Poetessa tedesca (castello di Hülshoff, Münster, 1797 - castello di Meersburg, Lago di Costanza, 1848). Trascorse un'esistenza solitaria interrotta solo da brevi viaggi e da uno sventurato amore per L. Schücking. La sua produzione lirica (riunita in un primo volume di Gedichte, 1838, che passò quasi inosservato, e in una successiva raccolta edita nel 1844) per larga parte trae ispirazione dal paesaggio della natia landa vestfalica, rievocata nei modi d'un realismo visionario che si traduce in una capacità non solo di cogliere il lato sensibile della natura, ma altresì di captarne gli aspetti occulti, animandola di segreti trasalimenti (si vedano i celeberrimi Heidebilder, 1842); il medesimo impasto di realismo e di misteriose suggestioni si ritrova nel coevo, drammatico racconto Die Judenbuche. Cattolica convinta, ma natura intimamente tormentata, la D. raggiunge anche nel Geistliches Jahr (composto fra il 1820 e il 1839 ma pubblicato, per volontà dell'autrice, dopo la morte, nel 1851), ciclo di poesie religiose per tutte le feste dell'anno, una medievale implacabilità da Dies irae. Fra le altre opere si ricorda un gruppo di tetre, sconcertanti ballate (1841).