ANGOULÊME, Charles de Valois, duca di
Nato nel 1873 dal re Carlo IX di Francia e dalla sua amante Marie Touchet, vestì dapprima l'abito di Malta, ebbe commende dell'ordine in Alvernia (dove egli già aveva beni che lo autorizzavano a portare il titolo di conte d'Alvernia) e la carica di gran priore dei cavalieri della lingua d'Alvernia, una delle grandi suddivisioni nazionali dell'ordine stesso. Ma perdette benefici e uffici quando contrasse matrimonio con una Montmorency. Fautore, dapprima, di Enrico IV, partecipò poi, nel 1602, alla cospirazione del duca di Biron contro il re; più tardi, si associò ancora alle trame di sua sorella, la marchesa di Verneuil. Pertanto egli passò in carcere gli ultimi tempi del regno di Enrico IV, e non riacquistò la libertà se non dopo l'avvento al trono di Luigi XIII. Servì fedelmente questo monarca sui campi di battaglia di Germania e di Fiandra ed anche in una famosa ambasceria, inviata da quel re all'imperatore Ferdinando II nel 1620, le cui vicende furono narrate dal conte Enrico di Béthune. Carlo di Valois, che aveva l'anno innanzi mutato il titolo di conte d'Alvernia in quello di duca d'Angoulême, giunse ad Ulma quando vi si erano adunati i principi protestanti all'indomani dell'insurrezione boema e dell'occupazione spagnola della Valtellina. Sebbene il re di Francia e il duca Carlo fossero saldi propugnatori della fede cattolica, le necessità dell'equilibrio europeo li spingevano a tenersi in costanti rapporti anche coi protestanti tedeschi. L'ambasciata del duca d'A. commosse l'Europa intera come il prodromo di quell'intervento francese in Germania che l'uccisione di Enrico IV aveva sventato; ma essa non ebbe altro risultato che di limitare l'azione dell'imperatore Ferdinando allo scacchiere orientale. Sotto gli auspici dell'ambasciatore francese, i due gruppi armati dei principi della Germania occidentale si accordarono infatti per mantenere una vigile neutralità. Dal canto loro, le due potenze italiane che sembravano inclini a resistere agli Asburgo, e cioè il duca Carlo Emanuele I di Savoia e la repubblica di Venezia, aderirono anch'esse alla linea di condotta prevalsa in Germania e si astennero dall'intervenire nel conflitto. Nel 1624, perdurando la crisi valtellinese, Luigi XIII, in un consiglio convocato a Compiègne, presenti gli ambasciatori di Savoia e di Venezia, incaricò il duca d'A. di radunare intorno a Metz un esercito di oltre 12.000 uomini. Negli anni seguenti, il duca fu adoperato dal re in operazioni militari contro i protestanti di La Rochelle e contro gl'Inglesi sbarcati nell'isola di Ré. Carlo d'A. sopravvisse a Luigi XIII, e morì nel 1650.
Bibl.: v. Les sources de l'histoire de France, III: L. André, Le XVII siècle, V, nn. 3491 e 3567.