ANGOLA (A. T., 118-119)
Vasta regione dell'Africa, che costituisce, per estensione e possibilità di sviluppo, il più importante dei possedimenti portoghesi. Il suo nome deriva dall'antico regno indigeno di Angola, sulla costa del quale venne fondata nel 1576 la città di Loanda. Le sue coordinate geografiche sono: 4° 20' e 18° 2' lat. S.; 11° 40' e 24° long. E. Si stende per 1600 km. (comprendendo il territorio di Cabinda) sulla costa dell'Atlantico dalla foce del Congo a quella del Cunene. A N. confina col Congo Belga, ad E. con la Rhodesia settentrionale, a S. con l'Unione Sud-Africana. I confini fissati dalla conferenza internazionale di Berlino del 26 febbraio 1885 sono stati poi sistemati da una serie di trattati ed accordi, dei quali i più importanti hanno le date: 25 maggio 1891, 24 marzo 1894, 30 maggio 1905 (arbitrato del re d'Italia), aprile-giugno 1910; infine, con l'accordo 2 marzo 1928, l'Angola ha ceduto al Congo Belga una superficie di kmq. 3 e mezzo, presso Matadi, ed ha avuto in cambio kmq. 3000 sulla destra dell'alto Cassai (Didolo). I confini sono segnati da fiumi o seguono coordinate geografiche. La Germania, quando ancora possedeva l'Africa del SO., tentò di approfittare di un accordo un po' vago col Portogallo, in data 30 dicembre 1888, per incurvare verso N., a beneficio della sua colonia, la linea retta di confine Cunene-Cubango; venne stabilita una zona neutra. L'Unione Sud-Africana, che ha avuto il mandato sull'ex-Africa Sud-occidentale tedesca, ha fatto proprie le pretese tedesche e la questione è rimasta insoluta.
La superficie dell'Angola è di circa 1.495.000 kmq (dei quali circa 8000 per Cabinda), quasi 4 volte e mezzo l'Italia e 16 volte il Portogallo.
Esplorazione. - L'Angola venne scoperta nel 1486 da Diego Cão, scudiere del re Giovanni II di Portogallo, dopo il suo secondo viaggio alla foce del Congo (Zaire). Nel 1574 vi si insediavano i Portoghesi. È del 1591 la prima carta geografica ove sono rappresentati il Congo e l'Angola; essa è di Filippo Pigafetta di Vicenza, e venne pubblicata a Roma. Nel 1663 Manuel Godinho, partito da Loanda, attraversò il continente africano dall'Angola al Mozambico, l'altra colonia portoghese, scoperta da Vasco de Gama nel 1498. Nel 1682 venne fondata, sulla costa, la città di Novo Redondo. Lo stesso itinerario di Manuel Godinho venne percorso, nel 1795, da José d'Assumpção e da Mello. Nel 1807 il Saldanha iniziò i viaggi per estendere il dominio portoghese sulle popolazioni indigene dell'interno. Sono del 1816 e 1817 le esplorazioni compiute dal Cardozo e da altri, fra i quali i due ufficiali portoghesi Monteiro e Gamitto, che da Tete (Mozambico) risalirono lo Zambesi, allora pressoché sconosciuto, e raggiunsero il regno di Loanda. Dal 1842 al 1848 vi sono i viaggi di Carlo Peters, da S. Paolo di Loanda al Mozambico, di Rodríguez García, che, attraversato il Benguella da SO. a NE., raggiungeva la capitale del Lunda donde si spingeva fino al Kasongo, Alto Congo. Dal 1851 al 1866, Federico Welwitsch, eminente botanico austriaco, per incarico del governo portoghese studiò la flora della regione. La traversata da São Filipe de Benguella al Capo Delgado (Mozambico) veniva nuovamente compiuta, dal 1853 al 1857, da Silva Porto, che, spingendosi nel bacino del Cassai e nel paese dei Barotse, precedette la grande esplorazione del Livingstone. Fra i viaggi di questo periodo vanno rammentati: quello dell'ungherese Ladislao Magyar nel Benguella, quello di Costa Leal, che viaggiò lungo il Cunene fino alle sue cateratte, quello del Monteiro, che esplorò tutto il Loanda nel 1859, poi nel 1866 risalì il Cuango. Sono notevoli, ispirati al concetto politico di assicurare all'Inghilterra le vaste regioni dell'Africa centrale, i viaggi del tenente inglese L. Cameron, che nel 1875 e 1876 attraversava il Casongo, il Baluba, il Lunda e riusciva a Benguella. In quegli anni altre esplorazioni compivano gli ufficiali portoghesi Capello ed Ivens, con uno dei più grandi esploratori, il maggiore Serpa Pinto, il quale, dal novembre 1877 al febbraio 1879, compì un'altra traversata dell'Africa, da Benguella per Bihé e Lealui, lungo il corso dello Zambesi, poi per Pretoria alla baia di Delagoa (Mozambico); il suo progetto era quello di estendere il dominio del Portogallo dall'Angola al Mozambico. Dal 1884 al 1887 ebbe luogo una spedizione nel regno del Muata Yanvo, capitanata dal maggiore Enrico Diaz de Carvalho; essa concluse numerosi trattati con i capi indigeni e fondò numerose fattorie nel Loanda e nel Lunda. In quegli anni il Portogallo intraprese la costruzione di due ferrovie, una da Loanda verso E., l'altra da Beira (Mozambico) verso O. Questo facilitò le numerose esplorazioni che vennero intraprese per realizzare il progetto di Serpa Pinto, ma nel 1887 l'Inghilterra si assicurava, fra i due possedimenti portoghesi, quel territorio che ebbe il nome di Rhodesia e che ha ormai separato per sempre l'Angola dal Mozambico. Tra le esplorazioni più recenti è notevole quella Rohan-Chabot, 1912-1914, da Mossamedes allo Zambesi.
