annegare
. Come transitivo, per " far morire sott'acqua ", " affogare ", in If XXXIII 84 muovasi la Capraia e la Gorgona, / e faccian siepe ad Arno in su la foce, / sì ch'elli anneghi in te ogne persona. Intransitivo, per " morire affogato ", s'incontra in If XIX 20 l'un de li quali [battezzatori] ... / rupp'io per un che dentro v'annegava. Per la complessa questione, v. BATTEZZATORE: infatti, se dovesse valere l'ipotesi del Lana, di Pietro Alighieri, di Benvenuto, che non ci fosse acqua nei pozzetti, a. potrebbe significare " soffocare " (cfr. Pagliaro, Ulisse 302). In Pg VI 15 è detto anche di Guccio dei Tarlati, ch'annegò correndo in caccia.
Con il valore di " togliersi la vita gettandosi in acqua ", con costrutto riflessivo, in If XXX 12 e quella [Ino] s'annegò con l'altro carco.
Per il Battaglia, in Fiore CLXXXIV 8 dentr'al cuor ne sia gioiosa: / ancora più sed egli s'annegasse, il verbo sarebbe usato con valore figurato per " sprofondare ", " perdersi ", ma dal contesto sembra preferibile una diversa etimologia (dal latino negare), per cui il termine a. avrebbe lo stesso valore di desdir del v. I.