Angio
Angiò (lat. Andegavus, Andegava urbs, territorium Andegavum, terminus Andecavus, Andecava; franc. Anjou)
Antica contea e regione storica della Francia occidentale, tra le montagne centrali e il massiccio armoricano, percorsa dal fiume Loira e dai suoi affluenti.
L'estensione territoriale, comprendente la zona originariamente occupata dalla popolazione gallica degli Andecavri, corrispose fino al 1789 a quella della diocesi di Angers. Nel 372, come attesta la menzione in quell'anno di un vescovo Defensor, il processo di cristianizzazione della regione si era già avviato. A partire dal medesimo periodo cominciarono a fiorire le prime comunità monastiche: a Saint-Florent-le-Vieil (fine del sec. 4°), ad Angers (Saint-Aubin, nel 530 ca., e, più tardi, Saint-Serge), a Saint-Maur (probabilmente metà del sec. 6°). L'arrivo dei Bretoni in Armorica fece dell'A., posto sotto la dominazione franca, una zona di frontiera di grande interesse per i sovrani carolingi.
La zona fu in seguito devastata dalle invasioni normanne, che costrinsero alla fuga i monaci di Saint-Maur e di Saint-Florent-le-Vieil. I sovrani carolingi avrebbero quindi affidato la regione a un notabile del luogo, Ingelger, capostipite di una dinastia di conti la cui autorità si estese a poco a poco, a spese del Poitou, verso la Turenna e il Maine, grazie non solo a una serie di campagne militari, ma anche a un'abile politica matrimoniale. Tramite i loro matrimoni, Goffredo e suo figlio Enrico II Plantageneto unirono, di fatto, all'A. il Maine, la Normandia, l'Inghilterra e, più tardi, l'Aquitania. L'epoca degli Ingelger e dei Plantageneti fu, fin dalla seconda metà del sec. 10°, un periodo di crescita demografica e di progresso economico, caratterizzato peraltro dal rifiorire della vita religiosa nelle comunità di Saint-Maur (verso il 1000), di Saumur (metà del sec. 10°) e di Saint-Hilaire-des-Grottes (verso il 1026). A Saint-Aubin (966) e a Saint-Serge (intorno al 1000) i Benedettini sostituirono le comunità di canonici, mentre sempre ad Angers si moltiplicarono le fondazioni monastiche di committenza comitale; tali abbazie e altre situate al di fuori dell'A. costituirono nelle campagne priorati spesso molto ricchi. Rimaste estranee al movimento cluniacense, alla fine del sec. 11° esse furono oggetto, proprio a causa delle loro ricchezze, della protesta dei predicatori: Roberto d'Arbrissel (1096) promosse a La Roë un insediamento di canonici regolari, mentre a Fontevraud fondò un monastero quadruplo (monache di clausura, monaci, pentiti e, forse, lebbrosi), posto sotto l'autorità di una badessa; nell'abbazia, che accolse anche diversi esponenti dell'aristocrazia, vennero poste le tombe dei Plantageneti.
Ispirato dalle stesse esigenze di rinnovamento di Roberto, anche il suo discepolo Salomon creò un monastero a Nyoiseau, mentre Bernard de Tiron ne fondò uno ad Asnières. Anche i Cistercensi, i Grandmontani e i Premostratensi eressero monasteri nell'A., così come i Canonici regolari - presenti ad Angers e a Saint-Georges-sur-Loire -, i Templari e gli Ospitalieri. Si svilupparono intanto anche le scuole episcopali, grazie all'attività in particolare di Beranger, Marbodo e Ulgerio di Angers.
La cacciata dei Plantageneti dalla Francia occidentale a opera dei Capetingi (1204) restituì all'A. il ruolo di marca di confine, ma ne decretò anche la sottomissione alla monarchia di Francia. Per facilitarne l'assimilazione, Luigi IX affidò la regione al suo più giovane fratello, Carlo, ma il matrimonio di quest'ultimo con l'erede della Provenza e in seguito la preoccupazione di fornire un appoggio al papa ebbero come conseguenza che l'autorità comitale fosse spesso assente dalla regione. La seconda dinastia, quella dei duchi, originata da Luigi, fratello di Carlo V, fu invece presente nell'A. in misura maggiore.
Le sfavorevoli condizioni climatiche, le carestie, la peste e le guerre dei secc. 14° e 15° segnarono definitivamente il declino della regione: le abbazie con i loro priorati vennero saccheggiate; alcune di esse, per il prevalere degli interessi politici su quelli religiosi, caddero nelle mani di grandi famiglie nobili, come nel caso dei Du Bellay (1404-1504) che si impossessarono di Saint-Florent de Saumur; la committenza stessa divenne prerogativa dei duchi e dei funzionari ducali o reali. La storia dell'A. appare dunque nettamente condizionata dai suoi rapporti con il potere centrale e può essere sinteticamente divisa in tre fasi: la prima, dal sec. 6° al 10°, quando la regione ebbe un ruolo importante come marca di frontiera; la seconda, tra i secc. 11° e 12°, periodo caratterizzato dall'autonomia politica e dalla prosperità economica; infine la terza, dopo il 1204, quando l'A. passò alle dipendenze della corona francese. I tre grandi periodi dell'arte medievale angioina sembrano corrispondere, anche se con qualche ritardo cronologico, a quelli storici della regione e la produzione artistica più originale si ebbe con le dinastie degli Ingelger e dei Plantageneti (1000-1250).
Si sa ben poco della situazione artistica anteriore al 950. A Saint-Maur, la struttura circolare che La Croix (1899) identificò con un ninfeo gallo-romano, riutilizzato in epoca medievale, sembra possa invece riferirsi a un'opera del sec. 12°; nel Saint-Eusèbe di Gennes, i muri a filari di mattoni simulati e la conclusione a timpano sono di datazione incerta. I filari di mattoni disposti a spina di pesce nella navata della chiesa di Saint-Pierre di Savennières possono risalire al 10° secolo. Solo la fortezza di Doué-la-Fontaine è datata con certezza: l'edificio (m. 17 x m. 23, con muri di m. 1,8 di spessore) fu costruito all'inizio del sec. 10° con accessi a pianterreno e venne provvisto, verso la metà del secolo, di un piano al quale si accedeva da porte situate a m. 4 dal suolo; l'insieme fu interrato nella prima metà dell'11° secolo. L'edificio tuttavia non è contraddistinto da particolari tecniche costruttive locali.
La situazione mutò dopo il 950. Le tradizioni carolinge, più persistenti che altrove, ebbero un peso considerevole per tutta la prima metà del sec. 11° e alcune di queste (come la tecnica di apparecchiatura muraria di materiale di piccole dimensioni, con o senza filari di mattoni) rimasero in uso fino al 12° secolo. Del resto, per la Bibbia di Saint-Aubin (Angers, Bibl. Mun., 1-2) si utilizzò ancora, alla fine del sec. 11°, la scrittura dei manoscritti carolingi di Tours e per le miniature si ricorse a modelli del medesimo ambito. Anche la grande croce da cuspide dell'abbaziale di Saint-Maur, probabilmente della stessa epoca, testimonia il perdurare, nella sua decorazione a intrecci viminei, della stessa tradizione.
Ad Angers la chiesa di Saint-Martin, la cattedrale e Saint-Serge presentano dei pilastri e degli archi con mattoni disposti in filari e a cuneo che si riconnettono con analoga fedeltà ai modelli anteriori. Qualche edificio religioso - Saint-Aubin di Angers, distrutto, Saint-Jean di Château-Gontier, della metà del sec. 11°, e la più tarda chiesa di Le Menil - presenta la forma abituale della chiesa a impianto basilicale con navate laterali, aperte da grandi finestre senza ornamenti.
Nella seconda metà del sec. 11° si definisce nell'A. un tipo di chiesa con passaggi laterali alla crociera (berrichons) di cui la cattedrale di Angers, del 1025, offre un primo esempio. Questo tipo di costruzione è caratterizzato dall'unione di una navata unica, coperta a capriate, di sezione pressoché quadrata, in cui cioè la larghezza non è superiore all'altezza, con un insieme absidale più complesso. La crociera, che sostiene la torre campanaria, più stretta della navata e fiancheggiata da passaggi laterali verso i bracci del transetto, si sviluppa notevolmente in altezza. Coro e bracci del transetto, più bassi, sono sovente coperti da una volta a botte, la crociera da una cupola. Così la navata, dalle linee estremamente sobrie e senza alcun ornamento, produce un effetto nettamente contrastante con la parte absidale dai volumi complessi e spesso arricchita di elementi decorativi. Questa tipologia poté evolversi, nel corso del sec. 12°, verso una sempre minore individuazione della crociera per il livellamento in altezza degli elementi della parte absidale e un minor restringimento della crociera stessa in rapporto alla navata, mentre il campanile continuava a essere centrale, massiccio e non alto. Il risultato di questa evoluzione è costituito, per es., dalla continuità spaziale ottenuta, verso il 1200, sempre nella cattedrale di Angers.
La chiesa a navata unica conobbe una notevole diffusione in particolare presso i Predicatori riformatori (La Roë, Fontevraud, Nyoiseau) che trovavano forse in tale soluzione lo spazio unitario adatto alla predicazione e nella zona absidale, isolata per il restringersi della crociera, spazi più raccolti, adatti al servizio divino riservato alla comunità monastica.