Rilievo, clima, acque continentali. - L'Angola comprende una parte del grande altipiano sud-africano e una parte del bacino del Longo. L'altipiano, costituito prevalentemente di scisti e di graniti, ricoperti in gran parte da una coltre di rossa laterite e, nell'Angola orientale, da sedimentazioni a facies arenacea, probabilmente triassiche, e da depositi alluvionali ed eluviali pleistocenici e recenti, si abbassa lentamente verso oriente, elevandosi invece nel centro fino ai 2620 m. (M. Moco). A occidente esso termina con un orlo rialzato, che prende varî nomi (Serra de Chela, Serra de Numpaca, Serra de Hanha, Serra de Canganza, ecc.) e scende più o meno rapidamente su una costa collinosa. Rocce eruttive recenti, soprattutto basaltiche, formano una serie di colline, quasi spoglie di vegetazione, tra Benguella e Mossamedes. L'erosione fluviale ha inciso nell'altipiano valli ampie e profonde, suddividendolo; e in alcune parti lo ha modellato in modo tale, da dargli l'aspetto di una regione montuosa.
L'orlo rialzato dell'altipiano raggiunge le maggiori altezze nella parte centrale, e si mantiene quasi dappertutto parallelo alla costa. Questa è in parte bassa e sabbiosa, in parte alta, con buoni porti naturali (Bahia dos Tigres, Porto Alexandre, Loanda, Lobito, ecc.), alcuni dei quali sono protetti da penisolette sabbiose, che le correnti litoranee hanno formato accumulando gli apporti solidi scaricati nell'oceano dai fiumi principali (Cuanza, Cunene).
Nella fascia costiera affiorano calcari del Cretacico e terreni neogenici a facies marina.
Salendo dal mare verso l'interno, si distinguono dunque nell'Angola tre zone: quella costiera, quella delle serre, e quella dell'altipiano propriamente detto. Questa morfologia è comune, del resto, a tutta l'Africa meridionale.
Il clima varia secondo la latitudine e l'altitudine. Vi si notano due stagioni, la secca da giugno a settembre, l'umida da ottobre a fine maggio; questa è anche l'epoca delle piene e degli uragani. Sulla costa il clima è nettamente tropicale, non si hanno mai freddi invernali, la temperatura media annuale è di 20°; la regione risente peraltro il beneficio della corrente fredda del Benguella, che corre dal Capo di Buona Speranza al Golfo di Guinea, e talvolta della brezza marina che arriva alle città costiere ed ai villaggi tra gli altipiani ed il mare; ma il vento che domina è quello di terra, che trasporta i miasmi palustri degli acquitrini che si formano specialmente durante la stagione delle piogge. Sugli altipiani il clima è tempetato e durante l'inverno non sono rari i geli. Durante la stagione calda, che corrisponde a quella delle piogge, le temperature massime non oltrepassano i 26° all'ombra; nella notte la temperatura scende spesso ai 5°. Il regime delle piogge differisce secondo le regioni. Le precipitazioni diminuiscono da N. a S., e con esse diminuiscono le febbri palustri. Le zone adiacenti al fiume Cunene possono essere considerate come secche e ricordano il "veld" dell'Africa meridionale. Da O. ad E. le piogge, scarse sopra la costa, divengono più abbondanti procedendo verso l'interno, fino a raggiungere 1800 mm. annuali. Gli altipiani nella stagione secca sono salubri; scomparse la malaria e la malattia del sonno, il clima è ottimo per gli Europei, tranne i bruschi salti di temperatura fra il giorno e la notte. Nelle profonde vallate è diffusa l'elefantiasi presso gl'indigeni. Sugli altipiani non vi è da temere la mosca tse-tse, terrore dell'Africa equatoriale, poiché non si trova mai oltre i 1000 m.
