ANGIOLO di Lorentino
Pittore di Arezzo. Il Vasari ne diede per primo notizia dicendo, giustamente, "che se fusse stato aiutato sarebbe fattosi buonissimo maestro", ed indicando solo, come sua opera certa, la pittura della lunetta della porta maggiore di S. Domenico di Arezzo. Ma adesso gli si possono ragionevolmente attribuire due tavole, rappresentanti la Vergine col Bambino e Santi, in S. Domenico di Arezzo e nella Collegiata di Castiglion Fiorentino, un affresco con analoga rappresentanza in S. Bernardo di Arezzo, e un S. Francesco che riceve le stimmate nel Palazzo comunale aretino. Per vivere, attendeva anche a lavori di decorazione e di orologeria. Per quanto figlio di un pittore, Lorentino d'Andrea, mediocre scolaro di Piero della Francesca, le opere di A. non sembrano derivate da quelle del padre, ma piuttosto dall'arte di Bartolomeo della Gatta cui si dové in Arezzo, ai primi del 1500, una piccola scuola pittorica che produsse opere di qualche pregio e di cui il miglior campione può considerarsi l'aretino Domenico Pecori.
Bibl.: A. del Vita, Angelo di Lorentino d'Arezzo, in Rass. d'arte, X (1910), pp. 196-498; id., Ancora di A. di L. d'Arezzo, ibid., XI (1911), fasc. 2 e 10; id., Vita di don Bartolomeo abate di S. Clemente, Firenze 1912; M. Salmi, Un umile pittore aretino, in L'Arte, XIV (1911), pp. 123-428; U. Pasqui, Pittori aretini, ecc., in Riv. d'arte, 1917, p. 32 segg.