Ma questa adesione alla semplicità fu di breve durata sia a Fontevraud, con navata ispirata ad Angoulême caratterizzata da una decorazione parietale e da capitelli molto elaborati, del 1130 ca., sia a La Roë (facciata estremamente complessa, posteriore al 1137). La chiesa priorale di Cunault mostra, come quella di Fontevraud, l'influsso dell'arte dell'Aquitania, sia nella struttura a tre navate di uguale altezza, sia nella decorazione plastica del coro. La navata centrale continua nasconde un falso transetto poco sporgente e sfrutta effetti prospettici per accentuare la sua lunghezza. A parte qualche raro capitello istoriato, in cui la geometrizzazione sottolinea la violenza dei gesti, la scultura del coro è aquitana. I capitelli del falso transetto mostrano invece sistematicamente un'interpretazione locale e fredda del corinzio romano.
Sia le chiese di Saint-Florent di Saumur e di Saint-Florent-le-Vieil, edifici a tre navate senza particolarità regionali, sia l'abbaziale di Saint-Maur di Glanfeuil, che riprese dall'Ile-de-France il modello per le sue torri elevate nella parte absidale e le cappelle disposte a raggiera senza profondità, mostrano come la valle della Loira fosse aperta a influenze esterne. In conclusione, soltanto ad Angers, intorno alla metà del sec. 12°, si sviluppò un tipo di pianta con caratteri più originali, mentre nell'insieme l'arte romanica angioina si distinse per l'adozione di una tipologia di chiesa di altezza ridotta, in cui le navate sono più larghe che alte e i campanili privi di un vero sviluppo verticale: tipologia che ricorda piuttosto soluzioni presenti nelle regioni meridionali.
Queste caratteristiche architettoniche (alzati di dimensioni ridotte, dilatazione in orizzontale degli spazi) si trovano anche nell'arte gotica dell'A. detta 'plantageneta'. Essa caratterizzò tutta la regione dal 1150 al 1250, quindi anche oltre la fine in Francia della dinastia cui l'A. deve il nome.
Tale architettura è determinata dai materiali di costruzione reperibili nell'A., quali il tufo, che per la sua leggerezza veniva utilizzato nella costruzione delle volte, e le arenarie, usate per i sostegni in virtù della loro resistenza. Caratteristiche di questo stile regionale sono anche le volte cupoliformi; queste, essendo molto convesse, esercitano una minore spinta laterale e non necessitano quindi del contrafforte, permettendo di conservare la semplicità delle linee sia all'interno sia all'esterno. Il rifiuto di un alzato eccessivamente sviluppato è compensato, almeno all'interno, dall'adozione di particolari accorgimenti nella decorazione.
Dal 1149-1153, la navata unica della cattedrale di Angers riprende le strutture e le proporzioni di Fontevraud. L'elemento decorativo caratterizzante è costituito dai costoloni a ogiva, cui lo sguardo giunge per il tramite dei pilastri che nascono direttamente dal pavimento e degli slanciati capitelli. La cattedrale ispira un primo tipo di chiesa a navata unica (Saint-Pierre di Saumur, Mouliherne).
Molto presto (verso il 1170-1180) questa architettura si alleggerisce: le parti visibili delle nervature si riducono a una semplice modanatura che si prolunga nella volta; nello stesso spirito si moltiplicano le nervature. I costoloni che scendono fino al livello d'imposta delle ogive separano due spicchi di volta che formano lunette che inquadrano le finestre. Queste forme complesse danno il pretesto per decorare ogni spigolo della volta con nuove nervature (Mouliherne) e i punti d'incontro di queste ultime vengono sottolineati con chiavi scolpite e statue.
Il secondo tipo di edificio, esemplificato dalla chiesa di Puy-Notre-Dame, si ispira direttamente all'equilibrio raggiunto - tramite l'uguale altezza delle navate - dalla cattedrale di Poitiers, accentuandone però la decorazione (le chiavi di volta e le statue delle lunette al di sopra delle grandi arcate). Il risultato di maggiore eleganza è determinato, nell'arte angioina, dalla sostituzione dei pilastri con sottili colonne di arenaria. I cori di Saint-Serge, di Bourgueil e di Précigné sono delle vaste sale poco elevate (dai m. 12 ai 15) ma ampie (m. 15 ca. a Saint-Serge). Il coro di Asnières (nei pressi di Cizay-la-Madeleine) è senz'altro il miglior esempio di questo genere: due sottili colonne sostengono 'a ombrello' le cinque volte, dove le chiavi, nonché le statue che accompagnano le nervature, hanno conservato la loro policromia originaria.