Sul grande altipiano del Benguella e di Moxico, quasi al centro della regione, hanno origine i numerosi fiumi che si irradiano in ogni direzione; essi appartengono nella maggior parte a quattro grandi bacini idrografici: del Congo, del Cuanza, del Cunene e dello Zambesi. Il Congo, nel suo ultimo tratto inferiore, segna per 160 km. il confine N. dell'Angola; i più grandi piroscafi possono risalirlo fino a Matadi. Appartengono al bacino del Congo il Cuango, il Kwilu, il Cassai, con i loro numerosi affluenti, che hanno tutti origine dagli altipiani a N. dell'11° parallelo. Lungo il Cuango ed il Cassai corrono lunghi tratti di frontiera. Il bacino del Cuanza è intieramente compreso nel territorio della colonia; il fiume principale (950 km. di lunghezza) ha le sorgenti nell'altipiano di Bihé, raggiunge l'Atlantico poco a S. di Loanda, ed è accessibile a piccoli vapori fino a Dondo (150 km. di percorso); sulle sue rive si sono stabilite le più importanti aziende agricole della colonia. Il Cunene, lungo 1200 km., attraversa gran parte dei salubri altipiani del Benguella e di Mossamedes; la foce del fiume, a S. della Bahia dos Tigres, è quasi sempre ostruita da banchi di sabbia. Nel corso superiore il Cunene è copioso di acque e nella stagione delle piogge forma un vasto lago alla confluenza col suo tributario Caculovar, presso Humba; per 300 km. del suo tratto inferiore segna parte del confine meridionale dell'Angola. Appartiene al bacino dello Zambesi il Cubango, che nasce nell'altipiano di Bihé, corre verso SE. navigabile in qualche tratto per le imbarcazioni indigene; il suo maggiore affluente è il Cuito; si perde nelle vaste paludi temporanee del Makarikari. Del corso dello Zambesi l'Angola comprende un tratto fino alle cateratte di Sapuna, ed i due grandi affluenti di destra, il Cuando ed il Lungue Bungo, che, come altri tributarî dello Zambesi stesso, attraversano nel loro corso inferiore immense pianure sabbiose ove formano vaste paludi. Nell'Atlantico, indipendenti dai bacini accennati, si gettano fiumi di corso relativamente limitato: la Loje, che sfocia a 3 km. a nord di Ambriz; il Cuvo, che raggiunge la baia di Benguella Velha; la Catumbela, che si getta nella baia di Lobito, ecc. Il territorio di Cabinda è attraversato dal fiume Sciloango per circa 120 km. Questi fiumi, che si versano direttamente nell'Atlantico, entrando nella sabbiosa zona costiera rallentano il loro corso e, se da un lato concorrono a formare le zone malariche, dall'altro permettono una facile irrigazione delle terre destinate alle colture tropicali.
Flora. - La costa dell'Angola si presenta, in tutta la sua estensione, come un paesaggio dolcemente ondulato e gradatamente elevantesi verso l'interno, in corrispondenza del quale la vegetazione si distribuisce in zone regolari, dipendenti non soltanto dall'altimetria, ma anche dal progressivo crescere delle precipitazioni, che, inferiori a 200 mm. sul litorale (Ambriz, S. Paolo di Loanda), giungono sull'altipiano interno ai 1800 mm. annui.
Caratteristica della zona inferiore è la steppa, assai sporadicamente sparsa di Adansonia digitata, Euforbie cactiformi, grandi Aloe, oltre a Sanseviera cylindrica e Sterculia tomentosa. Segue un tratto di boscaglia a latifolie sempre verdi, la quale, verso i 330 m. s. m., trapassa alla foresta montana, ricca di grandi alberi a foglie persistenti ed intercalata di burroni nei quali si addensa un groviglio fittissimo di vegetazione arborea (Meliacee, Miristicacee, Rubiacee e Palme dei generi Elaeis, Raphia e Ancistrophyllum). Sopra gli 800-900 m. si sviluppa poi un paesaggio d'altipiano, con boscaglia montana intercalata da pascoli, analogo a quello dell'Africa orientale. Le formazioni igrofile di questa zona aumentano in vigore e in ricchezza di specie, quanto più ci si avvicina all'Equatore, arricchendosi di forme esclusive dell'Africa occidentale o appartenenti a generi diffusi anche a tutta l'Africa tropicale, ma non alla zona corrispondente dell'Asia; tali la moracea Trymotococcus africanus e il frutice scandente Brunnichia africana. La composizione della flora muta via via che ci si allontana dalla costa, conservando sempre tuttavia il tipo dell'alto pascolo alberato, con densissime boscaglie ricche di liane e di epifite, molto varie, per quanto sappiamo, nei loro componenti arborei e localizzate nelle depressioni umide.
Fauna. - La fauna dell'Angola presenta un miscuglio di elementi dell'Africa centrale e di elementi sud-africani. Ai primi appartiene lo Scimpanzè: altre scimmie sono veri cercopitechi, fra cui il Colobus angolensis, l'Anubis anubis, localizzato nell'interno della regione, e varî lemuridi, fra cui il Galagus monteiri. I Macroscelidae arrivano solo a toccare l'Angola meridionale; i Chrysochloridae, anch'essi insettivori prevalentemente sud-africani, vivono in tutta la regione, mentre solo nella parte settentrionale vive l'interessante Geogale velox. Fra i carnivori sono presenti il leone, il leopardo, gli sciacalli, di cui nella parte meridionale è notevole il Canis mesomelas, il Proteles cristatus, pure meridionale, ecc. L'Angola possiede varî roditori, tra cui il Pedetes caffer rappresenta un elemento meridionale. Tra gli Ungulati vi sono elefanti, giraffe, zebre solo nella parte meridionale, bufali, numerose antilopi, come l'Orias derbianus, l'Aepyceros petersi, ecc., un irace, l'ippopotamo. Esistono anche pangolini ed Orycteropodidae. Degli uccelli più caratteristici dell'Africa mancano nell'Angola gli struzzi. L'Angola possiede nelle sue acque dolci un pesce particolare, Kueria angolensis, limitato alla regione, che, con un congenere di Zanzibar, forma una speciale famiglia africana.
