• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ANGOSCIA

di Vito A. BELLEZZA - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
  • Condividi

ANGOSCIA

Vito A. BELLEZZA

L'angoscia è uno dei temi fondamentali del pensiero di S. Kierkegaard e degli odierni esistenzialisti, calcanti le sue orme; ed è intesa come una delle situazioni affettive rivelatrici, in quanto, attraverso di essa, l'esistenza si renderebbe consapevole di alcuni caratteri essenziali, costitutivi del proprio essere.

Per il pensatore danese, l'a. è a fondamento del peccato originale, e sempre in connessione col peccato: il suo insorgere fa uscire l'uomo dall'innocenza originaria e lo fa nascere a se stesso come Io o spirito individuale. Mentre il timore s'indirizza sempre a qualcosa di particolare e determinato, l'a. non si riferisce a nulla di determinato ("l'oggetto dell'angoscia è il nulla"); essa è piuttosto sentimento o esperienza vissuta di "possibilità" tentatrici, quando l'uomo, scoprendosi individuo "davanti a Dio", si trova di fronte a un'alternativa o scelta fondamentale preso dalla "vertigine" della propria infinita libertà di negarsi o di essere esso stesso "come Dio", e quindi di salvarsi o dannarsi eternamente. Egli allora nell'impossibilità di sapere - poiché tutto è incerto e ambiguo nel dominio dell'esistenza - se la possibilità da scegliere è tentatrice o salvatrice, "rischia assolutamente". E se l'a., con le sue possibilità tentatrici, minaccia la fede, pure essa, scacciando nell'uomo l'attaccamento alle cose finite, lo "conduce alla fede" e lo fa riposare sulla provvidenza.

M. Heidegger contrappone paura e angoscia. La prima è propria dell' esistenza banale, inautentica, in cui l'uomo è fuori di sé, disperso nelle cose mondane; la seconda è la situazione affettiva che apre l'uomo all'esistenza autentica, lo ritrae su se stesso, riscattandolo dalla "cura" e isolandolo dal mondo. Pertanto la paura s'indirizza a un oggetto determinato, che minaccia di distruggere l'esistenza, e ha un significato, un perché (per es. l'automobile mi fa paura, perché minaccia di schiacciarmi); mentre l'a., rendendo il mondo "insignificante", si alimenta della stessa indeterminatezza del suo oggetto, è senso del "nulla", "rivela il nulla". Nell'a., non questa o quella cosa mi preoccupa, ma, si direbbe, il fatto stesso che nessuna delle cose che conosco mi preoccupa; nell'a. ciò che mi preoccupa è il "nulla": "in essa ci si sente senza appoggio... l'a. ci spezza la parola... sentiamo che ci inabissiamo. In essa siamo in un annullamento di noi stessi". Nell'a. la totalità dell'esistenza diventa qualcosa di accidentale e sfuggente, rivelando così il significato autentico della presenza dell'uomo nel mondo: l'"essere per la morte" (ted. Sein zum Tode). E mentre nell'esistenza autentica, l'uomo ha il coraggio dell'a. dinanzi alla morte, nell'esistenza banale esso "si prende cura di rovesciare questa a. nella paura di fronte a un evento che sopravverrà. L'a., banalizzata equivocamente in paura, viene presentata come una debolezza che l'esistenza sicura di sè non deve conoscere".

Un'eco di questa concezione è in K. Jaspers, che collega l'a. a quelle che egli chiama le "situazioni-limite", tra cui è la morte. Di fronte a questa, l'uomo può lasciarsi prendere dall'a. evasiva e disperata (da ciò che Heidegger chiama "paura"), ovvero dall'angoscia virile, nella consapevolezza della propria finitudine. Il tema dell'a. è rilevante anche nell'esistenzialismo di Sartre (che lo collega a quello della "nausea") e, con minore originalità, negli altri esistenzialisti.

Per l'a. come condizione psicopatologica, la sua differenziazione dall'ansia e il suo trattamento (psico- e farmaco-terapico), v. ansia, in questa Appendice.

