione, come pure si osservano forme a decorso acuto, e altre cronicissime. Il pericolo della morte improvvisa non è mai escluso negli anginosi, anche nei casi che presentano sintomi molto lievi.
Oltre agli interventi sul simpatico cervicale, la cui efficacia è tuttora controversa, sono state tentate operazioni basate sul concetto di aumentare o permettere la riformazione di una rete vascolare nel miocardio, soggetto a ischemia per le alterazioni delle coronarie, che sono la base dell'angina pectoris. Fra questi interventi sono da ricordare la rivascolarizzazione del cuore, ottenuta da C. S. Beck mediante artificiale adesione al cuore di un muscolo pettorale o di un altro tessuto molto vascolarizzato; la legatura del seno coronario intesa a provocare una congestione venosa, quindi una dilatazione dei vasi nel sistema coronarico; e la nevrectomia pericoronarica, l'asportazione cioè dei plessi nervosi situati attorno alle coronarie, anch'essa con lo scopo di determinare una dilatazione di questi vasi.