Popolazione. - Le suddivisioni naturali, che corrispondono press'a poco a quelle degli antichi stati indigeni, sono le seguenti: a) Angola settentrionale, dal Congo al parallelo di Loanda: vi predominano zone pianeggianti, rilievi di altitudine media (non più alti di 1200 m.), vaste zone agricole; comprende il Lunda ad est e il Loanda ad ovest; b) Angola centrale: vi predomina l'altipiano desertico sul quale sovrastano cupole granitiche, con quote elevate fino a oltre 2600 m.; fanno eccezione gli altipiani di Bihé e di Moxico, irrigati, fertili, con clima temperato; comprende tutto il Benguella; c) Angola meridionale: vi predomina ancora l'altipiano, con più ristrette zone che offrono possibilità agricole, separate da distese sabbiose; comprende il Mossamedes.
La popolazione dell'Angola è stimata variamente dai 4 ai 12 milioni di abitanti. La cifra più comunemente accettata è, peraltro, quella di 4.120.000 ab., nella quasi totalità Negri feticisti. La popolazione straniera è molto mescolata: secondo un computo fatto nel 1925, comprendeva circa 32.000 Europei, dei quali 2000 tra funzionarî, militari e deportati; di nazionalità diversa dalla portoghese vi sono numerosi Tedeschi e Inglesi; gl'Italiani, alla fine del 1925, erano 26. I Boeri, installativisi nel 1875 a intiere famiglie, sono qualche migliaio, e hanno le loro fattorie specialmente nell'alto Cunene. Vi è un numero indeterminato di meticci, sia brasiliani, sia indo-portoghesi venuti da Goa, sia nati dall'incrocio di Europei con donne indigene. Tra gli Europei, i Tedeschi manifestano molta attività; sono numerosi soprattutto a Loanda, ove dominano il mercato commerciale. Non è mancato un tentativo di colonizzazione ebraica, nel 1911.
La colonia di Angola ha per capitale Losaca, ed è suddivisa in 14 distretti: Loanda, Benguella, Bihé, Congo, Cuanza Norte, Cuanza Sul, Cubango, Huilla, Lunda, Malange, Mossamedes, Moxico, Luchazes e Zaire, che comprende anche il territorio di Cabinda.
Etnologia. - La maggior parte delle tribù angolesi appartengono al gruppo Bantu, ma si trovano tuttora, nella zona meridionale della provincia, alcune popolazioni inferiori che fan parte del gruppo dei Boscimani, anticamente certo più diffusi e sostituiti poi dagli invasori bantu venuti dal nord.
Il NO. della colonia, fra lo Zaire e il Cuanza, è ora abitato dai Mussurongo, dai Mushicongo, dai Muzombo, dai N'gola, dai Dembo, dai Maungo o Jaca, e dai Gingà, ai quali si attribuisce generalmente un'origine congolese. La regione del Lunda, nel NE., è popolata dai Bangala e da popoli già uniti altra volta al regno del Muata-Yanvo: Lunda, Quioco (che hanno un'area di dispersione considerevole verso il centro della colonia), Maxinge, Luena, Holo, Bondo, Massongo e Minungo. Il territorio a S. e ad O. del Cuanza, fino a S. di Benguella, è occupato dai Kissama, dai Libolo, dagli Amboin e dalle tribù Binbundo (Caconda, Andulo, Bieno, Bailundo, Huambo, Ganda, Sele, Mossumbe, Quilenghe, Mondombe, ecc.). Il SO. è abitato dai Vahimba, dai Vanyaneka, dagli Humbe, ecc. Il centro-sud è abitato dai Banctuba (Evale, Cuanhama, Cuamato). I Ganguela (Banhema, Ambuela, Mambunda, Luciase, Luimbe), i Cuangare e i Mucusso abitano il SE. Le tribù boscimane si trovano presso il litorale, a S. di Benguella (Bacuando, Bacuisso, Bacoroca e Bacuba), o nomadizzanti nei bacini del Cunene e del Cubango (Camassequere o Bacassequere). Dal punto di vista somatologico, se si fa eccezione dalle tribù boscimane, si trovano dei tipi che non sono altro se non variazioni bantu, ossia tipi negri attenuati. L'attenuazione è sensibile soprattutto nei Luena, Quioco, ecc. I Luimbe, vicini di questi ultimi, sarebbero più negritici. I Luciase e gli Ambuela-Mambunda avrebbero affinità zulù; i Vahimba avrebbero subito delle mescolanze boscimane. Il colore dei Negri angolesi varia dal bruno bronzeo al nero cioccolata e al nero molto scuro. La statura è generalmente superiore alla media, e ci sono parecchie tribù di alta statura (Binbundo e Ganguela, in parte, i Canguare, alcune tribù del NO.). Le lingue bantu sono soprattutto il kikongo e il kimbundo, a N., il n'bundu nella regione centro-occidentale, a S. lo onyaneka e l'herero, nel SE. il canguela; i Mucussu del S. parlano il barotsé. Le tribù boscimane della provincia hanno la loro lingua speciale con i caratteristici clicks. I Negri esercitano l'agricoltura, e sono buoni fabbri. La parentela è stabilita generalmente per linea materna. I Boscimani vivono di raccolta e di caccia nella boscaglia, e usano per abitazione anche i ripari sotto rocce. Essi conducono un'esistenza misera e precaria, in continuo timore delle genti più progredite.
