Aniki-Bóbó
(Portogallo 1942, bianco e nero, 70m); regia: Manoel de Oliveira; produzione: António Lopes Ribeiro, Manoel de Oliveira; soggetto: dal racconto Meninos milionários di João Rodrigues de Freitas; sceneggiatura: Manoel de Oliveira; fotografia: António Mendes; montaggio: Vieira de Sousa, Manoel de Oliveira; scenografia: José Porto; musica: Jaime Silva Filho, Alberto de Serpa, Miguel de Azevedo.
Porto, quartiere della Ribeira. Dopo la scuola, i bambini vanno a giocare sulle rive del fiume Douro. Carlitos, timido e romantico, è innamorato della bella Teresinha, alla quale fa la corte anche il 'duro' Eduardito. Teresinha incoraggia entrambi. Carlitos, però, si è accorto che Teresinha desidera una bambola esposta nella vetrina della Bottega delle Tentazioni. Purtroppo la bambola costa molto... Il giorno seguente Eduardito provoca e batte Carlitos che, umiliato, decide di rubare la bambola per regalarla a Teresinha. Il furto gli riesce e quella sera, arrivato alla finestra della camera di Teresinha, le consegna il regalo. Lei gli dà un bacio, ma Carlitos cade e Teresinha si spaventa. Scoperto il furto, il proprietario del negozio sospetta Eduardito. I bambini giocano a guardie e ladri. I ruoli vengono decisi recitando una filastrocca che inizia con le parole "Aniki-Bóbó, Aniki-Bébé". Carlitos, a cui tocca il ruolo del ladro, si rifiuta di giocare. La notte ha un incubo in cui i poliziotti lo inseguono chiamandolo ladro. Tutta la classe ha deciso di marinare la scuola; di nuovo, e sempre a causa di Teresinha, Eduardito e Carlitos si battono, sul bordo di un precipizio sovrastante i binari della ferrovia. Eduardito, correndo, cade sui binari. Ferito, viene condotto all'ospedale. I bambini, perfino Teresinha, pensano che sia stato Carlitos a spingerlo. Carlitos scappa da casa e cerca di lasciare la città a bordo di un battello, ma viene scoperto. La sera i bambini discutono della probabile morte di Eduardito, di Dio e del diavolo, del paradiso e dell'inferno. Ma il negoziante ha visto tutto e, sapendo che Carlitos è innocente, lo dice a Teresinha; lei si mette a piangere e confessa che è stato Carlitos a darle la bambola. All'ospedale i bambini vengono infine a sapere che Eduardito è fuori pericolo e che Carlitos è innocente. Quest'ultimo restituisce la bambola al negoziante, il quale a sua volta la regala a Teresinha. Carlitos e Teresinha se ne vanno insieme, tenendo per mano la bambola.
Primo lungometraggio di Manoel de Oliveira, Aniki-Bóbó venne realizzato undici anni dopo Douro, faina fluvial (1931), il cortometraggio che aveva suscitato le prime attenzioni nei confronti del regista. Nel 1942 i responsabili della politica cinematografica portoghese lo scelsero per farlo partecipare al Festival di Venezia; ma, non ancora terminato, non venne preso in considerazione. Oggi possiamo chiederci quale sarebbe stata l'accoglienza che il film avrebbe ricevuto in Italia, in un'epoca in cui la critica esaltava il realismo e il cinema di testimonianza. Antonioni presentava i suoi cortometraggi sul Po, c'erano i film di Fernando Cerchio e di Mario Damicelli, Visconti stava preparando Ossessione. Aniki-Bóbó avrebbe potuto essere una sorta di precursore del neorealismo. Ma la critica europea lo conobbe soltanto nel 1961, quando il film venne presentato a Cannes. D'altra parte la sua vicinanza al neorealismo italiano è discutibile. Certo vi sono somiglianze: l'uso di attori non professionisti (tranne il commerciante e il professore), la scelta di girare in ambienti reali, l'invito alla pace espresso nel finale del film. Ma se tutto questo costituiva una novità assoluta per il cinema portoghese (all'epoca nella sua fase di 'telefoni bianchi'), l'ispirazione di Oliveira non proviene né dai maestri russi, né dalla letteratura impegnata americana e nemmeno dal realismo poetico francese.