Bibl.: S. Kierkegaard, Begrebet Angest, Copenaghen 1944 (trad. ital.: Il concetto dell'angoscia, Firenze 1942); M. Heidegger, Sein und Zeit, Halle 1927 (trad. ital.: Essere e tempo, Milano-Roma 1953); id., Was ist Metaphysik?, Bonn 1929 (trad. it.: Che cos'è la metafisica?, Firenze 1953); K. Jaspers, Philosophie, Berlino 1932; J. P. Sartre, L'être et le néant, Parigi 1943 (traduzione italiana: L'essere e il nulla, Milano 1958); id., L'existentialisme est un humanisme, Parigi 1946.

Vedi anche
esistenzialismo Movimento filosofico (e in seguito anche letterario), che comprende quegli indirizzi di pensiero che concepiscono la filosofia non come sapere sistematico e astratto, ma come impegno del singolo nella ricerca del significato e della possibilità dell'"esistenza", il modo cioè d'essere specifico dell'uomo, ... esistenza Filosofia Nel linguaggio filosofico, lo stato di ogni realtà in quanto è tale, o, in senso specifico, lo stato della realtà che può essere oggetto di un’esperienza sensibile. E. ed essenza Nella storia della filosofia, il termine e. (existentia) ha assunto rilievo soprattutto nella filosofia medievale ... Jean-Paul Sartre Romanziere, drammaturgo e filosofo francese (Parigi 1905 - ivi 1980). Pensatore tra i più significativi del Novecento, la sua filosofia si riallaccia alla fenomenologia di E. Husserl e all'analitica esistenziale di M. Heidegger. Abbracciato poi il marxismo, S. volle integrarlo con le scienze umane, al ... Sören Aabye Kierkegaard Filosofo (Copenaghen 1813 - ivi 1855). Vita e pensiero sono così strettamente uniti in K., che tutta la sua opera di scrittore è l'espressione del dramma della propria interiore esperienza, dal breve periodo di vita mondana e gaudente ("estetica") al fidanzamento con Regina Olsen, che doveva aprire la ...
Tag
  • ESISTENZIALISMO
  • KIERKEGAARD
  • COPENAGHEN
  • HEIDEGGER
  • BERLINO
Altri risultati per ANGOSCIA
  • angoscia
    Dizionario di Medicina (2010)
    Stato affettivo penoso di attesa di un pericolo sconosciuto, causato da problemi psicologici interiori consci e inconsci, accompagnato da specifiche manifestazioni somatiche. Di fronte a una minaccia esplicita gli esseri umani possono provare paura, stato d’animo risultante dalla percezione di una minaccia ...
  • angoscia
    Enciclopedia on line
    Stato tormentoso di ansietà e di sofferenza. Filosofia L’a. è uno dei temi fondamentali dell’esistenzialismo, che l’intende come una delle situazioni affettive rivelatrici attraverso cui l’esistenza si rende consapevole di alcuni caratteri costitutivi del proprio essere. Per S. Kierkegaard, l’a. è ...
  • angoscia
    Dizionario di filosofia (2009)
    Termine che in campo psicologico designa uno stato doloroso di ansietà. Dopo una lunga elaborazione nel campo della religione e della teologia gnostica, ebraica e cristiana, a partire soprattutto dal 19° sec., con l’opera di Kierkegaard, il termine ha assunto un significato filosofico, designando lo ...
  • Angoscia
    Universo del Corpo (1999)
    Adolfo Pazzagli; Gianni Carchia L'etimo di angoscia si lega al verbo latino angere, "stringere". Il termine indica uno stato emotivo di tono spiacevole, oppressivo, provocato da cause non definite o riconoscibili da parte del soggetto. Affine all'ansia (v.) - cui l'unisce il senso di agitazione e malessere ...
Vocabolario
angòscia
angoscia angòscia s. f. [lat. angŭstia: v. angustia] (pl. -sce). – 1. Respiro affannoso: quella angoscia Che m’avacciava un poco ancor la lena (Dante). 2. Stato di ansia e di sofferenza intensa che affligge l’animo per una situazione reale...
angosciare
angosciare v. tr. [lat. angŭstiare, der. di angustia «angoscia»] (io angòscio, ecc.). – Dare angoscia, affannare, tormentare: lo angosciava l’atroce sospetto; era angosciato dal dubbio; rifl., provare angoscia: si angosciava nello spasimo...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali