NOBILI, Annesio
NOBILI, Annesio. – Nacque a Norcia nel 1777 dal notaio Giovanni e da Angela Todini.
Sin da giovane maturò la decisione di intraprendere la professione di tipografo e per questo si allontanò dalla città natale per compiere l’apprendistato a Foligno presso gli stampatori Feliciano Campitelli e Giovanni Battista Tomassini, mentre ad Ancona lavorò con Arcangelo Sartori. Decisivo per la sua formazione fu il trasferimento a Roma, dove si impiegò nell’officina di Giovanni Poggioli, tipografo ufficiale della Regia camera apostolica (l’amministrazione finanziaria dello Stato pontificio) e stampatore 'camerale', quindi destinatario delle commissioni governative: questo periodo gli permise di contrarre amicizie fondamentali in ambito politico e di maturare un’esperienza determinante per gli sviluppi della sua carriera.
Nel 1816, alla restaurazione del potere papale nelle terre di Romagna, gli fu affidata la direzione della stamperia dell’Amministrazione del Lotto a Bologna. Nel territorio emiliano diede prova di grande spirito d’iniziativa e, pur mantenendo l’incarico, tra il 1817 e il 1818 aprì due stabilimenti propri. La sua straordinaria ascesa imprenditoriale si può ricondurre senza dubbio alla scelta di impiantare l’attività in un territorio dove non esisteva ancora il rischio di una forte concorrenza, ma soprattutto alle numerose commissioni governative che sottrasse alla tipografia camerale Sassi: ottenne infatti il privilegio per i fogli delle amministrazioni del Lotto, della Finanza, dell’Arma dei carabinieri e la concessione per le stampe dei passaporti. Nel frattempo intraprese l’edizione di opere più impegnative, collane pubblicate in fascicoli, come gli Opuscoli scientifici, commissionati dall’Università pontificia di Bologna e i Classici sacri e profani (1821).
Nel 1823 aprì uno stabilimento a Pesaro, dove trasferì il domicilio; anche questa officina marchigiana ottenne subito diversi appalti governativi e si fregiò presto del titolo di camerale. Contestualmente, Nobili divenne socio della stamperia bolognese Giacinto Fiori che ne assunse anche la responsabilità amministrativa. Le fonti archivistiche documentano che il contratto, stipulato nel settembre 1824, regolarizzò in effetti un accordo già attivo sulla base di una scrittura privata dell’anno precedente; pochi mesi dopo, nella società bolognese subentrò anche Vincenzo Costantini, possidente romano e computista presso l’Amministrazione del Lotto, strettamente legato alle gerarchie ecclesiastiche.
La fitta corrispondenza fra Nobili e il nuovo socio costituisce una preziosa fonte archivistica, che fornisce notizie anche sulla vita privata del tipografo di cui in quegli anni andò in crisi il matrimonio: se all’inizio del carteggio egli fa riferimento a Caterina Pontini come a sua moglie, dovette poi ottenere l’annullamento in quanto successivamente risulta sposato con Flavia Palucci.
Le transazioni societarie intervenute non alterarono l’andamento economico della tipografia emiliana: nel 1824 Nobili divenne stampatore ufficiale della legazione di Bologna e ottenne la commissione per la pubblicazione del Breviario generale dei Cappuccini, mentre nel 1826 si aggiudicò il contratto più prestigioso della sua carriera, la privativa per la pubblicazione dei libri scolastici nelle quattro legazioni e province di Pesaro, Urbino, Ancona e Bologna. L’azienda tuttavia condivideva la situazione di fragilità economica strutturalmente insita nel mondo editoriale dell’epoca e le transazioni societarie di cui Nobili fu protagonista si possono interpretare come escamotages per affrontare temporanee situazioni di difficoltà, in cui il pagamento ricevuto per la cessione di una quota azionaria poteva essere utile per estinguere un debito. In ogni caso, il tipografo dimostrò un’estrema duttilità nell’adattarsi al difficile contesto e, grazie alla prosperità economica della sua attività, come editore e libraio svolse un fondamentale ruolo di intermediazione culturale nel panorama della prima metà dell’Ottocento.
Nel biennio 1831-32, quando le Marche e la Romagna furono attraversate dai moti rivoluzionari, che condussero all’instaurazione di un governo liberale,: l’officina bolognese fu occupata e utilizzata per la stampa di materiale patriottico e di giornali di propaganda. Nel frattempo Nobili, convinto assertore della fazione conservatrice, tentò di sostenere la 'buona causa' divulgando clandestinamente opuscoli antiliberali, come i Dialoghetti sopra le materie correnti nell’anno 1831, opera politica d’esordio di Monaldo Leopardi, che uscì anonima dai torchi dell’officina pesarese. Lo straordinario successo del pamphlet segnò l’inizio di un lungo sodalizio professionale: il conte recanatese da questo momento affidò a Nobili la pubblicazione di tutte le sue opere nonché la stampa del giornale misoneista La Voce della Ragione, che egli fondò e diresse tra il 1832 e il 1835. Come attesta un fitto scambio epistolare, con l’uscita della rivista si instaurò di un rapporto di stima e amicizia che coinvolse anche i figli di Monaldo, Paolina e Pierfancesco Leopardi, attivi collaboratori nella redazione del periodico.
Nobili morì il 5 settembre 1835 nella sua casa di Senigallia, dove si era ritirato pochi mesi prima per problemi di salute.
I suoi stabilimenti gli sopravvissero: la tipografia bolognese si unì allo stabilimento dei Della Volpe e proseguì l’attività fino al 1840, mentre l’officina pesarese risulta ancora attiva nel 1891.
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