All'origine di Aniki-Bóbó è il racconto di uno scrittore, Rodrigues de Freitas, collaboratore assai stimato della rivista che in Portogallo conduceva con maggior vigore la battaglia per l'indipendenza dell'arte contro il cosiddetto 'impegno' artistico. Anche se Oliveira ritrae con sincerità e molto amore la vita dei bambini poveri di Porto, non ha intenzione di realizzare un documento di denuncia. Ciò che gli interessa è rintracciare in chi sta vivendo la fine dell'infanzia quei sentimenti che, molto più tardi, domineranno le sue opere della maturità: il desiderio e il senso di colpevolezza, la paura e la gelosia, il rimorso e la punizione. Come lo stesso regista ha dichiarato, "cercando di raccontare una storia semplice, volevo che i bambini rispecchiassero i problemi degli adulti, in loro ancora allo stato embrionale: la contrapposizione tra i concetti di bene e di male, di odio e di amore, di amicizia e di ingratitudine". In questo senso, quindi, la storia d'amore di Aniki-Bóbó è il compendio di una storia d'amore tra adulti. E l'inizio del film (il bambino che rompe il suo giocattolo e viene incitato a "seguire sempre la retta via") diventa allora l'introduzione a un mondo dominato dalla paura, in cui è sempre presente il castigo. Possiamo pensare a Hitchcock, e il riferimento non è gratuito: Oliveira cita Rebecca (Rebecca ‒ La prima moglie, 1940) come il film che più l'aveva influenzato all'epoca di Aniki-Bóbó. Il negozio si chiama Bottega delle Tentazioni e quello della bambola è uno sguardo che spaventa. Nel sogno di Carlitos, dopo l'incidente, non è un caso che l'uomo con la bambola (il negoziante) assuma le sembianze del demonio, terrorizzando il piccolo con la minaccia delle fiamme dell'inferno. La colpa che provoca i rimorsi di Carlitos non è soltanto il furto; si sente colpevole anche perché desidera Teresinha. Da questo punto di vista, la sequenza in cui Carlitos regala la bambola a Teresinha è prodigiosa. Il bambino la sorprende di notte, arrivando dall'alto (come un angelo o un diavolo) e la chiama mentre lei è già a letto (grazie a un cambiamento nell'illuminazione e nelle inquadrature, Teresinha appare in queste immagini più grande, come un'adolescente). Lei si alza, indossando una camicia da notte bianca, e accetta il regalo e la dichiarazione di Carlitos. Ma il momento culminante ‒ quello del bacio ‒ viene interrotto dalla caduta del ragazzo, con un'evidente connotazione sessuale. Colpevole di un furto, colpevole di uno 'stupro', Carlitos sarà poi accusato di essere un assassino. Quando la sua innocenza viene riconosciuta, restituisce la bambola (cioè si libera del furto) e 'sposa' Teresinha, liberandosi anche dello 'stupro'. L'immagine finale è quella di una coppia che porta a spasso il proprio figlio. Il film che ‒ dopo il prologo con il guaio combinato da Carlitos ‒ era iniziato con immagini che dal cielo scendevano verso la terra, nel suo finale risale dalla terra verso il cielo. La paura ‒- che possiamo intuire fin dal prologo ‒ proviene dal cielo stellato sopra le nostre teste o da questa terra dove la morale ci impone i suoi divieti e ci fa sentire costantemente in colpa?
Interpreti e personaggi: Nascimento Fernandes (proprietario della Bottega delle Tentazioni), Horácio Silva (Carlitos), António Santos (Eduardito), Fernanda Matos (Teresinha), Manuel de Sousa (filosofo), António Pereira (Batatinhas), Vital dos Santos (professore), Armando Pedro (commesso), Américo Botelho (Estrelas), António Morais Soares (Pistarim), Manuel de Azevedo (cantante di strada), Pinto Rodrigues (poliziotto).
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