anima del mondo
Concetto filosofico che già si può ritrovare nell’ilozoismo presocratico, ma che propriamente è sviluppato dal Timeo (➔) di Platone, dove viene descritto come la divinità, mescolando con complessa proporzione aritmetica le due nature dell’identico e del diverso, creò l’anima cosmica, ossia il principio della vita dell’Universo. Questa dottrina fu variamente svolta dagli stoici, che identificano con la divinità l’infiammato spirito che permea l’Universo; e dai neoplatonici, per i quali l’ipostasi dell’anima, venendo dopo quelle dell’Uno e dell’intelletto, è in diretto contatto con il mondo, di cui costituisce il supremo principio animatore. Nella storia del pensiero filosofico la dottrina dell’a. del m. è legata al platonismo e allo stoicismo: così, per es., si ritrova in alcuni commenti medievali al Timeo (dove l’a. del m. è identificata ora con la terza persona della Trinità, ora con una forza vitale e con la natura), e poi nel platonismo del Rinascimento e in autori comunque influenzati dall’animismo platonico-stoico (da Ficino a Bruno); questa concezione sta anche alla base di varie dottrine magico-astrologiche, così come, in un diverso contesto, alla base delle dottrine sul magnetismo, da W. Gilbert a Keplero. Il tema dell’a. del m. continua a circolare nella cultura europea del Sei e Settecento: così, per es., nel platonismo di Cambridge (collegandosi alla dottrina della natura plastica), e in certo pietismo, per rifluire poi nella filosofia della natura di molti romantici (Schelling, in particolare, lo svolse diffusamente nella sua opera Von der Weltseele, 1798; trad. it. Sull’anima del mondo); e, con diverso significato, ancora si ritrova in Hegel (a. o spirito del mondo).