Condizioni economiche. - Il prodotto agricolo più importante dell'Angola è attualmente il caffè, coltivato soprattutto nella parte settentrionale del paese, tra il Cuanza e il Mbrige, e sui pendii del pianalto di Amboim. Le maggiori piantagioni appartengono alla Companhia de Cazengo; alcune, anche assai vaste, sono in mano di Tedeschi (a SO. di Bembe questi posseggono una piantagione con 200.000 piante di caffè). Il valore dell'esportazione del caffè ha rappresentato negli ultimi anni, in media, il 25-30% del valore totale delle esportazioni.
Notevole è pure la produzione del granturco, che trova condizioni di vita ottime sugli altipiani di Benguella e di Mossamedes, di Libolo e di Malanje, come pure nella Loanda alta. La produzione è andata crescendo assai rapidamente dopo la guerra: infatti, mentre nel 1912 se ne esportarono soltanto 460 tonn., nel 1919 queste furono circa 16.000; nel 1923, 31.500 e nel 1926, 36.700.
L'area coltivata a canna da zucchero è andata restringendosi dopo che, nel 1911, fu proibita la fabbricazione dell'alcool. Le piantagioni più importanti sono nel basso Cuanza (Bom Jesus), nell'Alto Dande (Tentativa), a Dombe Grande a SO. di Benguella, presso Novo Redondo e Mossamedes e ad oriente di Malanje. L'esportazione dello zucchero, che è quasi completamente nelle mani della Companhia do assucar de Angola, rappresenta il 5-6% del valore totale delle esportazioni.
Nelle valli dell'Angola settentrionale, negli ultimi anni, ha preso grande sviluppo la coltivazione della palma da olio. Nel distretto di Loanda v'è una piantagione portoghese con 40.000 palme, e un'altra, belga, con 30.000. Nei dintorni di Amboim e nel basso Cuanza è coltivata, e dà notevoli prodotti, la palma del cocco. Importanza del tutto secondaria ha la coltivazione del grano, dell'orzo, del riso, della vite. Molto diffusa è la coltura della batata e quella delle arachidi. Presso Cabinda e Amboina si coltiva un po' di cacao; il tabacco è coltivato molto anche dagli indigeni.
Tra le piante industriali, occupa superficie notevoli il cotone, che trova buone condizioni di vita in quasi tutta la colonia. La piantagione più vasta (10.000 ettari) si trova presso Quissama, sulla sinistra del Cuanza. Sebbene la qualità di cotone che viene prodotta non sia cattiva, questa coltivazione si è ancora poco diffusa. Buoni prodotti dà il sisal. Ancora allo stadio sperimentale sono le piantagioni di caucciù, che si estrae però, in quantità discrete, dalle piante selvatiche. Le foreste non sono sfruttate razionalmente, benché posseggano essenze pregevoli per legname da costruzione, da ebanisteria, da tintoria.
L'allevamento del bestiame è poco sviluppato, ma in continuo incremento, soprattutto nell'Angola meridionale. Importantissima è l'apicoltura, praticata soprattutto dagli indigeni, che dà miele e cera anche per l'esportazione. Attiva è la pesca lungo tutta la costa angolese: i centri pescherecci principali sono la Bahia dos Elephantes, la Bahia dos Tigres, Mossamedes e Porto Alexandre.
L'esplorazione mineraria dell'Angola deve ancora farsi, ma è certo che la regione non difetta di minerali utili. Nella parte NE. del distretto di Lunda si trova una ricca zona diamantifera, ma diamanti si ricavano pure in varie altre località della colonia. Nel 1916 se ne estrassero per 1300 carati, nel 1919 per 48.500 carati, nel 1921 per 100.700 carati, nel 1926 per 154.o00 carati. Il valore dei diamanti esportati rappresentò, nel 1926, il 17,4% del valore totale delle esportazioni.
Per importanza, al secondo posto viene il petrolio. Le maggiori concessioni sono possedute dalla Companhia de Petroleo de Angola (Sinclair Oil Company), e dalla Concessões de Petroleo de Angola, con capitali inglesi, francesi e olandesi. La prima compagnia ha compiuto varie trivellazioni, fino alla profondità di circa 700 m., nei terreni cretacei della zona costiera settentrionale. Altre trivellazioni sono state eseguite presso Quissama e Porto Amboim.
La produzione del salgemma ha ora soltanto importanza locale. Il sale viene ricavato anche da parecchie saline lungo la costa, tra le quali la più importante è la Salina Capulo, a sud di Ambriz.
Presso Huambo si è trovata un po' di grafite e nella plaga costiera anche un po' di zolfo. Qua e là si ricavano piccole quantità di oro, e a Bembe-Mine del rame.
L'industria è ancora poco sviluppata. Vi sono alcuni zuccherifici, alcuni stabilimenti per la confezione del pesce secco, varie segherie, una fabbrica di tessuti di sisal (Bailundo); a Loanda - il centro industriale dell'Angola - si trovano fabbriche di mobili, manifatture di tabacchi, fabbriche di olio di palma, di cementi, una moderna fabbrica di fiammiferi, ecc.
