angue
Latinismo, che probabilmente D. desume da Virgilio (Buc. III 93 " latet anguis in herba "): solo in If VII 84 seguendo lo giudicio di costei [la Fortuna], / che è occulto come in erba l'angue (la parola è forse dettata dalla necessità della rima con sangue e langue; la stessa rima ricorre solo un'altra volta, in Pd XVI 1 e 3, ancora con sangue e langue). Si trova anche in Dino Frescobaldi Morte avversare 51, dove però non è esclusa la presenza di Dante.