Nel terzo tipo di chiese del Gotico angioino le crociere ogivali si sovrappongono: le imposte delle ogive di due volte contigue ricadono sullo stesso capitello che accoglie le nervature di collegamento della crociera che si sovrappone. La forma generale delle volte è quella di una botte a sesto acuto, ma nello spazio tra due imposte la metà inferiore della volta si rileva in lunette; vi si ritrova la spartizione per piani già menzionata: terminazione superiore del muro arrotondata, colonnette che partono da questo con l'interposizione di busti-mensola o statue-mensola, infine volte ornate da nervature multiple (cori delle chiese di Fougeré e di Cheviré-le-Rouge e cappella della Boissière, nei pressi di Denezé). Così l'architettura angioina di questo periodo appare gotica non tanto nei suoi volumi reali, sempre fedeli all'equilibrio tra larghezza e altezza, ma soprattutto per la particolare attenzione all'eleganza e per lo slancio verticale, ottenuto, innanzitutto, grazie all'assottigliarsi e al moltiplicarsi delle nervature e delle colonne. Deriva da questa, dal sec. 13° in poi, un'arte basata più sull'illusione ottica che su una effettiva realtà architettonica.
Dopo il 1204, un insieme di circostanze - come lo stabilirsi nell'A. di due dinastie originate dalle due case reali dei Capetingi (1246) e dei Valois (1356), il diminuire d'importanza della ricchezza fondiaria delle grandi abbazie, le nuove forme commerciali e urbane dell'economia - favorì il diffondersi di quelle espressioni artistiche che si erano sviluppate nell'ambiente della corte reale.
L'arte religiosa, fino ad allora prevalente, perse di importanza, ma purtroppo è anche da ricordare che sono stati completamente distrutti i conventi urbani degli Ordini mendicanti, così come pure, per es., i locali annessi all'abbazia di Saint-Florent di Saumur, fatti ricostruire dai Du Bellay (sec. 15°).
La maggior parte degli edifici religiosi di questo periodo ancora esistenti è costituita dalle cappelle dei castelli (Plessis-Macé, Plessis-Bourré, Montreuil-Bellay) e dalle cappelle signorili di chiese parrocchiali (Jarzé, Vieil-Baugé). La cappella di Béhuard, Saint-Emerance 'a la Pouëze, la navata laterale sud di Notre-Dame di Nantilly, sono una testimonianza della tendenza accentratrice del re di Francia e nessuno di questi edifici risponde perciò a una tipologia regionale. Al contrario, la chiesa di May-sur-Evre, antica priorale, riprende nel sec. 14° la navata unica e i volumi della cattedrale di Angers (si veda anche Saint-Serge nella stessa città). Per ciò che riguarda l'architettura militare, le fortezze precedenti alla dinastia capetingia sono scomparse, inglobate probabilmente in successive ricostruzioni. Le roccaforti rimaste (Pouancé verso la Bretagna, Champtocé sulla Loira, la cinta muraria di Montreuil-Bellay) sono in parte, senza dubbio, del sec. 13°; come Angers, Saumur è, nelle sue sostruzioni, di committenza reale (ca. 1230).
Il Plessis-Macé conserva, oltre a una cinta muraria precedente, le rovine di un bel torrione abitabile, probabilmente del 14° secolo. In molti casi si manifestò l'esigenza di costruire castelli che fossero contemporaneamente validi dal punto di vista militare e piacevoli da abitare; il Plessis-Macé apre le sue stanze di abitazione (sec. 15°) soltanto internamente verso la corte, ma Montsoreau (sec. 14°) nell'area della Loira, Saumur sul suo promontorio (ca. 1370), il Plessis-Bourré (ca. 1470), isolato da un largo stagno artificiale, hanno invece ambienti aperti verso l'esterno. Il Plessis-Bourré, la cui costruzione fu finanziata dalla casa regnante, mostra ancora un donjon incorporato nelle costruzioni, i cui accessi verso gli alloggi sono fortificati. Tra i numerosi manieri del tempo sono meglio conosciuti quelli di re Renato, duca d'A. (1434-1480), come Launay, la Ménitré, ecc.; in essi la decorazione rispecchia il gusto personale del duca. La cappella di Pimpéan, come precedentemente quella del castello di Monriou (proprietà di funzionari ducali), è ancora ornata da dipinti che rappresentano angeli con gli strumenti della Passione, accompagnati da poemi composti forse dallo stesso duca.A partire dal sec. 13° l'arte angioina, priva ormai di caratteristiche locali, mostra di dipendere dal mecenatismo del duca, da quello dei suoi funzionari e del re di Francia.
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