Il movimento commerciale esterno dell'Angola è in aumento:
Le importazioni consistono nella maggior parte in cotonate, droghe, vino, birra e liquori, macchine, ferraglie, chincaglierie, coltelleria, orologi, bassa gioielleria, mercerie, scarpe, cemento, prodotti chimici. Le esportazioni comprendono diamanti (esclusivamente per il Belgio), caucciù, caffè, granturco, cotone, mais, zucchero, olio di palma, cera di api; unico mercato il Portogallo.
Le comunicazioni sono ancora scarse e difficili. Alla fine del 1927 erano in esercizio 1852 km. di ferrovie, suddivisi fra i tronchi che seguono: a) di Loanda, o Ferrovia transafricana, della Companhia do Caminho de Ferro: per Malange a Xissa, lunghezza 445 km., scartamento 1 m. È stato deciso il suo prolungamento fino a Cassange; b) da Loanda a Calumbo, 30 km., scartamento i m.; c) linea di Golungo Alto, km. 31, scartamento m. 0,60; d) linea della Benguella Railway, compagnia inglese affiliata alle Tanganika Concessions Lt., da Lobito alla frontiera del Congo, per Benguella-Silva Porto-Munhango, km. 1100, scartamento m. 1,067: con una linea lunga 700 km. della British South African and Belgian Congo Railway sarà collegata alla stazione di Fungurume sulla linea del Katanga; e) linea del governo da Mossamedes a Sa da Bandeira (Lubango), km. 246, scartamento m. 0,60. È in progetto (anno 1928) una linea a scartamento m. 1,067 da Bembé a Noqui, riva sinistra del Congo, km. 220. Una rete di strade rotabili e per autoveicoli solca l'Angola per più di 20.000 km. Importante è quella che da Malange va per Saurimo (capoluogo del Lunda, presso Quimbungo) ai campi diamantiferi del Lunda, km. 900; da Saurimo, durante la stagione secca, si può raggiungere l'altipiano del Benguella e Mossamedes; nel giugno 1924 è stato completato il tracciamento di una strada automobilistica lunga oltre 1200 km. da Silva Porto a Fungurume (Katanga).
Il servizio postale e telegrafico dell'Angola è sufficiente per le sue necessità. La rete telegrafica al principio del 1922 comprendeva 6630 miglia di linee aeree con 133 uffici. Le linee vanno dalla costa verso l'interno e partono da Loanda, Novo Redondo, Benguella e Mossamedes. Da Loanda parte anche una linea telegrafica che si dirige verso il N. lungo la costa fino al Congo. Un cavo sottomarino (West African Telegraph Company) collega i porti di Loanda, Benguella e Mossamedes. Il cavo Loanda-isola di San Tomé collega l'Angola al Portogallo. Le stazioni di telegrafia senza fili, più pratiche e meno costose, sono state sviluppate dallo stato; è anche assicurata la comunicazione radiotelegrafica con la metropoli e col Mozambico. Per le comunicazioni aeree un aeroporto è stato costruito a Huambo, sulla ferrovia del Benguella, a Novo Redondo e a Saurimo; Lubango, Caconda e Benguella hanno campi d'atterraggio.
Il fiume Congo è navigabile per grandi piroscafi fino a Noqui, 100 miglia dalla costa; il Cuanza, il Cassai (per circa 300 km. nelle loro sezioni di confine), il Chicapa sono navigabili da lance a motore da imbarcazioni indigene. Il Cuanza è navigabile dalla foce a Dondo, 160 km., da bastimenti, poi da barche fino alle cateratte di Kambamba. Sopra altri fiumi la navigazione è ridotta, dalle cateratte, a sezioni più o meno lunghe.
La costa occidentale dell'Africa, così povera di punti di accesso, si mostra nell'Angola più accessibile che altrove. Vi sono quattro grandi porti naturali: Loanda, Lobito, Porto Alexandre, e Bahia dos Tigres e alcuni porti minori o rade: S. Antonio do Zaire, Ambriz, Benguella, Mossamedes. Per Cabinda, Ambriz, Benguella, Loanda, Mossamedes v. relative voci. Lobito, 43 km. a N. di Benguella, è il porto migliore e di più promettente sviluppo; ha uno specchio d'ancoraggio di 429 ettari, con fondali da 6 a 36 metri, e una gettata in legno, alla quale possono accostarsi le più grandi navi; una stretta lingua sabbiosa lunga 5 km. lo ripara dalle onde dell'Atlantico. Lobito, capolinea della ferrovia del Benguella, è lo sbocco dell'Angola centrale e, in avvenire, delle miniere di rame del Katanga. I lavori del porto sono affidati a una compagnia inglese. L'acqua potabile, ottima, vi è portata da condutture della Benguella Railway Company, dal fiume Catumbela. Porto Alexandre, a circa 46 km. a sud di Mossamedes, è destinata, per le sue vantaggiose condizioni topografiche e idrografiche, a sostituirlo. Prima della guerra fu oggetto di speciale attenzione da parte della Germania. Ha ottimo e vasto ancoraggio ben protetto; non è dotato di alcun attrezzamento portuale. Bahia dos Tigres (inglese: Great Fish Bay) era agognata dai Tedeschi per compensare le deficienze del loro porto di Swakopmund nell'Africa Sud-occidentale Tedesca. La penisola sabbiosa che forma la baia ripara un grande porto naturale profondo, ma la situazione eccentrica, la mancanza di acqua potabile e il hinterland quasi desertico non permettono di fondare speranze sullo sviluppo di questo porto. Gli altri porti sono rade aperte e di difficile accesso. Le principali compagnie di navigazione che toccano i porti dell'Angola sono: la Companhia Nacional de Navigação di Lisbona e la Woermann Linie, tedesca, che fanno servizio regolare; seguono la Deutscher Africa Dienst; British and African Steam Navigation; African Steamship; Elder Dempster; Bull West African Line; The Union Castle Mail Steamship; Libera Triestina; la locale Companhia Colonial de Navegação.
