RADCLIFFE, Ann
Scrittrice inglese, nata il 9 luglio 1764 a Londra, dove morì il 7 febbraio 1823. È la rappresentante maggiore e più nota del cosiddetto romanzo nero o terrifico.
Esordì nel 1789 col romanzo The Castles of Athlin and Dunbayne, goffo nello sviluppo, puerile negli espedienti, privo di caratteri e incongruente nella mescolanza di colore locale e di verosimiglianza storica. Appena migliore riuscì A Sicilian Romance (1790), dove comincia a delinearsi il tema che doveva poi ripetersi monotono in tutti i suoi libri: quello dell'eroina perseguitata che finalmente trionfa. Già appare in questi due romanzi il tipico scenario di castelli diroccati, trabocchetti, indizî di delitti atroci, investigazioni, ecc. Questo macchinario raggiunge il pieno sviluppo nei tre successivi romanzi, che sono i principali della R.: The Romance of the Forest (1791), che è forse il più spontaneo dei suoi libri; The Misteries of Udolpho (1794), che offre l'esempio più caratteristico per lo stile della R.; The Italian (1797), che dei suoi romanzi è il più vario, quello d'intreccio meno meccanico e indubbiamente il migliore anche per la consistenza dei caratteri, tra i quali il personaggio di Schedoni ispirò direttamente il noto eroe di Byron.
Anche queste opere ingenerano tuttavia la delusione derivante dal fatto che la R. mette in moto un grande apparato d'incidenti, complicazioni, ecc. per giungere a risultati tanto esigui da essere inconcludenti. Ciò soprattutto perché la scrittrice finisce sempre col dare spiegazioni, non di rado banalmente realistiche, di tutto l'elemento soprannaturale da lei stessa accumulato. Tali spiegazioni, in libri che nacquero ed ebbero grande successo in clima rivoluzionario, rappresentano in parte un omaggio alla declinante mentalità razionalistica e in parte nascono dal timore che la R., convinta protestante, aveva di ciò che si consideravano le superstizioni cattoliche. Tuttavia la sua capacità di suggestione è innegabile e sotto ai trucchi scenici la R. dimostra di saper creare artisticamente un ambiente. Un ultimo romanzo, Gaston de Blondeville, pubblicato postumo nel 1826, nulla aggiunge ai meriti della scrittrice. I quali sono costituiti da ingegnosità e abilità e soprattutto da un vivo amore per la natura, espresso nelle descrizioni dei suoi romantici scenarî (ai quali non fu insensibile W. Scott), anche se posti in paesi che, come l'Italia, la R. non vide mai, ma intuì felicemente. Questo amore precorre il senso della natura dei poeti laghisti e trovò espressione anche nelle belle pagine descrittive di A Journey made in tńe Summer of 1794 through Holland and the Western Frontier of Germany (1795).
Il romanzo terrifico inglese (il cui impulso si suole riportare a una origine preromantica con la pubblicazione dell'Inquiry into the origin of our ideas of Sublime and Beautiful di E. Burke, 1756, la quale ispirò H. Walpole, Clara Reeve e, culminando nella R., continuò con M. Lewis fino al Frankenstein di M. Shelley) contribuì notevolmente ad ampliare il campo della sensibilità e dei mezzi artistici. Seppure siano di lettura oggi non sempre tollerabile, i romanzi della R. costituiscono un contributo notevole e un momento interessante per l'evoluzione dell'arte. narrativa inglese.
Sono infine da citare i Poems (1815) e altre poesie pubblicate in 2 volumi nel 1816. Tutte furono riunite in nuova edizione nel 1834 (ristampata nel 1845).
Ediz.: The Novels of Mrs. A. R., con una Memoria di W. Scott, Edimburgo 1824.
Bibl.: La cit. Memoria dello Scott, che rimane tra le migliori valutazioni critiche della R. Inoltre: J. C. Jeffreson, Novels and Novelists from Elizabeth to Victoria, Londra 1858; J. Le Fèvre-Deumier, Célébrités anglaises, Parigi 1895; D. Scarborough, The Supernatural in Moden English Fiction, Londra 1917; C. F. MacIntyre, A. R. in Relation to her Time, New Haven 1920; E. Birkhead, The Tale of Terror, Londra 1921.