angloide
agg. (iron.) Che ricorda l’inglese o ripropone elementi inglesi.
• Cent’anni fa un milanese altoborghese ed eminente usava il dialetto in famiglia e con il personale «de servissi», l’italiano sul lavoro e quando viaggiava magari metteva assieme qualche frase in inglese, più facilmente in francese. Passato un secolo un buon milanese parla in lingua inglese o angloide in vacanza e sul lavoro, in famiglia si esprime in italiano ma quando incontra il suo sindaco può usare il dialetto. (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 27 ottobre 2009, p. 47, Commenti) • La logomachia italiana è diventata così una battaglia (a volte più, a volte meno scherzosa) fra gerghi, ognuno uscito dall’unico ambito in cui è opportuno e sensato usarlo per puntare all’egemonia sulla paziente elaborazione secondaria degli ascoltatori. Ci siamo così abituati all’aziendalese, allo stadiese, al bocconese, mescolati all’immortale burocratese e agli apporti giovanilistici, nerd, bloggaroli, con cospicue iniezioni di angloide e deformazioni comiche (volontarie e non). (Stefano Bartezzaghi, Repubblica, 14 aprile 2013, p. 40, R Cult).
- Derivato dal s. m. anglo con l’aggiunta del suffisso -oide.
- Già attestato nella Stampa del 22 settembre 2002, p. 1, Prima pagina (Guido Ceronetti).