Circa la densità della popolazione e la sua distribuzione, in mancanza di dati sicuri ci si attiene al minimo di popolazione assoluta, stimata 4 milioni, che darebbe una densità generale di 3,2 abitanti per kmq. Per il distretto del Congo la densità sarebbe di 20, per quello di Loanda da 2 a 3, di circa 3 nel Lunda, di 6 nel Benguella e di 1 nel Mossamedes e nel distretto di Huilla. Le città principali, ed anche la maggior parte delle secondarie, sono situate lungo la costa, in genere nelle baie ed alla foce di qualche fiume, hanno porto o ancoraggio, case basse, tipo coloniale iberico, giardini e villaggio indigeno. Loanda, la più importante, nel 1911 aveva 17.500 abitanti, dei quali 3000 indigeni; Benguella 1000 abitanti; Ambriz e Mossamedes 3000; Novo Redondo 1200. Sugli altipiani le località abitate dagli Europei sono stazioni commerciali, stazioni ferroviarie, centri agricoli, posti fortificati: le principali sono sull'altipiano di Bihé, come Hambo, Silva Porto, Munhango. I villaggi indigeni non sono che un insieme di piccole e primitive capanne protette da ciuffi di palme e da zeribe.
Per difetto di propaganda e di organizzazione, l'emigrazione portoghese è sempre stata molto limitata verso l'Angola. Per gli stranieri al Portogallo vi sono molte limitazioni, salvo per gli Inglesi e Tedeschi. È sensibile l'emigrazione (in gran parte temporanea annuale) degli indigeni, organizzata dalla Sociedade de Emigração per le coltivazioni nelle isole di São Tomé e di Principe. In minor misura gli indigeni emigrano per i lavori nelle miniere di rame del Katanga.
Storia. - La parte costiera dello stato indigeno dell'Angola fu occupata nel 1574 da Paolo Diaz de Novaes, nipote del famoso Bartolomeo, in nome del re del Portogallo. Tale occupazione era conseguenza delle antiche relazioni esistenti fra il limitrofo regno del Congo e i Portoghesi: giacché il Diaz, inviato ad appianare, nel 1558, una contesa sorta fra il sovrano del Congo e quello dell'Angola, giunse in tale occasione fino a Pungo Ndongo, capitale dell'Angola. Quindici anni dopo, egli riapparve sulle coste dello stato con numerose truppe e vi fondò, nel 1576, la città di San Paolo di Loanda.
Per qualche anno i Portoghesi vissero in pace con gl'indigeni; ma infine questi, temendo che i nuovi colonizzatori volessero allargare l'occupazione all'interno, massacrarono a tradimento gran parte delle loro truppe. Ma Diaz reagì subito, coi pochi soldati rimastigli; e intraprese un'ardimentosa e fortunata campagna, in seguito alla quale poté, morendo (1588), lasciar il dominio portoghese fortemente stabilito sull'una e l'altra sponda del fiume Cuanza. Nel 1597 furono fatti serî tentativi per colonizzare l'Angola, mercé l'invio in tale regione di 200 Fiamminghi; ma essi furono ben presto decimati dalle febbri. Pochi anni dopo, l'Angola subì il contraccolpo della guerra fra la Spagna, a cui il Portogallo era aggregato, e l'Olanda, la quale inviò navi a saccheggiare S. Tomé, nel 1600, e ad attaccare San Paolo di Loanda, nel 1602. Appena scomparsa la minaccia dell'invasione olandese, l'Angola fu assalita dal capo indigeno Cafuche, che, finalmente, fu sconfitto dal governatore Silveira Pereira. Questi nel 1615 ingrandì la colonia al sud, mercé l'occupazione dei salubri e ubertosi altipiani del Benguella. Non scoraggiati né dalle vicende politiche, né dall'insuccesso dei loro tentativi di colonizzazione, i Portoghesi, al principio del sec. XVII, dimostrando ardimento e vastità di concetti, si sforzarono tuttavia di mettere in qualche modo in valore il loro possedimento; e tentarono perciò, a più riprese, di stabilire sicure e regolari comunicazioni, attraverso l'Africa ignota, fra l'Angola e il Mozambico. Fra le imprese tentate allora a tal fine, si ricorda quella di Rebello de Aragao, nel 1606. Anche notevole fu l'opera di conversione al cristianesimo delle popolazioni: grandi masse di fedeli si formarono allora, dando al movimento religioso una intensità, che poi si perdette col tempo, per l'abbandono in cui le popolazioni vennero lasciate. Sennonché, nemmeno questa seconda fase di attività propriamente colonizzatrice durò a lungo; e l'utilità maggiore che i Portoghesi trassero dall'Angola si ridusse alla lucrosa tratta degli schiavi, destinati alle Americhe, che fu da essi sistematicamente organizzata e continuata fino al sec. XIX. San Paolo di Loanda e Benguella (fondata nel 1612) sono due città tristemente celebri nella storia della tratta dei negri.
