Ferrero, Anna Maria (nome d'arte di Anna Maria Guerra)
Attrice cinematografica e teatrale, nata a Roma il 18 febbraio 1934. Una serie di piccoli e grandi ruoli di ragazza sventurata, travolta da disgrazie sentimentali e sociali ma animata da una disarmante dolcezza, fecero di lei, nei primi anni Cinquanta, una delle più popolari 'ingenue' del Neorealismo minore. Le sue doti melodrammatiche e la grande naturalezza la resero anche una convincente interprete di personaggi del teatro classico e contemporaneo.
Cresciuta in una famiglia benestante, a quindici anni fu notata da Claudio Gora, che nel suo film d'esordio come regista, Il cielo è rosso (1950), le assegnò la parte di un'adolescente consumata dalla tubercolosi e da un amore infelice. Fin dall'inizio della carriera l'attrice assunse come nome d'arte il cognome del padrino, il musicista Willy Ferrero. Nei film degli anni successivi ricoprì ruoli che caratterizzarono la sua carriera: sfruttata, ricattata e aspirante suicida in Domani è un altro giorno (1951) di Léonide Moguy; vittima nel giallo giudiziario Le due verità (1951) di Antonio Leonviola, il suo primo film da protagonista; ancora vittima, questa volta di un teppista, in Febbre di vivere (1953) di Gora; infelice fidanzatina borghese nell'episodio italiano di I vinti (1953) di Michelangelo Antonioni; servetta altruista in Cronache di poveri amanti (1954) di Carlo Lizzani. Neppure nelle commedie si discostò dal suo abituale personaggio: in Totò e Carolina (1955) Mario Monicelli le affidò il ruolo della ragazza di paese che non vuole tornare a casa e medita il suicidio perché incinta. L'incontro con Vittorio Gassman significò per la F., allora diciassettenne, l'ingresso sulle scene teatrali, dove passò con disinvoltura da ruoli brillanti a quelli del repertorio shakespeariano: fu Ofelia in Amleto (1954) e fornì una delle sue prove migliori nel musical Irma la dolce (1958). Con Gassman girò anche alcuni film: fu la principessina Maria in War and peace (1955; Guerra e pace) di King Vidor, e in Kean genio e sregolatezza (1957), dello stesso Gassman (portato sul palcoscenico due anni prima), interpretò un ruolo denso di risonanze autobiografiche, quello della figlia di un ricco commerciante che per amore dell'attore Kean si avvia alla carriera teatrale. Dopo la fine del sodalizio con il grande attore, la F. ritornò al cinema e ai suoi ruoli di una volta, arricchiti tuttavia di maggiori sfumature. Impersonò una prostituta in La notte brava (1959) di Mauro Bolognini, e una borghese di provincia in I delfini (1960) di Francesco Maselli. Ruoli tipicamente 'alla Ferrero' furono anche quelli che Lizzani le affidò in due film ambientati a Roma durante la Seconda guerra mondiale: in Il gobbo (1960) interpretò la figlia di un commissario infatuata del delinquente che l'ha violentata, e in L'oro di Roma (1961) una ragazza ebrea avviata alla deportazione. Sul set di questo film recitò insieme a Jean Sorel, destinato a diventare suo marito. Nel 1964, abbandonò il cinema.
S. Masi, E. Lancia, Stelle d'Italia. Piccole e grandi dive del cinema italiano dal 1945 al 1968, Roma 1989, pp. 69-70.