Nel 1627, i possedimenti portoghesi furono invasi dai capi indigeni dell'interno, alleatisi fra loro e guidati dalla regina dell'Angola, Ginga Bandi, che pur era stata battezzata dai Portoghesi e professava il cristianesimo. Nel 1641, i ribelli trovarono appoggio negli Olandesi, che s'impadronirono di San Paolo, cacciandone i Portoghesi. Non appena il Portogallo ebbe ricuperata l'indipendenza, si rappacificò con l'Olanda anche in Africa; ma gli Olandesi rinnovarono con successo le ostilità nell'Angola durante il 1643. Con tutto ciò, il Portogallo non cedette e, nel 1645 inviò nell'Angola prima il Sotomayor, governatore del Brasile, che sconfisse la regina Ginga Bandi; poi, nel 1648, un altro governatore del Brasile, il De Sà Benevedes, che cacciò gli Olandesi. L'Angola fu di nuovo invasa nel 1665 dal re del Congo, Don Antonio, che fu respinto, il 1° gennaio 1666, nella battaglia di Ambuilla, da Luiz Lopez de Sequeira; ma gl'indigeni, risorti in armi nel 1684, riuscirono ad impadronirsi del Benguella, ove si mantennero per qualche tempo. L'Angola e il Benguella ritrovarono la pace solo circa il 1764, sotto il governatorato di Sousa Coutinho, che introdusse nelle colonie opportune riforme amministrative e si adoperò altresì per metterle in valore, favorendo le imprese di colonizzazione di Encoge e Amhaca, sull'altipiano, e quelle iniziate nel distretto di Ambriz, che era stato occupato nel 1758. Un altro attivo governatore, il barone di Mossamedes, fondò nel 1785 la città sulla costa del Benguella che porta il suo nome.
Alla metà del sec. XIX, si volsero verso l'Angola importanti correnti migratorie, provenienti da Madera e dal Brasile; e, circa il 1880, cominciarono ad affluire negli altipiani del Benguella forti nuclei di coloni boeri, che si stabilirono a Humpata e nella regione della Serra da Chela e Serra da Munda. La colonizzazione è stata assai favorita dalla costruzione di importanti linee ferroviarie che, partendo rispettivamente da San Paolo di Loanda, Benguella e Mossamedes, raggiungono gli altipiani dell'interno e sembrano destinate a divenire capolinea per le comunicazioni interoceaniche del continente africano. I confini politici dei possedimenti portoghesi nell'Africa occidentale sono statí determinati dalla convenzione con la Germania del 30 dicembre 1886, con la Francia del 12 maggio 1886, con l'Inghilterra dell'11 giugno 1891, col Congo belga del 25 maggio 1891. Infine, la delimitazione di frontiera fra l'Angola e la Rhodesia fu risolta ricorrendo all'arbitrato del re d'Itafia (30 maggio 1905).
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Per la parte etnologica: Capello e Ivens, De Benguela ás terras de Iácca, Lisbona 1881; id., D'Angola á Contra-Costa, Lisbona 1886; Serpa Pinto, Como eu atravessei a Africa, Londra 1881; H. de Carvalho, Expedição portuguesa ao Muatianvua, Lisbona 1890; E. de Vasconcellos, Colonias portuguesas, Lisbona 1896; A. Bastros, Traços gerais sôbre a etnografia do districto de Benguela, in Boll. da Soc. de Geogr. de Lisboa, s. 26ª, 1908; Deniker e Laloy, Les races exotiques à l'exposition universelle de 1889, in L'Anthropologie, Parigi 1890; Mendes Corrêa, Antropologia angolense, in Arquivo de Anatomia e Antropologia, Lisbona 1916 e 1918; id., Notas antropologicas sôbre os Luangos da região dos Dembos, in Instituto, Coimbra 1922; J. A. Pires de Lima, Monteiro e Mascareehas, Contribuição para o estudo antropologico do Angolense, Loanda 1923; Ferreira Diniz, Populaçoes indigenas de Angola, Coimbra 1918; F. A. Pinto, Angola e Congo, Lisbona 1888; J. d'Almeida, Sul d'Angola, Lisbona 1912; Paiva Couceiro, Relatorio de viagem entre Bailundo e as terras do Mocusso, Lisbona 1802; A. de Andrade, Relatoria da viagem d'exploração geográfica no districto de Benguella e Novo Redondo, Lisbona 1902.
Per la parte storica: Almada Negreiros, Angola, 1901; P. Borchardt, Bibliographie de l'Angola (1500-1910), Bruxelles-Parigi 1912; Cardozo, Historia do Angola, 1825; Catalogo dos Governadores do Reino de Angola, 1812; Costa Quintella, Annaes da marinha portugueza, 1839; C. de Lannoy e H. Van der Linden, Histoire de l'expansion coloniale des peuples européens. Portugal et Espagne, Parigi 1907.